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[stevet1998]

Si tratta del primo film di argomento religioso ufficialmente ammesso in Cina, e anche il primo a essere premiato dalla Repubblica popolare cinese


Pechino - Si intitola 'Ai confini del cielo', ed è diretta dal regista Leandro Castellani, la pellicola realizzata dall'Associazione Forum Iulii - sodalizio per la diffusione nel mondo della cultura del Friuli Venezia Giulia - che ricostruisce la storia di Odorico da Pordenone e quella del suo viaggio, lungo e coraggioso, che nel 1318 dal Friuli lo portò fino in Cina, a Kambalic (l'odierna Pechino) a predicare il Vangelo e la pace per volontà di papa Giovanni XXII.

Si tratta del primo film di argomento religioso ufficialmente ammesso in Cina, e anche il primo a essere premiato dalla Repubblica popolare cinese. 'Ai confini del cielo', infatti, ha ricevuto il 'Cervo' per il miglior filmato europeo al Festival internazionale del cinema di Changchun, capoluogo della provincia di Jilin, in Manciuria. Un risultato unico, per l'Italia e per l'Europa, in un Paese retto da un regime comunista e che non ha rapporti diplomatici con la Santa Sede. Il 24 ottobre verrà proiettato a Shanghai, nell'ambito della quinta Settimana della Lingua Italiana nel Mondo, in programma in 77 Paesi dal 23 al 29 ottobre.

Friulano e frate francescano, nato a Villanova di Pordenone verso il 1270, Odorico fu una specie di Marco Polo in saio, in viaggio dietro le anime. Prima di chiedere di poter partire come missionario per l'Oriente, Odorico aveva condotto vita eremi­tica e svolto attività apostolica nel suo Friuli. Umilissimo e penitente, rigoroso e silenzioso, questo frate che si vestiva di una sola tunica camminava scalzo e si cibava di pane e acqua. Era tagliato per la vita missionaria e per i lunghi e scomodi viaggi. Il suo fu un lungo viaggio, perché durò trentatre anni. Da Venezia fece vela per Trebisonda, dove prose­guì per via di terra. Penetrò nell'Armenia, at­traversò la Persia, e ad Ormuz s'imbarcò di nuovo, giungendo in India. Qui raccolse le reliquie di quattro francescani martirizzati, poi riprese il mare.

Fu il primo europeo a toccare le isole Nicobare, Giava, il Borneo, forse il Giappone. Giunse finalmente a Zaiton, nella Cina del Sud. A Zaiton frate Odorico si sentì come a casa. I francescani vi avevano già, infatti, due fioren­ti conventi. Era da quasi un secolo che i frati minori avevano rivolto il loro cammino verso l'Oriente. Frate Odorico in breve tem­po amministrò più di ventimila battesimi, ma il vecchio Arcivescovo voleva che il frate friu­lano tornasse in Italia, per riferire al Papa sul­la situazione dell'Oriente e per chiedere nuo­vi missionari per la sterminata diocesi. Si rimise in viaggio, questa vol­ta per via di terra.

Coprì cinquantamila chilo­metri in poco più di due anni, e nel 1330 era di ritorno a Venezia. Volle recarsi subito dal Papa, ad Avignone, ma a Pisa si ammalò gra­vemente. Tornato al suo convento di Udine, dettò la relazione del suo viaggio, che altri presentò al Papa da parte del frate infermo. E mentre Odorico da Pordenone moriva, nel gennaio del 1331, altri 50 missionari francesca­ni partivano alla volta di Khambalik, per pro­seguire quelle relazioni che da sette secoli la Chiesa ha intessuto con la Cina.

[Magse]

questa è grossa!