Höhenfeuer
Svizzera, 1984
117 min.
Regia: Fredi M. Murer
Soggetto e sceneggiatura: Fredi M. Murer
Fotografia: Pio Corradi
Montaggio: Melena Gerber
Musica: Mario Beretta
Produzione: Bernhard Lang AG
Interpreti e personaggi: Rolf Illig (il padre), Dorothea Moritz (la madre), Johanna Lier (Belli), Thomas Nock (il ragazzo), Jörg Odermatt (il nonno), Tilli Breidenbach (la nonna)
È qui che il 'Ragazzo', nato sordomuto e che rimarrà senza nome per tutta la durata del film, vive assieme alla sorella più grande, Belli, al padre e alla madre.
La famiglia ha pochi rapporti con il mondo esterno, i suoi componenti non possono mai guardare negli occhi i loro vicini e il tragitto per raggiungere il paese per andare in chiesa o al mercato significa un viaggio di un giorno a piedi.
Il Ragazzo viene mandato dal padre sulla montagna, quando Belli va a trovare il fratello in quel luogo isolato, i due diventano amanti.
Nella fattoria continuano a vivere assieme a i genitori mantenendo segreto il loro amore, finché la gravidanza di Belli non rende la situazione evidente e inevitabile…
"Considerare questo film come un semplice dramma contadino sarebbe semplicistico.
Non si può ridurlo a una nuova variazione su un tema drammaturgico, per cui una sorta di fato viene a rendere ancora più arcaica una narrazione che si svolge tra il fascino e le costrizioni delle montagne.
Certo, il romanzesco si affida qui tanto al carattere d'eccezione di una scenografia (fisica e sociale) che alla descrizione, lenta e attenta, dei rapporti che esistono tra i personaggi.
Rapporti in cui la tenerezza non è mai separata dalla rudezza imposta da quel tipo di vita.
La tragedia nasce in apparenza dall'isolamento di una famiglia che insiste a vivere aggrappata al fianco di una montagna, in un luogo dove bisogna stare in bilico sui pendii, fare il fieno in posizione scomoda, utilizzare il più piccolo metro quadrato di terra fertile.
In questo ambiente dove il ritmo delle stagioni scandisce le attività, una falciatrice a motore, un transistor, un catalogo di vendita per corrispondenza sono veri e propri tesori.
Ma la cronaca attenta ai rapporti tra gli uomini e le cose sfuma a favore di una fiction che si basa su un concatenamento di situazioni provocate da un ragazzo muto… considerato un ritardato mentale.
Questi, all'interno della marginalità descritta dalla cronaca, rappresenta una marginalità raddoppiata.
Egli assume su di sé un rifiuto violento delle norme, compresi i tabù sessuali.
Conferisce al film un colore non documentario, e alimenta una poesia selvaggia.
Si pone come una fuga dalla realtà, accompagnata da un lirismo che conduce a una soluzione sorprendentemente fantastica.
Il gioco sullo spazio, la successione delle sequenze in base a due o tre livelli, orchestrano i momenti del racconto all'interno di una messa in scena ammirevole da ogni punto di vista.
Quello che il film porta con sé sul piano della constatazione semplice e austera corrisponde bene alla volontà di critica sociale, che è una delle basi essenziali del cinema della Svizzera germanofona.
In questo film la fiction si sviluppa nel rispetto di una realtà precisa e di un sentimento doloroso delle sue contraddizioni."
Daniel Sauvaget
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Messaggio modificato da JulesJT il 17 December 2014 - 09:23 AM
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