TAIPEI EXCHANGES
Regia: Hsiao Ya-chuan
Sceneggiatura: Hsiao Ya-chuan
Cast: Kwai Lun-mei, Zaizai Lin, Chang Han
Musica: Summer Lei, Hou Zhi-jian
Produzione: Taiwan, 2010
Taipei Exchanges è un film del 2010 diretto da Hsiao Ya-Chuan, ex collaboratore di Hou Hsiao-hsien (qui in veste di produttore), al suo secondo lungometraggio.
è un film che parla di sogni, speranze, viaggi e valore degli oggetti, sullo sfondo di una Taipei tanto affascinante, quanto ideologicamente distante dalla morale che emerge da questa storia narrata con la delicatezza e la ricercatezza stilistica alle quali il cinema di Taiwan ci ha da tempo abituati.
Doris è una ragazza che ha un sogno, quello di realizzare un locale tutto suo specializzato in bevande a base caffè e dolci di fatti in casa di svariato genere, un bar elegante e informale allo stesso tempo e a 28 anni realizza il suo desiderio aprendo a Taipei il Dori's Cafe. Joise, invece, è la sorella di Doris, una ragazza più sbarazzina che fatica a trovare il suo posto nella società, così la madre decide di affidarla alla sorella e farla lavorare nel locale appena aperto. Ma gli affari non vanno come ci si aspetta fino a quando Joise ha una brillante idea, riempire il locale di oggetti strambi e d'antiquariato, non da vendere, ma da barattare con i clienti. Ogni cliente può portarsi a casa un oggetto, a patto di lasciarne uno di congruo valore. La diffidenza di Doris si trasforma in piacevole stupore constatando che gradualmente l'innovazione porta i suoi frutti, sempre più persone attratte dall'idea vengono a dare un'occhiata e colgono l'occasione per consumare qualcosa. La reazione di Joise è opposta, l'entusiasmo iniziale si trasforma in disillusione quando capisce che il baratto in se non le permetterà di ottenere grossi profitti. Le cose procedono normalmente fino a quando un giorno si presenta uno strano ragazzo con 35 saponette provenienti da paesi diversi e, anche se non trova nulla di interessante con cui barattarle, le lascia nel locale e inizia a raccontare una storia per ognuna di esse. E così Doris inizia fantasticare di viaggiare per il mondo e avere altrettante storie da poter condividere.
Taipei Exchanges è un film leggero, grazioso e interessante, con qualche difetto di troppo ma assolutamente piacevole grazie anche alla breve durata. Tecnicamente è di certo apprezzabile per gli sprazzi della regia, non priva di trovate originali e tocchi di classe anche se in alcuni frangenti ostacolata da un montaggio a tratti invasivo. Discutibile la scelta della musiche e in particolare di alcune canzoni eccessivamente melense e inadatte al contesto. Ottima la performance delle due attrici Kwai Lun-mei e Zaizai Lin che danno vita a due personaggi diversi, complementari e realistici con una recitazione molto composta ma di indubbia efficacia.
La riflessione portata avanti da Hsiao Ya-Chuan è quella sul valore degli oggetti, sul legame che si instaura fra oggetto e proprietario e sul significato che l'oggetto si porta dietro in quanto contenitore di storie, sentimenti e passioni. Si tratta probabilmente di una critica al materialismo sempre più diffuso che vuole dare una valore oggettivo a ogni cosa privando e disumanizzando tutto ciò che ci sta intorno e distogliendo lo sguardo dal valore spirituale delle cose, che non è legato agli oggetti in quanto tali ma al significato che essi hanno per i singoli soggetti. Una riflessione forse banale, puerile e scontata, ma anche terribilmente necessaria. E quel che conta è che questa idea basta al film per farsi interessante, per tirarsi fuori dalla noia (che ogni tanto si affaccia timidamente per presto scomparire fra le pieghe della narrazione), per ritagliarsi un posto fra i numerosi lungometraggi di Taiwan che hanno attirato l‘attenzione di molti appassionati di cinema orientale anche su AsianWorld. Quest'idea dello scambio, del baratto come forma di progressione e arricchimento interiore diventa presto il leitmotiv dell'intero film e non si limita alla sfera del locale di Doris e agli oggetti dei clienti, ma si estende e si dilata sempre più arrivando infine a inglobare l'intera esistenza dei personaggi laddove la materia del baratto, nella fase finale, diventa la vita stessa di queste due simpatiche sorelle che si scambiano i ruoli (e anche i sogni) all'interno della società.
In conclusione, che non siamo di fronte ad un capolavoro l'abbiamo già detto. Peccato anche che il film non riesca a decollare sul piano emotivo, mantenendosi, forse volutamente ma altrettanto poco profittevolmente, su un perpetuo stato di freddezza. In ogni caso, niente che ne infici irrimediabilmente il valore e che possa privarlo dall'essere comunque degno di considerazione soprattutto da chi ama le forme e le suggestioni della recente filmografia di Taiwan.
Recensione di Nosferatu
Messaggio modificato da Nosferatu il 06 February 2012 - 01:09 AM