Scritto e diretto da: Nattawut Poonpiriya (2012)
Trama:
New York City. Capodanno.
Tre giovani tailandesi vogliono far festa, il che - ovviamente - significa tutto tranne congelarsi in piazza in mezzo ai poveracci. Scelgono quindi di far visita al loro spacciatore di fiducia per recuperare un bel po' d'erba. Peccato che, inspiegabilmente, il pusher, così, da un giorno all'altro, si sia redento, quasi come colto da illuminazione sulla via di Damasco.
Indomiti, i ragazzi, tra la sua immondizia, trovano un biglietto da visita strappato che, una volta ricomposto, fa apparire la parola Jesus, una foglia di maria, ed un numero di telefono, troncato dell'ultima cifra. Bramosi di sballo a tutti i costi, se la inventano e chiamano: dall'altra parte della cornetta li aspetta un Gesù eclettico, schizzoide, perverso, ironico, torturatore e sanguinario che cambierà sia la loro festa che la loro vita.
Commento:
Un Cristo spacciatore, blasfemo e violento che entra negli appartamenti della Grande Mela per far confessare i peccati ai malvagi e redimerli dal male prima che muoiano è di certo un'idea originale.
E' noto che far confessare tutti i peccati alla gente non è facile con le buone maniere. O, almeno, nessun prete, a memoria storica, c'è mai riuscito. In questi casi una sparachiodi, una pentola, una pinza ed una rivoltella possono tornare utili. D'altronde, il fine ultimo, è l'Amore, la Redenzione.
Uno dei film più divertenti e crudi dell'anno, secondo classificato al Far East Film Festival 2013. Opera prima di tutto rispetto, ritmata, incisiva, sempre in bilico tra l'angosciare e il far sorridere.
Fa paura.
Ed è scritta benissimo.
L'attore che interpreta il Gesù regala una performance di primo livello, ineccepibile. La storia del cane e l'intera scena della vasca da bagno sono ai livelli di Tarantino ai tempi di Pulp Fiction. La scena dell'aureola/neon e dell'estigmate/proiettile resteranno impresse per sempre nella memoria.
Sempre azzeccati ed intelligenti i riferimenti alla religione (indimenticabile la scena in cui tira fuori la bibbia e ripete le frasi che di solito interrompiamo al citofono).
Nel finale forse il regista si fa prendere un po' la mano, mettendo lo spettatore solo in attesa di quale altra sofferenza piscologica o visiva userà, ma è una di quelle visioni che non possono mancare tra quelle del 2012.
Consigliato!
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Messaggio modificato da fabiojappo il 14 June 2013 - 05:34 PM