Ubiytsy
The Killers
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Regia: Marika Beiku, Aleksandr Gordon, Andrei Tarkovsky.
Soggetto: Ernest Hemingway.
Sceneggiatura: Aleksandr Gordon, Andrei Tarkovsky.
Attori: Yuli Fait, Aleksandr Gordon, Valentin Vinogradov,Boris Novikov, Yuri Dubrovin, Andrei Tarkovsky, Vasily Shukshin.
Fotografia: Alfredo Alvarez, Aleksandr Rybin.
1956 (USSR), 20 min.
Ubiytsy è il primissimo film di Tarkovsky, girato nell'autunno del 1956 mentre frequentava il terzo anno della scuola nazionale di cinema russa (VGIK) e codiretto insieme a due suoi compagni di corso: Alexander Gordon e Marika Beiku.
Il ventiquattrenne Tarkovsky suggerì di basare il loro saggio di fine anno su un racconto breve di E. Hemingway: The Killers (l'opera completa di Hemingway era stata appena pubblicata per la prima volta in Russia).
Il VGIK approvò il progetto permettendo così, cosa mai successa prima, di far girare a degli studenti un lavoro basato su un'opera straniera.
Il corto è diviso in tre parti: la prima e l'ultima dirette da Tarkovsky (insieme a M. Beiku), la seconda da A. Gordon che sarà coregista di Tarkovsky anche nel successivo Non cadranno foglie stasera (Segodnja uvolnenija ne budet).
La storia racconta di due gangster che entrano in una tavola calda di una remota cittadina americana in cerca di un pugile svedese, abituale avventore del locale, per ucciderlo.
Non trovandolo legano il cuoco e un cliente e aspettano il suo arrivo. Dopo un po', stanchi di aspettare, desistono rimandando l'operazione, decidendo però di non uccidere i testimoni.
Nella seconda scena il cliente va ad avvisare il pugile, che si è rinchiuso in stanza, in stato di depressione sapendo cosa lo aspetta e ormai rassegnato.
Nella terza scena il cliente torna a raccontare al barista la triste decisione del pugile di non scappare.
Tutta la troupe è interamente formata da studenti della scuola, A. Gordon recita il ruolo del barista e lo stesso (irriconoscibile) Tarkovsky interpreta, in quella che è forse la migliore scena del film, il ruolo di un cliente casuale che fischietta aspetttando il suo panino.
Il motivo fischiettato è Lullaby of Birdland che i giovani artisti del VGIK conoscevano tramite le trasmissione radiofonica Voice of America e che consideravano un simbolo di libertà.
Ovviamente i tre superarano a pieni voti il terzo anno...
Certo, il Tarkovsky anche solo de Il Rullo compressore e il violino (di 5 anni successivo) è lontano, però può essere interessante cercare di rintracciare in questo corto gli embrioni della poetica del grande maestro.
Messaggio modificato da JulesJT il 17 December 2014 - 09:58 AM
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