Versione: Chiu
Info:
Regia: Sogo Ishii
Con: Takanori Jinnai, Machizo Machida, Michiro Endo,
Shinya Ohe, Shigeru Izumiya
115', Giappone, 1982
Chi fosse alla ricerca di esempi dell'importanza di Sogo Ishii nell'evoluzione del cinema giapponese, e della sua abilità come regista, non ha bisogno che di vedere Burst City. A prima vista un eclettico miscuglio di immaginario alla Mad Max e yakuza, il tutto filtrato in un'ottica punk, ad uno sguardo più approfondito Burst City rivela i semi di molti degli sviluppi del cinema giapponese contemporaneo e oltre. Lascia presagire i lavori di Shinya Tsukamoto, Takashi Miike e due decadi di MTV. E un bel po' di cosette in mezzo.
La sceneggiatura non è nulla di che, e si sviluppa attorno agli scontri tra un gruppo di bikers alla Mad Max, una banda di yakuza, una comunità di punk e gentaccia varia, ambientato in un futuro arido, fatto di autostrade e zone devastate. Ma qui la sceneggiatura non conta. Tramite la musica e la gente della scena, l'obiettivo di Ishii è ricreare l'equivalente filmico della musica punk. Un film in cui ogni fotogramma è imbevuto della filosofia, dello spirito e dell'energia del movimento punk giapponese di fine '70 - primi '80. E c'è riuscito. Burst City ringhia e grida selvaggiamente, ci bombarda di distorsioni e attacca le norme precostituite in modo energico, con anarchia e irriverenza. È un film grezzo, certo, ma un film ispirato dalla filosofia punk non dovrebbe essere tutto tirato a lucido. Quando vediamo che alcune riprese sono "sporche", non è perché il film è stato girato male, al contrario.
Al di là del fatto che resti fedele alle sue intenzioni e alle fonti, Burst City è un film seminale e visionario. L'uso di Ishii della macchina da presa e del montaggio è straordinario, così come l'utilizzo del suono. In questi settori, Tsukamoto ha pescato a piene mani da Sogo Ishii per il suo Tetsuo, mentre il modo in cui il regista fonde diverse scene della storia in un montaggio rapido videoclipparo è poi riemerso nei dieci minuti iniziali di Dead or Alive e di The City of Lost Souls, di Takashi Miike. Inoltre, l'utilizzo di frammenti documentaristici si riflette nel miscuglio di documentario e fiction così di moda tra i registi di oggi come Kore-eda e Naomi Kawase.
Anche se non del tutto senza predecessori (il lavoro di macchina ricorda alcune opere di Kinji Fukasaku dei primi anni '70, ad esempio), Burst City è nel complesso un film che non ha le sue radici nel cinema. La sua ispirazione è presa da altrove, in particolare, ovviamente, nel ritmo, nei suoni, nello spirito e nell'attitudine del movimento punk. È cinema di liberazione, libero dalle costrizioni della forma. Per fare un parallelismo, se il cinema narrativo è prosa, allora Burst City è poesia. Non nel senso poetico, ma nella struttura. Il modo in cui il poeta è libero dalle costrizioni che ingabbiano lo scrittore, è in questo modo che Ishii è libero dalle forme convenzionali alle quali aderisce volontariamente (e forse inconsciamente) il regista standard.
Irriverente, ossessivo, anarchico e adrenalinico, Burst City è punk allo stato puro. Insieme ad altri film di Ishii come Crazy Thunder Road, Shuffle e Panic in High School, è anche il punto di partenza del cinema contemporaneo giapponese, il che lo rende uno dei film più importanti di questa cinematografia.
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Messaggio modificato da fabiojappo il 31 January 2015 - 02:08 PM