Suffocation
(WRD)
Shen Xia è un fotografo. Si è innamorato di una delle sue modelle ma si rifiuta tuttavia di lasciare sua moglie Meizi, violoncellista.
Meizi è sparita. Shen Xiao ignora dove si trovi e chiede aiuto al suo migliore amico che è convinto del ritorno di Meizi nell'arco di alcuni giorni.
Ma perché Shen ha preso in prestito la sua auto la sera dalla scomparsa? Che cosa fanno le scarpe di Meizi nel suo bagagliaio?
Sembrerebbe che abbia ucciso la sua donna e si sia sbarazzato del suo corpo…
Parlando di questo film, è importante sottolineare la sua singolarità. Suffocation è il primo film horror cinese e segna una tappa importante nell'apertura culturale della Cina.
Guardando il film capirete come è stato possibile aggirare la censura cinese che impone il realismo al cinematografia locale.
SUFFOCATION E IL FAR EAST
Questo è il resoconto di Occhiaperti della presentazione del film a Udine:
Alle 22 Sabrina Baraccetti, direttrice del Far East Film Festival, sale sul palco del Teatro Nuovo per presentare Suffocation. Il regista Zhang Bingjian scherza dicendo che chi si aspetta un horror rimarrà deluso, il suo film è una commedia. A questo punto accade l'impensabile: il brusio irrispettoso della sala costringe il regista ad interrompere momentaneamente il discorso. Appena può ricominciare spiega come in Cina non sia possibile, a causa della censura, inserire alcun elemento sovrannaturale nei film. Ecco perché la sua opera prima aggira il problema presentando i momenti orrorifici come parti della mente del protagonista.
Ci tiene anche a far sapere che gli piace guardare film di genere stranieri. Informazione banalissima che però fa correre un brivido lungo la schiena: in Cina, non dev'essere la cosa più facile del mondo!
La Baraccetti lo ringrazia, lo invita ad accomodarsi, annuncia l'inizio del film e fa per uscire. Poi sembra ripensarci: rientra e chiede cortesemente al pubblico di non fare rumore durante queste proiezioni. Anche se il Far East è un evento orgogliosamente popolare, è pur sempre un Festival del Cinema (e non un luna park, come esclama la direttrice che da quel momento in poi diventa assoluta paladina di chi vuole godersi il film e non l'idiozia dei commenti).
Ci voleva. E l'ultimo meritatissimo applauso prima della proiezione è tutto per lei.
Alle mie spalle due imbecilli sono indispettiti: "se fai vedere dei film bruttissimi, non puoi pretendere che la gente stia zitta". (cvd Cogliorama 5.1).
Suffocation è il film che dà un senso a questo Horror Day. Indipendentemente dal suo valore assoluto è il gran finale di un percorso che, nell'arco di una giornata, ci ha dato la possibilità di valutare in che modo venga affrontato un genere produttivamente difficile come l'horror in nazioni in cui è ancora poco sfruttato o addirittura proibito.
L'intera pellicola è un viaggio nella mente di un uomo schiacciato dai sensi di colpa, che emergono lentamente come in un flusso di coscienza.
I primi minuti colpiscono per la forza visiva delle immagini, per la narrazione che in maniera spiazzante ci propone la frantumazione dell'io, in un'ottica squisitamente psicanalitica, attraverso l'uso di diversi punti di vista e per la composizione molto elaborata della post-produzione audio.
Meno efficace invece quando adotta, arrivando fino alla citazione quasi esplicita, gli schemi del cinema horror, asiatico e occidentale, giunto al successo negli ultimi anni. Ma anche queste sequenze, per i motivi spiegati sopra, contribuiscono ad alimentare l'interesse per il film. Che, lo si voglia o no, rappresenta di fatto un traguardo fondamentale all'interno di un processo i cui sviluppi non sono ancora prevedibili.
All'uscita della sala non sono pochi coloro che accusano il film di essere piuttosto vuoto, pieno di inutili formalismi. E' vero, la trama è semplicissima e come film psicologico non ha probabilmente nulla di nuovo da dire. Eppure a noi è sembrato che, nonostante i suoi inevitabili limiti, Suffocation dimostri una rara capacità di raccontare per immagini. E soprattutto appaia come il risultato di una ibridazione che apre possibilità davvero affascinanti.
Per farlo, deve rifugiarsi nell'inconscio, territorio dove non tutto è immediatamente associabile a un senso. Ma anche unico luogo in cui nemmeno la censura cinese può arrivare.
Qui trovate un'interessante intervista a Zhang Bingjian sempre al Far East 2005:
http://www.cinaoggi....-intervista.htm
Credits
Regia: Zhang Bingjian
Anno: 2005
Sceneggiatura: Xiaoni Gu
Musiche: Li Xiaoqian
Durata: 86 minuti
Cast:
You Ge .... Chen Xiao
Bin Li .... Mrs. Zhao
Hailu Qin .... Meizi
Messaggio modificato da fabiojappo il 21 December 2014 - 07:32 PM