- Titolo internazionale: The Magic Hour
- Titolo originale giapponese: Za MajikkuAwa-
- Regia: Koki Mitani
- Sceneggiatura: Koki Mitani
- Produttori: Chihiro Kameyama, Yoshinari Shimatani
- Direttore della Fotografia: Hideo Yamamoto
- Data di uscita: 7 giugno 2008
- Durata: 136 min.
- Genere: Commedia
- Lingua: Giapponese
- Nazionalità: Giappone
- Cast: Koichi Sato, Satoshi Tsumabuki, Eri Fukatsu, Toshiyuki Nishida, Haruka Ayase, Fumiyo Kohinata, Susumu Terajima, Goro Ibuki, Shosuke Tanihara, Kazuyuki Asano, Keiko Toda e poi ancora Koji Yamamoto, Toshiaki Karasawa, Kiichi Nakai, Keisuke Horibe, Kyoka Suzuki, Teruyuki Kagawa, Yuki Amami, Yasufumi Terawaki, Masahiro Komoto, Shingo Katori
- Premi: New York Asian Film Festival: premio del pubblico.
- Link: IMDB, asianwiki
Bingo (Satoshi Tsumabuki) viene scoperto a letto con Mari (Eri Fukatsu), la pupa del boss Tessho (Toshiyuki Nishida), capo della banda di gangster che tiene in pugno la città portuale di Sucago. Bingo finirebbe in pasto ai pesci se non si inventasse di poter condurre dal boss Della Togashi, assassino leggendario di cui nessuno conosce l'identità. In realtà intende usare al suo posto Murata, attore fallito (Koichi Sato), al quale invece farà credere che sta girando un film. Abbagliato dalla possibilità di essere finalmente protagonista, Murata si butta a capofitto nella parte e si immedesima anche fin troppo...
The Magic Hour è, innanzitutto, una scoppiettante commedia degli equivoci tenuta insieme da una sceneggiatura millimetrica e da un cast affiatato di star che dà il meglio di sé anche in piccoli ruoli.
Il titolo si riferisce a quel momento della giornata a cavallo del tramonto in cui la luce del sole, meno diretta che nelle altre ore diurne, diventa dorata e morbida, rende caldi i colori e dona alle cose un’eterea aura ultraterrena. è il momento prediletto da molti direttori della fotografia e registi, ma anche il più difficile da cogliere. Qui rappresenta anche il momento magico della propria vita in cui si è al meglio e in cui si presentano le opportunità migliori. Niente paura se sfugge, ci sarà un’altra magic hour il giorno dopo, finché il sole continuerà a sorgere e tramontare. Ma al di là della trama e della sua morale, al di là delle situazioni esilaranti e della comicità travolgente, gli elementi di spicco del film sono la sua dimensione nostalgica e quella metacinematografica.
Fin dall'inizio lo spettatore è risucchiato in una bolla spaziotemporale: l'apertura a iride, che ricorda i film muti, sulla scenografia di una città non giapponese dal nome di Sucago (evidente riferimento alla Chicago di Al Capone), che sembra uscita da un film hollywoodiano degli anni Trenta, mostra l'arrivo di un’auto d'epoca da cui escono uomini in doppio petto, pistola alla mano, e irrompono nell'hotel dove una ragazza in baby doll e pettinatura a onde fuma una lunga e affusolata sigaretta. Ci vuole un po’ perché lo spettatore si accorga, vedendo comparire sullo schermo computer e cellulari, che la storia in realtà si svolge ai giorni nostri. Ma la magia è iniziata, e l'’mpressione di trovarsi in piena epoca d'oro di Hollywood non abbandona mai lo spettatore. I riferimenti che si possono trovare sono tanti: da Billy Wilder, da sempre ispiratore di Mitani, al primo Woody Allen, dal gangster movie al noir sino alla commedia screwball degli anni Trenta e Quaranta. Ciononostante, Mitani rende il film profondamente giapponese inserendo momenti carichi di pathos e sentimento.
La morale ultima del film è che il cinema stesso è una magic hour: non resta che sedersi in poltrona e goderselo lasciandosi ammaliare dalla sua luce e dalle graziose bolle che emana nell’aria.
Una curiosità sul film: come succede in altri film di Koki Mitani, anche in The Magic Hour un personaggio del film precedente del regista ritorna in un piccolo ruolo. In questo caso è Kenji Tadano, cantautore sfortunato, che era stato il protagonista del film The Wow-Choten Hotel.
Anche qui preparatevi un divano o un tappeto morbido sul quale rotolarvi dalle risate.
Il brano musicale colonna sonora del film è I'm forever blowing bubbles (Faccio sempre bolle di sapone), cantato da Eri Fukatsu. Si tratta di una canzone che debuttò nel musical di Broadway The Passing Show del 1918, ma divenne famosa quando fu adottata come inno della squadra dai tifosi del West Ham United, club calcistico londinese. Un'interessante versione strumentale è contenuta nel film Accordi e disaccordi di Woody Allen, dal quale film The Magic Hour ha preso anche l'idea del personaggio seduto sulla luna (lì era Sean Penn).
Alla fine del film, durante i titoli di coda, sulle note di un'altra versione della canzone, cantata sempre da Eri Fukatsu, potete vedere in una scena accellerata tutta la costruzione della scenografia principale del film.

Sottotitoli: versione cowry 2 cd
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Messaggio modificato da fabiojappo il 17 November 2012 - 05:09 PM