Cast principale: Satomi Kobayashi, Hairi Katagiri, Masako Motai, Jarkko Niemi, Tarja Markus, Markku Peltola.
Commento
"La locanda del gabbiano" (Kamome shokudo) non è solo un piccolo ristorante giapponese della fredda e affascinante Helsinki ; "La locanda del gabbiano" è uno spazio. Uno spazio dove il tempo sembra incredibilmente fermarsi, dove è finalmente possibile "prendersela con calma" davanti a una tazza di caffè bollente o a degli splendidi onigiri, uno spazio accogliente e tranquillo dove poter gustare cibi deliziosi e sempre freschi.
Messa così sembrerebbe la pubblicità di un ristorante, ma tant'è, di ristorante si tratta.
Inizio col dire che questo piccolo, grande film (primo, e fino ad oggi unico film giapponese girato in Finlandia) ha riscontrato un ottimo successo di pubblico in madrepatria.
Negli ultimi anni, non è stato difficile vedere nelle tv nipponiche pubblicità di prodotti alimentari (io ricordo le fette di pancarrè) girate nella locanda che dà nome al film. Addirittura, comparivano le attrici stesse del film.
Non stiamo parlando di un "block-buster" ma di un film semi-indipendente che ha avuto un successo inaspettato (i primi 16 giorni di proiezione ha incassato 34 milioni di yen).
Va sottolineato che è l'adattamento cinematografico del romanzo omonimo di Yoko Mure.
Il regista è una donna, Ogigami Naoko, che fino ad oggi ha realizzato 4 film. Il debutto dietro la macchina da presa avviene nel 2004 con il divertente "Baober Yoshino", storia di un piccolo villaggio e della sua parrucchiera Yoshino che taglia i capelli di tutti i bambini nello stesso identico modo.
Nel 2005 è il turno di "Koi wa go-shichi-go" (di cui ignoro qualsiasi cosa), nel 2006 realizza il nostro "Kamome shokudo" ed infine nel 2007, realizza il bizzarro quanto poco riuscito "Megane" (ovvero "occhiali" ; tutti i personaggi che appaiono nel film indossano gli occhiali e, fatto ancora più curioso, il cast è lo stesso di Kamome Shokudo).
La signorina Ogigami, classe '72, nasce nella prefettura di Chiba e dopo la laurea, nel 1994 emigra negli "States" per studiare all'University of Southern California.
Dopo alcuni anni come aiuto regista in spot pubblicitari, nel 2000 ritorna in Giappone dove inizia la sua carriera.
Per quello che sono riuscito a cogliere dai suoi film, il suo non è sicuramente uno stile "innovativo" ma va anche detto che la sua sensibilità e leggerezza in quanto donna, alla fine influisce sulle sue opere.
Da un punto di vista prettamente tecnico, mi sono venuti in mente altri
lavori di registi come Hiroki Ryuichi (su tutti il suo "Kimi no tomodachi") e qualcosa di Kore-eda, tanto per rimanere in Giappone.
Questo significa spostamenti abbastanza limitati della telecamera, una particolare attenzione ai dettagli, un uso naturale della luce e quindi, una trasposizione della realtà più fedele possibile.
Ho citato Hiroki e Kore-eda. Il film che sto presentando, pur avendo varie analogie con alcune opere di quest due registi, al tempo stesso se ne distacca nettamente, per un motivo importante quanto basilare per la natura del film : l'umorismo.
L'umorismo è infatti un elemento principale (così come per le sue altre opere). Non voglio soffermarmi o anticipare alcune scene in particolare visto che capirete subito ciò che intendo. La premessa da fare è che si tratta di un umorismo per così dire "raffinato", un umorismo che si vede spesso nei film giapponesi moderni
(non mi riferisco ad opere "estreme" come "Survive style 5+", "Turtles swim faster then expected" o "Fine, totally fine"), in altre parole si tratta di "frecciatine" più che gag studiate a tavolino.
Strano ma vero, i personaggi del film sono tutti degli "outcast". Le 3 donne protagoniste principali, oltre ad essere tutte single, lasciano il Giappone per trovare una via di fuga.
Se Sachie sembra l'unica ad emigrare con uno scopo ben preciso (l'apertura di un ristorante all'estero), sia Midori che Masako si sentono quasi costrette a fuggire dalla loro terra natale, verso un posto che sembri lontano dalle loro preoccupazioni e problemi, ma soprattuto un posto che possa donare loro un futuro migliore. Anche gli altri personaggi, e parlo dei personaggi finlandesi, non sono da meno.
Il primo cliente della locanda, ovvero il giovane Tommi Hiltnen, è un otaku solitario e senza amici. Le 3 vecchie che spiano Sachie mentre (non)lavora, sembrano vivere le loro giornate solo per spettegolare oppure la signora senza nome che beve per dimenticare il marito scomparso, e così via...
La bellezza del film sta quì : se anche le loro storie possono sembrare tristi (come in realtà sono), questa tristezza di base, diventa quasi impercettibile durante il racconto, a tal punto di dimenticarsi della sua presenza.
Kamome Shokudo è un film leggero, divertente, "lento" (in senso positivo), frizzante e che fa stare bene (le scene belle sono tante, ma il finale che ti lascia quel sorriso da ebete che ci piace tanto, è bellissimo).
Interpreti genuini e bravissimi, location splendida, musica perfetta e mai invadente.
Si parla di cucina, cucina giapponese, di piatti freschi con ingredienti spesso semplici, di pietanze non troppo elaborate ma sempre molto gustose.
E il film è esattamente così. Non so se sia stato un accostamento voluto o se m'è venuto in mente così, però il film rispecchia questa semplicità, bellezza e bontà di tale cucina.
Un grazie ad asturianito per l'ottima revisione.
Non mi resta che augurarvi buon(a) appetito(/visione).
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Messaggio modificato da fabiojappo il 17 June 2014 - 07:46 PM