JJH
Antarctic Journal
(Naemgeuk-ilgi)
Genere: Avventura - Drammatico - Horror
Regia: Lim Pil-seong
Sceneggiatura: Lee Hae-joon, Lim Pil-seong
Musica: Kenji Kawai
Fotografia: Jeong-hun Jeong
Interpreti:Kang-ho Song, Ji-tae Yu, Hee-soon Park, Yoon Jae-Moon, Duek-mun Choi, Hye-jeong Kang, Kyeong-ik Kim
Anno: 2005
Durata:115'
Trama
Un gruppo di sei esploratori, capitanati dal veterano Choi Do-hyung si inoltra tra i ghiacci dell'Antartico per raggiungere il P.O.I. (Point of Inaccessibility) ossia il luogo più interno rispetto la costa oceanica. La spedizione procede bene fino al ritrovamento di un misterioso diario di viaggio evidentemente smarrito da una spezione britannica 80 anni prima. Dalle poche pagine leggibili e dai disegni contenuti sembra ci siano molte somiglianze tra le due spedizioni. In breve la situazione peggiora. Uno del gruppo si ammala (pur non essendoci possibilità di vita per i virus). Tutti cominciano ad avere strane visioni e a perdere, a gradi diversi, lucidità e controllo.
Il Capitano, contro ogni ragionevole obiezione, spinge perchè la spedizione continui incurante del pericolo che incombe sul gruppo...
Commento per chi non legge le recensioni
Vi piace lhorror sottile, con poco sangue e grande tensione? Basta leggere, guardatevi il film!
Commento
Cosa sono i fantasmi? Creature di un mondo parallelo e contiguo? Sono il residuo di vite spente che non trovano pace? Il rimorso per le colpe non espiate? Sono le ambizioni fallite? Le paure degli abissi della propria anima?
La risposta, amico mio, soffia nel vento bianco e, su quello, Antarctic Journal ci trasporta in un crescendo di orrore e claustrofobia tenendoci legati alla poltrona (facciamo il divano, va) col fiato sospeso fino alla fine.
Lim Pil-seong, alla suo primo lungometraggio, è abile nel mantenere la narrazione sul filo sottile che a volte separa il dramma psicologico dallhorror.
Il film è una grossa produzione e non si può che ammirare il coraggio del cinema coreano nell'investire in un opera che, pur essendo di genere, non è, come vedrete, adatta a tutti i palati. Cast perfetto (Kang-ho Song, una garanzia). La sceneggiatura e il montaggio riescono a seminare indizi, tracce, suggestioni senza mai eccedere nella didascalia o nella pura gratuità. La colonna sonora di Kenji Kawai è magnifica e attenta nel sottolineari i superbi paesaggi e le inquietudini degli interpreti.
Che dirvi di più? Fate scoppiare i popcorn nel microonde, procuratevi una bella/o che vi strizzi (o a cui strizzare) il braccio nelle scene più forti e, citando il Sommo Vate, buona visione!
Sul WEB
Tra gli yankees che, se non cè una voce fuori campo che racconti il film, non riescono dormire sereni (www.lovehkfilm.com) e i galli che vedono anche quello che non cè (www.bifff.org) direi che la posizione più equilibrata e senzaltro quella danese (www.laserdisken.dk).