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(The Embryo Hunts In Secrets)
Regia: Koji Wakamatsu
Anno: 1966
Sinossi:
Una coppia sale in un appartamento per fare sesso. Ma lui, non contento, lega la donna e la frusta a sangue. E’ l’inizio di un incubo…
ATTENZIONE SPOILER!!!!
Questo film non è una commedia e non è un film per passare una allegra serata in compagnia, è un pugno nello stomaco, puro e semplice. Wakamatsu gira il film con due soldi: scenografia essenziale, un piccolo appartamento spoglio e buio, due attori.
Il tutto però è funzionale allo scopo: esprimere un senso di oppressione, di cupo dolore senza via di scampo. Molte sono le inquadrature del corpo della donna riversa sul letto riprese dall’esterno della stanza in modo da creare una cornice con la porta. Lo sfondo è buio e il contrasto di luci rende in maniera efficace la situazione di costrizione in cui si trova la protagonista: i bordi della porta sono i bordi della gabbia nella quale è intrappolata e dalla quale non riesce a liberarsi.
Le scene di violenza si susseguono senza sosta: frustate, umiliazioni varie, torture psicologiche alternate a momenti di pausa con scene di carezze e coccole che rendono ancora più agghiacciante il film e la sua misoginia. A completare il senso di totale straniamento contribuiscono la colonna sonora e il montaggio. La prima presenta brani di musica classica che abbinati alle crude sequenze di tortura creano un forte contrasto contribuendo non poco a rendere insano il clima generale. Il secondo invece presenta tutta la gamma e la cifra stilistica tipica di Wakamatsu: dissolvenze in bianco, immagini sovraimpresse di torture medievali, feti e quanto altro abbinati a bruschi cambi di inquadratura.
Il finale ovviamente risulta prevedibile ma in fondo è proprio quanto ci si aspettava. E non solo noi, a ben vedere sembra quasi che sia lo stesso protagonista a ricercare quella morte tanto agognata che metta finalmente fine alla sofferenza dell’essere vivi.
Non lasciatevi ingannare, Embrione è a modo suo un film profondo, ben distante da prodotti usa e getta come le saghe di All Night Long e Guinea Pig alle quali potrebbe essere erroneamente accostato. In questi ultimi manca totalmente un punto di vista “altro” e a prevalere è solo l’istinto di sopraffazione. Embrione invece trova la sua ragione d’essere anche in virtù di una amara riflessione sulla condizione umana che lo qualifica come un prodotto dalla differente finalità narrativa.
Guardatelo.
ps: ogni tanto lo potete beccare sottotitolato in italiano su Fuori Orario
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