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Swordsman
Hong Kong, 1990
Regia: Tsui Hark, Ching Siu-tung, King Hu, Ann Hui, Andrew Kam
Soggetto: romanzo di Louis Cha.
Sceneggiatura: Kwan Man-leung.
Fotografia: Ardy Lam, Peter Pau.
Montaggio: Marco Mak Chi-Seen, David Wu.
Musica: James Wong, Romeo Díaz.
Produzione: Tsui Hark, per Golden Princess, Long Shong, Newport.
Durata: 120'
Cast: Sam Hui (Ling Wu Chung), Cecilia Yip (la ragazza),
Jacky Cheung (Ah Yeung), Man Cheung (Yin), Lam Ching-Ying (Kuk),
Lau Shun (l'Eunuco), Lau Siu-ming (Ngok), Wu Ma (Lau),
Fennie Yuen (Fenice Blu), Yuen Wah (Zhor), Cheung Ming-man
Negli ultimi anni della dinastia Ming, un manuale di kung-fu noto come il Sacro Volume viene trafugato dalla biblioteca dell' imperatore e un distaccamento dell'esercito, capeggiato da un malvagio Eunuco, viene inviato a recuperarlo. Ling Wu Chung un giovane uomo di spada della setta del Monte Wah e il suo compagno (in realtà una ragazza) vengono accidentalmente coinvolti quando aiutano il loro maestro a consegnare un pacchetto all'uomo che ha rubato la pergamena, il maestro Lam Chun Nam. Ma l'esercito non è l'unico a cercare il volume: subentrano infatti un samurai giapponese, la setta cinese illegale Sole-Luna, pratica di magia nera, una scuola di barcaioli, una tribù di guerriere maneggiatrici di serpenti, una scuola di arti marziali rivale e il leader della stessa scuola del giovane spadaccino. Non mancano poi complicazioni sentimentali, che coinvolgono il protagonista e la sua vecchia compagna, figlia del leader della sua scuola, una donna giapponese, e due maneggiatrici di serpenti (Fenice Blu e la loro leader, la principessa Yin-Yin).
Coreografie di lotta pirotecniche ed epiche, umorismo e dettagli, eroismo e soprannaturale. E in più una fotografia sopraffina e una regia elegante e mobilissima. Il film, secondo le intenzioni del produttore e autore Tsui Hark, avrebbe dovuto essere diretto interamente dal grande King Hu, che però non poté proseguirlo – si dice – per ragioni di salute (anche se, in segno di grande rispetto, rimane accreditato come regista). Lo stesso Tsui dunque prese in mano la direzione del film, coadiuvato da Ching Siu-tung (ma il film è passato anche per le mani di Ann Hui e Raymond Lee e Andrew Kam) e a questo si deve, da un lato, l'impostazione assai più moderna e concitata dell'opera e, sul versante negativo, la confusione a livello narrativo derivata dal lavoro a più (troppe) mani: la trama un po' complicata e contorta e lo sbilanciamento di molti dei personaggi secondari, che entrano e escono dal film in modo non sempre ben motivato. Ma a parte questi limiti oggettivi, il film è godibilissimo e presenta momenti di grande bellezza, ricco com'è di azione, atmosfera e scene di ampio respiro.
* Nota di traduzione: il personaggio di Cecilia Yip, che in inglese viene chiamato "Kiddo" (un appellativo rivolto familiarmente a una persona giovane), era abbastanza intraducibile. Suppongo che il protagonista lo usi per non svelarne il sesso davanti agli altri e spacciandola per un maschio. Ho preferito però tradurlo come "ragazzo", vista la mia idiosincrasia nel lasciare i termini in inglese in film non inglesi. Ho tradotto invece "fratello" l'appellativo senior con cui lei si rivolge a lui.
Se però qualcuno sa suggerirmi dei termini migliori, li posso sempre modificare. ^^
Messaggio modificato da fabiojappo il 27 December 2014 - 05:27 PM