Muddy River
# Doro no kawa #
(1981)
'105
Regia: Kôhei Oguri
Kimura Productions
Versioni: 699,92 - 1,36
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Questa è una nuova versione della traduzione del film.
Ha giovato dell'apporto e delle conoscenze della lingua giapponese
della gentilissima e professionale traduttrice Picchi,
la quale ha provveduto ad aggiungere i crediti iniziali e una battuta mancante al minuto 01:04:15.
Per un totale di 15 linee in più.
I miei più sentiti ringraziamenti, ma sono sicuro che anche tutti coloro che hanno apprezzato questa pellicola la penseranno come me.
Nomination agli Oscar del 1982 come Miglior Film Straniero.
Siamo ad Osaka, una decina d'anni dopo il secondo conflitto mondiale. Ancora si stanno raccogliendo i cocci di quella tragica esperienza; la gente con le proprie forze e sacrifici sta cercando di risollevarsi provando a ricominciare nel modo più dignitoso possibile, ma i ricordi della guerra portano ancora le ferite nella mente di chi come il padre di Nobuo, il nostro protagonista di dieci anni, le ha vissute sulla sua pelle, chiedendosi se non fosse stato meglio morire in battaglia piuttosto che come disgraziati in uno scenario di povertà estrema.
Padre e madre gestiscono sulle rive di un fiume paludoso, un piccolo ristorante che funge loro anche d'abitazione.
Non sono gli unici, però, ad abitare in quel luogo. Da qualche giorno una strana imbarcazione ha ormeggiato a pochi metri dalla loro casa.
È Nobuo ha scoprire per caso chi vi abita. Sono un bambino suo coetaneo di nome Kiichan e sua sorella Ginko, di poco più grande. Diventeranno presto molto amici. Ma su quella barca non vivono soltanto loro; vi è anche la madre, che però non si fa vedere mai; e le voci intorno ad essa cominciano presto a circolare.
E allora, una famiglia come quella di Nobuo, dignitosa, umile, lavoratrice, non esita a donare a quei bambini che abitano in quel rudere galleggiante, quel poco che possiedono, fosse anche solo un sorriso.
Emblematica la frase che Kiichan sussurra udendo sua sorella, senza dare spiegazioni, non sarebbero necessarie: "Mia sorella...(pausa)...sta ridendo."
La storia è molto toccante, sembra un film più vecchio di quello che in realtà non sia, con un'eccellente fotografia in b/n e un montaggio e una regia che sembrano tecnicamente più accostabili a forme di cinema più vecchie del 1981, anno di uscita del film. C'è un certo fascino retrò, accostabile al neorealismo italiano, ma qui gli unici attori non professionisti sono i bambini del film, mossa sicuramente voluta per dare maggiore enfasi e spontaneità ai dialoghi.
Non siamo dalle parti di Ozu; o meglio, si potrebbe parlare di una trasposizione ottantiana, ma proprio per questo i fatti narrati tolgono quel velo di ingenuità e censura per raccontare in modo esplicito quanto avviene su schermo.
Sicuramente influisce anche il budget ristretto a cui è sottoposto il film. La si può ritenere un'arma in più, rende la narrazione ancora più reale e trasognata. Perché in fondo seguire questa storia dai nobili sentimenti è come sognare ad occhi aperti.
Accadono tante piccole cose, la quotidianità in una realtà povera, di chi deve fare i conti spesso con la durezza della vita. Avvenimenti che scandiscono con regolarità la gioia e il dolore.
Ho trovato molti momenti di forte intensità emotiva in questo film. Non viene richiamata la lacrima facile, penso che ognuno possa provare intimamente la sua personale interpretazione sui fatti che vi si narrano, in particolare sullo struggente finale.

Messaggio modificato da moonblood il 02 March 2012 - 09:14 PM