MARATHON (aka Malaton) (2005)
Storia di Cho-won, bambino autistico, di sua madre, che non si arrende all'isolamento, e della passione per la corsa. Basato su una storia rigorosamente vera, a vederlo con distacco Marathon parrebbe una versione meno smargiassa di Forrest Gump. Fortunatamente l'outsider Jung Yoon-chul, che ha passato due anni a documentarsi e a intervistare il ragazzo cui è ispirato Cho-won, mantiene salda l'attenzione sui personaggi e costruisce tutto il film nel teso rapporto tra la madre e il ragazzo. Lei permea di cure il figlio, senza rendersi conto - testardamente, disperatamente - che così facendo soffoca qualsiasi suo istinto, tenendolo lontano dai guai, dallo scherno della gente, dall'incomprensione, ma anche non permettendogli di evolvere, di sbocciare. Lui rimane un fragile bozzolo, enigmatico quanto trasparente nei suoi desideri - disegnare ciò che ha fatto quel giorno, toccare le foglie a bordo strada mentre corre. A incrinare l'instabile equilibro giunge Jung-wook, allenatore svogliato (sta facendo del servizio sociale forzato) ed ex corridore con rimpianti: sarà lui a far erompere le contraddizioni, quando molto lentamente riesce a trovare uno spiraglio di comunicazione con Cho-won. La costruzione solida, l'impianto lineare e soprattutto il boom al botteghino (grazie al passaparola Marathon ha inaspettatamente superato concorrenti come Another Public Enemy e Mr. and Mrs. Smith) hanno suscitato confronti con The Way Home. L'unico elemento comune rimane però una certa solarità sospesa tra l'ingenuo e l'idilliaco: per il resto il film corre su binari propri, emozionando fino al pianto, sfruttando poche scorciatoie, non insistendo su facili elementi strappalacrime. Merito anche degli attori. La madre, Kim Mi-sook, è appassionata, assolutamente intensa. Cho Seung-woo (Who are you?, The Classic) è entrato nel ruolo in modo impressionante: ogni suo gesto, ogni suo sguardo è al contempo un lampo di dolore e gioia di vivere, ricordando da vicino la dignità sconnessa di Moon So-ri in Oasis. Poi certo alcuni difetti sminuiscono la portata generale: la lunghezza eccessiva della seconda parte, i personaggi secondari, molto interessanti, ma presentati solo di sfuggita (il padre andato via da casa, il fratello taciturno), qualche sbavatura della colonna sonora esageratamente melodrammatica. Eppure Marathon (titolo alternativo Running Boy) rimane film sincero, diretto, non banale nel raccontare le difficoltà di rapportarsi al disagio, l'imbarazzo, il rammarico e la gioia, nel presentare gli errori come le conquiste quotidiane.
Da HKX.it recensione di Stefano Locati.
Regista: Jeong Yun-Cheol
Cast: Cho Seung-Woo, Kim Mi-Sook, Lee Ki-Young, Baek Seong-Hyun, An Nae-Sang
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NOTA
Per due anni il regista Jeong Yun-Cheol ha intervistato Bae Hyeong-Jin, il ragazzo che ha ispirato il personaggio di Cho-Won. Negli ultimi anni Bae è diventato una celebrità dopo aver partecipato a varie maratone. Ha partecipato ad alcuni talk show ed è apparso in spot televisivi.
AWARD
42nd Daejong Film Festival
Best Picture
Best Actor
Best First Time Director
Best Screenplay
Best Music Direction
Best Production Planning
Immagini del cofanetto 'Marathon Collector's Edition + OST'