Paradise: Love
(Paradies: Liebe)
Paese: Austria
Anno: 2012
Durata: 120 min.
Regia: Ulrich Seidl
Cast: Margarete Tiesel, Inge Maux, Maria Hofstätter
Traduzione sottotitoli: Re Nah Toh
Progetto la trilogia del "Paradiso" di Ulrich Seidl
a cura di Re Nah Toh, GraziaSS, fabiojappo
Trama: Teresa, cinquantenne austriaca con un matrimonio finito alle spalle, decide di partire per una vacanza in Kenya. Qui viene spinta da alcune sue connazionali ad andare a caccia di ragazzi locali. Tra splendide spiagge, squallide baracche, sconcertanti discorsi, eurocentrismo sfrenato ed esemplari scenette all'interno del villaggio vacanze, assistiamo alla discesa verticale della protagonista verso la più desolante solitudine.
Recensione di Re Nah Toh
È ironico il titolo che il regista austriaco Ulrich Seidl (pluripremiato nei vari festival internazionali) sceglie per la sua trilogia: "Paradise". Ancora più ironico se consideriamo che questo primo capitolo si intitola "Paradise: Love". Difatti nel film il paradiso è solo visivo e l'amore è un'autentica chimera che viene inseguita da Teresa, interpretata da una bravissima Margarete Tiesel, che cerca di sfuggire ad una opprimente quotidianità fatta di incomunicabilità con la figlia adolescente e il suo lavoro di sostegno ad alcuni ragazzi portatori di handicap che vediamo nella geniale intro di inizio film, nella destabilizzante scena dell'autoscontro. Regalandosi un'esotica e romantica vacanza in Kenya, Teresa si ritroverà coinvolta, prima involontariamente, incoraggiata da una connazionale, poi sempre più consapevolmente, nel giro di "sugar mamas" e "beach boys" dove l'amore è mistificato a seconda degli scopi personali e il disperato bisogno di averlo porta la protagonista a perdersi in spiagge assolate e vicoli bui, trasformando in rabbia e ricerca di carne la sua insoddisfazione. La fotografia è affidata al fido Ed Lachman (già direttore della fotografia di Todd Solondz, Sofia Coppola, Todd Haynes, Larry Clark ecc..) mentre le riprese alternano camera a mano ai classici quadri fissi e perfettamente geometrici seidliani densi di significati. Come al solito il regista, lavora con gli opposti per creare effetti devastanti. Le scene di sole, mare e di divertimenti tipici dei villaggi turistici, sono congelate all'interno di inquadrature fisse che ne esaltano il lato grottesco e fanno risaltare la misantropia del cineasta viennese che ancora una volta priva di empatia i suoi personaggi. Ciò che resta é una compassione molto fredda mentre nelle orecchie ronza ancora il sarcastico leitmotiv del film:
Jambo, jambo bwana
Habari gani, Nzuri sana.
Wageni, wakaribishwa
Kenya yetu, Hakuna Matata.
(Ciao, ciao signore
Come stai? Molto bene.
Stranieri, siete i benvenuti
nel nostro Kenya non c'è nessun problema)
SOTTOTITOLI
(versioni 1,60 - 1,78)
Paradise.Love.AsianWorld.zip 25.26K 409 Numero di downloads
Gli altri due capitoli della trilogia
Messaggio modificato da fabiojappo il 30 November 2013 - 01:42 PM