Visto oggi alla Mostra del cinema di Venezia.
Takeshi Kitano è grande, i suoi ultimi film molto meno.
Su novanta minuti se ne salvano sei. Quelli stupendi in cui entrano in scena lui ed il suo carisma incredibile.
Il cervello gli funziona benissimo, il personaggio c'è tutto e le idee non mancano, ha semplicemente perso la vena geniale che lo alimentava fino ad una decina d'anni fa. Per capire, le prime battute che dice il personaggio interpretato dal regista stesso sono:
1) Si dice in giro che io sia morto
2) Nessuno si ricorda più di me
Così, gratuitamente, senza una necessità del film. Prova a fare il suo solito gioco col pubblico.
Kitano riserva per sè le scene più violente e folli, quelle che si ricordano, lasciando agli altri ottantaquattro minuti l'ingrato compito di ammazzare lo spettatore a suon di dialoghi serrati, infiniti, tra
Yakuza che non spiccano di doti cerebrali.
Il film è prolisso, è verbale ed i dialoghi sono formati
quasi esclusivamente da nomi propri di persone e nomi di fazioni malavitose. Pochi verbi, aggettivi, pronomi e complementi oggetto. Nomi a valanga. Come se ci fossero un migliaio di personaggi principali quando nella trama se ne vedono forse cinque. Questa scelta originale andrà bene per il Guinnes dei primati ma non per le orecchie annoiatissime.
Dopo un'oretta di scambi serrati fatti di nomi giapponesi il film parte con le
pistolettate, a chi non si capisce bene e oramai non interessa nemmeno. Bello il finale, dopotutto anche quello è una delle sue scenette privilegiate contata all'interno dei sei minuti di cui sopra.
Ho contato una media di sette proiettili per ogni cattivone ucciso. Semplici comparse sembravano immortali. Nemmeno i
Mercenari di Stallone era arrivato a tanto.
Kitano non ne fa una giusta da troppo tempo. E' davvero ora di ritirarsi.
Sconsigliato
Messaggio modificato da lordevol il 04 September 2012 - 02:05 AM
3
cinema
cinema
cinema
cinema
