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[CINEMA] Locke


5 risposte a questa discussione

#1 Shimamura

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Inviato 06 May 2014 - 09:49 AM

Immagine inserita


di Stephen Knight


Ivan Locke (Tom Hardy) di mestiere fa il capocantiere, e dovrebbe sopraintendere ad uno dei progetti più grandi degli ultimi anni. Ivan Locke ha una famiglia, due figli, una moglie, e c'ha pure l'amante, anche se è stato solo per una notte.
Ivan Locke però ci ha pure la sfiga... così tanta che i gatti neri, quando lo vedono passare, si grattano... Oddio, c'ha pure il cognome di un filosofo, quindi immagino deve aver avuto anche un'infanzia difficile... che sfiga.
Locke è in macchina, diretto a Londra, dove la sua amante di una sera sta per dare alla luce un figlio suo, e lui non può mancare, ma nel frattempo deve dare conto al suo capo, spiegargli perché non sarà lì a dirigere i lavori domani, e spiegare al suo vice come comportarsi al suo posto, per evitare un disatro. Ma deve dire anche alla moglie che ha fatto una cazzata, che sta per diventare padre del figlio di un'altra e deve salvare una famiglia.
Knight imbastisce un film dove in realtà non succede niente, se non un mucchio di telefonate. L'intero film si svolge all'interno di una macchina, e tutti i personaggi, a parte Locke, non compaiono se non via etere. Eppure sembra quasi di essere in un Thriller, e di quelli agghiacianti, che ti incollano alla poltrona.
Costruendo le proprie fondamenta su una sceneggiatura solidissima, e su una delle più belle interpretazioni cinematografiche degli ultimi anni (Hardy è immenso nel ruolo dell'uomo medio, mai sopra le righe), Knight imbastisce una struggente e magnifica tragedia umana nel tentativo di Ivan Locke di salvare la propria vita dalla sgretolarsi tra le proprie mani. Famiglia, lavoro, tutto insieme scorrono tra le dita di Locke/Hardy, senza che Lui possa fermare le conseguenze delle proprie azioni.

Locke è un film stupendo, osannato dalla critica e da vedere assolutamente. Unica nota stonata dell'edizione italiana è il doppiaggio, non pessimo, ma comunque non all'altezza. Ma andatelo a vedere lo stesso, che se non lo fate rischiate che Locke vi passi per strada, e allora vi tocca la sfiga.

See ya soon!


Messaggio modificato da Shimamura il 12 May 2014 - 09:54 AM
reinserita locandina

Hear Me Talkin' to Ya




Subtitles for AsianWorld:
AsianCinema: Laura (Rolla, 1974), di Terayama Shuji; Day Dream (Hakujitsumu, 1964), di Takechi Tetsuji; Crossways (Jujiro, 1928), di Kinugasa Teinosuke; The Rebirth (Ai no yokan, 2007), di Kobayashi Masahiro; (/w trashit) Air Doll (Kuki ningyo, 2009), di Koreeda Hirokazu; Farewell to the Ark (Saraba hakobune, 1984), di Terayama Shuji; Violent Virgin (Shojo geba-geba, 1969), di Wakamatsu Koji; OneDay (You yii tian, 2010), di Hou Chi-Jan; Rain Dogs (Tay yang yue, 2006), di Ho Yuhang; Tokyo Olympiad (Tokyo Orimpikku, 1965), di Ichikawa Kon; Secrets Behind the Wall (Kabe no naka no himegoto, 1965) di Wakamatsu Koji; Black Snow (Kuroi yuki, 1965), di Takechi Tetsuji; A City of Sadness (Bēiqíng chéngshì, 1989), di Hou Hsiao-hsien; Silence Has no Wings (Tobenai chinmoku, 1966), di Kuroki Kazuo; Nanami: Inferno of First Love (Hatsukoi: Jigoku-hen, 1968) di Hani Susumu; The Man Who Left His Will on Film (Tokyo senso sengo hiwa, 1970), di Oshima Nagisa.
AltroCinema: Polytechnique (2009), di Denis Villeneuve ; Mishima, a Life in Four Chapters (1985), di Paul Schrader; Silent Souls (Ovsyanky, 2010), di Aleksei Fedorchenko; La petite vendeuse de soleil (1999), di Djibril Diop Mambéty; Touki Bouki (1973), di Djibril Diop Mambéty.
Focus: Art Theatre Guild of Japan
Recensioni per AsianWorld: Bakushu di Ozu Yasujiro (1951); Bashun di Ozu Yasujiro (1949); Narayama bushiko di Imamura Shohei (1983).

