Late Spring
(Tarda primavera)
Titolo originale: Bashun (晩春)
Nazione: Giappone
Anno: 1949
Genere: Drammatico
Durata: 108 '
Regia: Ozu Yasujiro (小津 安二郎)
Bashun (晩春).
La transizione da un'epoca ad un'altra, la vita quotidiana ed i suoi spazi. Cinquanta film (di più, a dire il vero) in trentacinque anni di carriera...
La bellezza dei film di Ozu si incarna nella forma stessa delle sue composizioni. Ozu trascende la forma "cinema" per arrivare ai confini della forma "arte".
Eppure nei film di Ozu non succede niente.
Late Spring (1) è il film della svolta per Ozu. Il suo primo grande capolavoro del dopo-guerra. È qui che il dramma familiare prenderà, nella poetica ozuciana, la sua forma definitiva.
Dramma... È strano usare questa parola. In fondo non c'è nulla di così drammatico nei film di Ozu, solo il lento scorrere della vita, talmente lento che talvolta sembra quasi di essere di fronte ad una sorta di meditazione. Qualcuno ha detto che il cinema di Ozu è molto "Zen". Qualcuno che in realtà non aveva la minima idea di quello che diceva, ma tant'è...
La verità è che nei film di Ozu non succede nulla, per tutto il tempo. E basta.
Late Spring è ambientato nel secondo dopoguerra. Siamo negli anni della ricostruzione. C'è rammarico, e c'è speranza. Ci sono gli americani, e c'è la loro cultura, che piace tanto alle nuove generazioni e che cozza terribilmente con la tradizione e con le tradizioni. E c'è il progresso.
La storia è quella che Ozu riprenderà in tantissimi altri film. La giovane Noriko [Hara Setsuko (原節子)], ormai in età da matrimonio, non vuole sposarsi per non lasciare da solo il padre vedovo [Ryu Chishu (笠智衆)]. Quest'ultimo, allora, per permettere alla figlia di abbandonare il tetto paterno, finge di stare per prendere di nuovo moglie. Alla fine la figlia convolerà a nozze, e lui resterà solo. Il bellissimo discorso tra padre e figlia esemplifica tutto il tema del film. Non si può rinunciare a qualcosa per la paura che non rappresenti la strada per la felicità, perché "la felicità è qualcosa che si deve costruire insieme", non scatta automaticamente nel momento del matrimonio, ma bisogna iniziare a vivere per trovarla.
In Late Spring sono presenti tutte le caratteristiche stilistiche dell'Ozu pre-bellico: scene domestiche con la telecamera posta ad altezza di "tatami", ad altezza di cane, diceva il Maestro, e quasi immobile. Esterni caratterizzati da lunghissime carrellate. Ma per la prima volta si nota un cambiamento. Mai come in questo film Ozu insiste nei primi piani. Mentre il padre ha sempre un'espressione divertita ed assente al tempo stesso, mai seriosa né preoccupata, ad eccezione della scena del discorso sopra menzionato, sul volto di Noriko è possibile cogliere interamente lo sviluppo della vicenda ed è lì, sul suo volto, che Ozu si diverte a giocare operando un montaggio quasi ejzenšteniano. Nel lungo prologo, nel quale vediamo Noriko nella sua routine, sempre spontanea sia con la zia e la cugina che con il ricercatore col quale il padre lavora, non può non colpire il suo sorriso, sempre presente quando si muove, quando parla, perfino quando discute o si arrabbia; quando però il padre le parla della propria intenzione di risposarsi, questo sorriso scompare, l'offesa che prova non lascia più spazio all'espressione di cortesia che le era propria, ed ogni sentimento trova finalmente spazio sul suo volto, sempre più protagonista.
Attraverso la semplicità Ozu cattura la profondità e le possibilità di una bellezza infinita e di una tristezza straziante/straniante.
Osserviamo esseri umani incredibilmente ordinari mentre svolgono la loro altrettanto ordinaria routine quotidiana e mentre affrontano i drammi di tutti i giorni e/o la complessità della vita.
Le scene finali sono tra le più struggenti che il cinema di Ozu ci ha mai regalato: un padre, felice per il matrimonio di sua figlia, si accorge dell'imminenza della morte e del fatto che dovrà affrontarla da solo...
Bashun è un film struggente ed un'esperienza toccante. Le immagini e le emozioni che provo nel vedere questo film sono indimenticabili.
Personalmente trovo Late Spring uno dei film più belli che abbia mai visto. È quello di Ozu che ho più amato. Probabilmente è anche uno dei film più perfetti di sempre.
È incredibile come Ozu sia riuscito a dire tanto senza raccontare nulla...
Note (a proposito di Me...).
La prima volta che ho incontrato il cinema giapponese avevo quattordici anni. Circa metà della mia vita. Ora ne ho ventotto.
Un tale conosciuto all'interno di un circolo politico che all'epoca frequentavo si accorse della mia passione per l'oriente, ed un giorno mi chiese se mi andava di aggregarmi ad un gruppetto di loro che, quel pomeriggio, avrebbero visto un film giapponese.
Il film era in VHS, sottotitolato in inglese, che all'epoca conoscevo così. Era Tarda primavera, di Ozu. Fu un colpo di fulmine.
Da allora ho amato Ozu, il suo cinema, e poi sono arrivato al cinema orientale in generale, e ad amare anch'esso. Se non fosse per Late Spring, probabilmente oggi non starei qui a conversare con Voi...
Altre note.
Bashun è finalmente disponibile sottotitolato in italiano in un'edizione in DVD. Il film è edito da Enjoy Movies ad un prezzo buono. L'edizione priva di extra e in una confezione non proprio indimenticabile e buona. Da non perdere.
Note al film.
1 Il film è tratto da un romanzo di Hirotsu Kazuo (広津和郎).
See ya' soon!
Messaggio modificato da Shimamura81 il 03 September 2011 - 06:28 PM