Wai Ka Fai, 2009

un brillante avvocato perde la vita in un incidente stradale in cui rimane coinvolta anche la sua famiglia. moglie e figli però sopravviviono e la figlia maggiore, rimasta cieca, decide di scrivere per alleviare il dolore della perdita. e scrive un racconto in cui il padre è l'unico sopravvissuto dell'incidente e rimane a sua volta cieco, mentre lei, la madre e il frtello decidono dopo morti da raggiungerlo nel mondo dei vivi per accompagnarlo. nella novella, anche il padre stesso scrive un racconto in cui la famiglia si ritrova unita. questi cortocircuiti tra realtà e finzione e tra vita e morte e tra fantasmi e vivi non possono passare inosservati a lungo...
...a me non ha lasciato per nulla un'impressione convinta sul volto, 'sto film. come per altre volte, un film che sulla carta era veramente intrigante, una volta realizzato in pratica non mi soddisfa. non che non ci siano belle scene (l'arrivo della moglie a casa del marito nel racconto, e tutto il tratto in cui lei si finge maria, la domestica filippina, per tacito accordo; oppure il trasloco della casa al cimitero) ma è proprio il continuo passare da un universo all'altro, da un piano all'altro, senza transizione e senza nulla che la marchi, che rende l'impianto del film qualcosa da guardare a distanza: ti invita a lasciarti andare ai sentimenti per quello che vedi, ma poi ammicca qua e là accendandoti che se vuoi capire come funziona l'intreccio lo puoi fare. ma la scelta è rischiosa, perché se mi stranio e ci ragiono, mi allontano dalle emozioni, e la recitazione così urlata dei personaggi mi suona falsa. se ci sto dentro la storia, invece, e la lascio fluire come se niente fosse, comincia ad infastidirmi tutta quella voce off che ogni tot vuole riprendere il filo?
un film quindi in bilico tra emozioni e cerebralità, come la moneta in equilibrio instabile che cita lo stesso regista. un film contraddittorio e ambizioso. per me, assolutamente non bello e nemmeno geniale, perché è troppo artificioso. però interessante.
un'altra ciambella dal sacco di wai ka fai, che continua lungo la strada del se fosse di Too Many Ways e dei mondi paralleli di Mad Detective (che stavolta forse non esistono solo nella mente dei protagonisti, però), ma anche stavolta una ciambella che manca del buco.