#2 JulesJT

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Inviato 06 May 2014 - 03:44 PM

Visualizza MessaggioShimamura, il 06 May 2014 - 09:49 AM, ha scritto:

Locke è un film stupendo (...)
(...) andatelo a vedere lo stesso, che se non lo fate rischiate che Locke vi passi per strada, e allora vi tocca la sfiga.


Mi hai convinto, frate'. :em66:


Immagine inserita


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#3 polpa

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Inviato 06 May 2014 - 04:22 PM

C'è Tom Hardy: lo polperò per forza.

#4 fabiojappo

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Inviato 06 May 2014 - 05:55 PM

Sì, buono. Ricordo di averlo visto alle 9 di mattina a Venezia, quando si ha ancora il cuscino attaccato, e mi ha svegliato subito perché è intrigante e ottimamente orchestrato.

Messaggio modificato da fabiojappo il 06 May 2014 - 05:55 PM


#5 polpa

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Inviato 12 May 2014 - 09:29 AM

Visto ieri, fortunatamente in lingua originale. E non lo dico perché sono un suo fan, ma Tom Hardy vale davvero 3/4 del film. Che è un bel film, ricco di tensione, girato benissimo, accompagnato da una colonna sonora azzeccata e da una fotografia "liquida" che mi ha ricordato certi usi che ne fa Michael Mann, il regista per eccellenza delle metropoli. Anche se qui siamo sulle autostrade dell'Inghilterra.
Naturalmente Locke è anche e soprattutto una gran bella sceneggiatura, che non si limita a giocare con la sfida che si è imposta in termini di "unità di luogo e di tempo" (il film scorre in tempo reale, 90 minuti di telefonate e adrenalina), in cui tutto ciò che normalmente è indicibile, per Locke diviene l'unica cosa che va detta, ad ogni costo. Perché lui è un "concrete man", nel doppio senso del calcestruzzo (concrete, in inglese), che è la sua occupazione, e dell'opinione che ha di se stesso, in contrapposizione con un padre debole e assente che Ivan Locke odia a morte. Ed è il secondo padre contro cui Hardy si scaglia con veemenza (dopo Warrior), mostrandoci così il suo lato al tempo stesso più furioso e vulnerabile.
Va visto sì.

Messaggio modificato da polpa il 12 May 2014 - 09:32 AM


#6 JulesJT

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Inviato 04 January 2015 - 06:24 PM

Visualizza Messaggiopolpa, il 12 May 2014 - 09:29 AM, ha scritto:

Visto ieri, fortunatamente in lingua originale.

Finalmente me lo sono pappato anch'io oggi in v.o.


Visualizza Messaggiopolpa, il 12 May 2014 - 09:29 AM, ha scritto:

Perché lui è un "concrete man", nel doppio senso del calcestruzzo (concrete, in inglese), che è la sua occupazione, e dell'opinione che ha di se stesso

Esatto - o meglio - si ostina nel perseguire questa autenticità/concretezza durante tutto l'arco del film proprio per dimostrare sia agli altri che a se stesso di essere assolutamente in grado di sapersi gestire in ogni situazione, costi quel che costi.
"Costi quel che costi" perché l'ostinazione è un'arma a doppio taglio, nel senso che ci consente di vivere come vorremmo, mirando verso un puntino in lontananza che per nome fa "onestà di coscienza"; tuttavia il raggiungimento di quel puntino può determinare la fine di tutto ciò che si è stati capaci di costruire fino a quel momento: famiglia, lavoro, amicizie, reti di relazioni varie. Insomma, lo sgretolamento della propria posizione sociale... tutto per sentirsi in pace con se stessi.
E Locke non ha fatto che questo. Ha rinunciato a una normalità comoda, si è tirato su i pantaloni, ha stretto per bene la cinghia, ha deciso di aiutare una donna che non ama ma nei confronti della quale sente un forte senso di responsabilità, "ha fatto l'uomo" e ha mandato a ph@nkulo i tizi di Chicago ( :em89:).
Se questo è l'uomo medio - beh - cribbio, voglio esserlo anch'io! Con tutti i miei difetti ma esposti alla luce del sole, goddamit! :em66:

Superlativo Hardy. Adesso mi è venuta un'irrefrenabile voglia di visionare la sua intera filmografia (dopo l'indimenticabile interpretazione in "Bronson" e il più che convincente "The Drop" insieme al leggendario James Gandolfini).
Non sono molti gli attori in grado di reggere il peso di un intero film a più riprese.
La scuola inglese non perdona. :glasses: Sempre detto. :doof:

Messaggio modificato da JulesJT il 04 January 2015 - 06:42 PM

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