Minimalismo romantico. Tempi dilatati. Atmosfere eteree. E su tutto il -peso del- cielo, scuro, che oscura, anche quando è limpido (fotografia eccezionale), sempre presente, come fosse un muro messo lì ad impedire l'esternazione dei sentimenti, che scorrono incessantemente; ma messo lì anche ad acuire quel sapore vitreo e limpido, mentale -ma non meno intenso- e sussurrato che questi sentimenti hanno. Vengono narrati in continuazione, con le espressioni (splendidi, bravissimi tutti e 4 gli attori), gli oggetti, i silenzi e i suoni. Composizioni semplici e pregnanti, in nessun caso una posa del regista.
E' chiara la confezione stilistica del film e il tipo di poesia su cui fa leva ma, cosa racconta? Di due figure tristi. Di una storia d'amore dal sapore esistenzialista. Del destino.
Voto: 9
p.s.
Se quando lo rivedrò mi demolirà come ha fatto la prima volta [
-.-], il voto passerà a 10. Non ne sono totalmente sicuro ma credo sia la più bella storia d'amore che abbia mai visto.
Allo scambio di battute finale ho sentito una bomba atomica scoppiarmi nel cuore, niente lacrime, solo un dolcissimo shock.
p.p.s.
Se avete problemi a trovare copie del film vi consiglio di cercarlo come "sukida tlf" e non "su-ki-da tlf"