Yourself and Yours
Dangsinjasingwa dangsinui geot
Anno: 2016
Durata: 86 min.
Regia: Hong Sang-soo
Cast:
Kim Ju-hyuk, Lee Yoo-Young
Kim Eui-sung, Kwon Hae-hyo
SINOSSI
È innamorato di lei, ma quando il pittore Youngsoo viene a sapere da un amico che la sua amata Minjung è stata vista ubriaca, comincia ad avere dei dubbi sulla loro relazione. Lei per contro aveva promesso di lasciar perdere gli alcolici, quindi qualcuno sta mentendo, ma chi?
COMMENTO
I coreani e le sbronze, le bevute interminabili di soju nei locali, la dipendenza etilica. Difficile pensare a un popolo così orgogliosamente dipendente dell’alcol come quello sudcoreano, nella cui cultura ubriacarsi non pare abbia alcuna connotazione disdicevole. Gli Alcolisti Anonimi qui devono cambiare lavoro. E a ciò si aggiunge la diffusa assenza nella popolazione, come in altre asiatiche, dell’enzima del fegato che smaltisce l’alcol etilico, per cui basta un bicchiere per andare fuori. Lo vediamo nel cinema di Hong Sangsoo, le cui narrazioni passano per i tanti momenti conviviali dove l’alcol scorre a fiumi. E un discepolo del regista, Noh Youngsoo, ha realizzato il film Daytime Drinking, vera e propria esaltazione del potere catartico dell’alcol, dello stato di ebbrezza come modo per esprimere al pieno noi stessi.
Ora però nel nuovo film di Hong Sangsoo, Yourself and Yours, sbarcato a Rotterdam dopo essere stato presentato in altri festival internazionali, qualcuno dà una connotazione negativa all’alcol. È il pittore Youngsoo che trova deprecabile che la sua fidanzata sia stata vista ubriacarsi, non tanto per il fatto in sé quanto perché senza di lui e a sua insaputa. Il delatore è un amico che si precipita a casa sua a riferire il pettegolezzo all’inizio del film, proprio come Mathieu/Fernando Rey entra nell’agenzia viaggi nell’incipit di Quell’oscuro oggetto del desiderio. Hong Sangsoo, grande seguace della Nouvelle Vague francese ora conduce un gioco dichiarato con Luis Buñuel. Il bere, in Yourself and Yours, comincia ad assumere così un significato di proibito, tale da generare la gelosia nell’uomo. E da una serie di altre battute – l’uomo che incontra la ragazza e le ricorda di quella volta che si erano ubriacati insieme – sembra tingersi di allusioni sessuali. “Ti hanno visto ubriacarti insieme a un altro”, parodiando Gianni Morandi. Il sessismo della società coreana, l’uomo che pensa di comandare, e la sua mancanza di fiducia verso la fidanzata che nega, porta alla rottura. “Se non smetti di bere ti mollo.” Si tratta dell’ennesimo tassello delle schermaglie tra i sessi raccontate dal regista di Woman Is the Future of Man. E l’emancipazione femminile passa per la rivendicazione di bere da sole. E, perché no, ubriacarsi.
Quando un altro personaggio incontra casualmente Minjung, le ricorda di quella volta che si erano ubriacati insieme, ma lei cade dalle nuvole e dopo ripetute insistenze rivela l’esistenza di una sorella gemella con cui si sarebbe confuso. Hong Sangsoo ci porta dalle parti della commedia degli equivoci, naturalmente giocata a modo suo. Raccontata con il suo stile di regia minimalista, di inquadrature fisse e ogni tanto uno zoom dirompente.
Si aprono due whodonit come fosse una detective story. Minjung si è davvero ubriacata quella volta? Minjung ha davvero una sorella gemella oppure è un trucco per prendersi gioco degli uomini possessivi e prepotenti? O è stata l’ubriachezza ad aver cancellato i ricordi? Oppure l’alienazione sociale fa sì che non riconosca i suoi partner di bevute, a differenza di loro che non se ne sono affatto dimenticati? Strano che Youngsoo, il suo fidanzato, non sia al corrente che la ragazza abbia una gemella. Quando l’ulteriore uomo, il regista, pure dice a Minjung di conoscerla e lei ancora cade dalle nuvole, stavolta non si giustifica con l’esistenza di una sorella, come mai? Ma il mistero si infittisce quando il secondo personaggio, ormai il suo ex, l’unico ad aver avuto la rivelazione della gemella, la vede e lei nuovamente non lo riconosce, e lui si stupisce, avendo ormai conosciuto entrambe le sorelle. Minjung dice di non aver mangiato, ma l’abbiamo appena vista cenare nella scena precedente. Quando Minjung ritorna insieme a Youngsoo, la sua gemella lascia l’altro. Forse sono davvero la stessa persona? Ogni volta che si passa da una scena con una gemella e una scena con l’altra, queste hanno sempre lo stesso vestito, del resto.
A un certo punto Hong ci mostra la situazione di un manichino in una vetrina, cui viene cambiato il vestito. Minjung cambia i suoi abiti interiori e gioca con gli uomini gretti e ottusi. È lei a lanciare loro delle metaforiche secchiate d’acqua, come quelle del film di Buñuel. Conchita può assumere le fattezze di Carole Bouquet e Ángela Molina, Minjong può assumere diverse personalità ma rimanendo nella stessa fattezza. I gemelli sono uguali fuori ma diversi dentro proprio come i film di Hong Sangsoo, tutti molto simili, variazioni sul tema, ripetitivi all’apparenza.
Minjong ottiene la riconciliazione con il fidanzato sguinzagliando le sue personalità. E rivitalizza il loro rapporto con una sorta di “reset”. D’ora in poi Youngsoo ignorerà qualsiasi maldicenza e con involontaria ironia le dice “Grazie di essere te stessa”. Ma lei a letto, nello stacco con la candela che si è ridotta, sparirà: la sua presenza è quanto mai fantasmatica. L’importante è che nella riconciliazione si confermi il potere salvifico del bere: “Non beviamo che per ubriacarci”, “Bevi quanto vuoi, non c’è nulla di sbagliato nel bere”. Konbae!
[recensione da Quinlan.it scelta dal subber MarcoMx]
SOTTOTITOLI
(versione: bluray)
Traduzione: MarcoMx
Messaggio modificato da fabiojappo il 08 December 2019 - 07:45 PM