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Das Schloss
Austria/Germania 1997
123 min.
Regia: Michael Haneke.
Sceneggiatura: Michael Haneke, dall'omonimo romanzo incompiuto di Franz Kafka.
Fotografia: Jiri Stibr.
Costumi: Lisy Christl.
Scenografia: Christoph Kanter.
Suono: Marc Parisotto.
Montaggio: Andreas Prochaska.
Interpreti e personaggi: Ulrich Mühe (K.), Susanne Lothar (Frieda), Frank Giering (Artur), Felix Eitner (Jeremias), Nikolaus Paryla (il direttore), Dörte Lyssewski (Olga), Inga Busch (Amalia), André Eisermann (Barnabas), Norbert Schwientek (Bürgel), Birgit Linauer (Pepi), Hans Diehl (Erlanger), Branko Samarovski (l'oste dell'albergo dei signori), Johannes Silberschneider (insegnante), Paulus Manker (Momus).
Voce del narratore: Udo Samel.
Produzione: Veit Heiduschka, Wega-Film (Vienna) in collaborazione con Österreichischer Rundfunk (ORF), Bayrischer Rundfunk (BR), Arte.
K., ricevuto l'incarico di agrimensore, giunge al villaggio ai piedi del Castello governato dal Conte e dai suoi sfuggenti emissari. Ma ogni tentativo di dare un senso alla sua chiamata si frammenta in un labirinto di domande senza risposta.
Film realizzato per la televisione austriaca nello stesso anno di Funny games, col quale ha in comune parte del cast, Das schloss è un adattamento fedele, a tratti letterale del romanzo dello scrittore praghese.
Haneke affronta la densità del racconto in maniera rigorosa, evitando inutili barocchismi, restituendone lo svolgimento non lineare.
L’utilizzo della voce narrante permette di non ingolfare la scena, sapientemente ripresa in ”assenza di colore” che è probabilmente una delle suggestioni più stranianti dell’immaginario kafkiano.
Certo pesa il ridimensionamento di almeno due personaggi fondamentali al ruolo di semplici comparse, ma il compromesso regge, e la pellicola può confrontarsi degnamente con le altre opere del “periodo austriaco” del cineasta.
Per quello che riguarda i sottotitoli, le parti originali sono state ricavate dalla traduzione del romanzo nella sua edizione più diffusa, il resto tradotto dai sottotitoli inglesi.
Franz Kafka
Buona visione