

[NEWS] 69esima Mostra di Venezia - I titoli asiatici in programma
Iniziato da François Truffaut, Feb 16 2012 10:54 PM
71 risposte a questa discussione
#46
Inviato 27 July 2012 - 12:28 AM
Ma Sion Sono? Strano, pensavo di trovarlo nel programma.
Sottotitoli per AsianWorld: The Most Distant Course (di Lin Jing-jie, 2007) - The Time to Live and the Time to Die (di Hou Hsiao-hsien, 1985) - The Valiant Ones (di King Hu, 1975) - The Mourning Forest (di Naomi Kawase, 2007) - Loving You (di Johnnie To, 1995) - Tokyo Sonata (di Kiyoshi Kurosawa, 2008) - Nanayo (di Naomi Kawase, 2008)
#47
Inviato 28 July 2012 - 10:09 AM
Infatti, e Sion Sono, salvo sorprese, non è nemmeno nel programma di Toronto
asilo sotto il mio passo tutto il giorno
i loro festini smorzati mentre la carne cade
erompendo senza paura né vento favorevole
le guantilope del senso e del nonsenso corrono
prese dai vermi per quel che sono
1935 samuel beckett
constant shallowness leads to evil
i loro festini smorzati mentre la carne cade
erompendo senza paura né vento favorevole
le guantilope del senso e del nonsenso corrono
prese dai vermi per quel che sono
1935 samuel beckett
constant shallowness leads to evil

#48
Inviato 08 August 2012 - 05:16 PM
Traduzioni solo: Nobody to Watch Over Me, The Crab Cannery Ship, Barefoot Gen II, Treeless Mountain, Hole in the Sky, A Brand New Life , Mukhsin, Non-ko, Outrage, The Convert, Aogeba Totoshi, China My Sorrow, Best Wishes for Tomorrow, The Volatile Woman, The Strange Story of Oyuki, Carmen Comes Home, Erotic Liaisons, Seventh Code, Song of the Horse, Tamako in Moratorium, Cream Lemon, Monsters Club, Father's Day, Uniform, The Ball at the Anjo House, La La La at Rock Bottom, Here Then, Exit, Happy-Go-Lucky, To Sleep So As to Dream, Our Daily Bread, The Boss Wife
Traduzioni squadra: The Borrower Arrietty, I Wish, Buddha Mountain, Hoshi o ou kodomo, The Fourth Portrait, My Magic, The Ravaged House, Sketches of Kaitan City, Love for Life, The Tibetan Dog, Typhoon Club, White Morning, Demon, Gu Gu the Cat, Tokyo Marigold, Kaza-hana, Hokusai, Kenji Mizoguchi: The Life of a Film Director, The End of Summer, My Man
Drama: Shokuzai, Going My Home /// Altro Cinema: Welcome to the Dollhouse , How I Ended This Summer, La Virgen de los Sicarios, Submarino, La traversée de l'Atlantique à la rame, California Dreamin', Something Has Happened, Laissé inachevé à Tokyo
#50
Inviato 05 September 2012 - 01:07 AM
Tai Chi 0 di Stephen Fung
A chi non piacciono i vecchi telefilm di Batman?
Quelli con i 'bang' sovra impressi, quelli che staccavano per la pubblicità quando per l'eroe sembrava la fine.
Basta portare questa ricetta in un film in costume, all'alba della rivoluzione industriale, tocciato in un divertentissimo brodo di arti marziali e viene fuori Tai chi 0.
La trama parla di un ragazzo nato con una protuberanza in testa che, se colpita forte, lo fa diventare una macchina da guerra indiavolata. L'abuso di questo potere, però, lo sta piano piano facendo morire, così il suo Maestro gli dice di recarsi in un fantomatico villaggio per sostituire quella forza cieca e tossica con l'arte del Thai chi.
Il film gira attorno al concetto di amore/odio che contraddistingue, in oriente, la relazione con l'occidente. Due esempi:
- lo scontro/incontro tra arti della lotta orientale e le macchine a vapore occidentali,
- l'amore per una donna occidentale che porta conseguenze belle e tragiche
Il regista fa di tutto per non fare annoiare lo spettatore, fa largo uso di grafica computerizzata, picture in picture, parallassi iperboliche, scritte in sovrimpressione che vengono demolite durante i combattimenti e inserti hi-tech sugli arti inferiori a dare l'impressione di potenza delle mosse speciali.
Tra angurie volanti che ricordano fruit ninja e fumo allucinogeno, la battaglia finale è originale e serrata.
Il Maestro Chen, poi, spacca.
Peccato solo che finisca a metà della storia e la seconda parte esca ad ottobre.
Rimane comunque consigliato
A chi non piacciono i vecchi telefilm di Batman?
Quelli con i 'bang' sovra impressi, quelli che staccavano per la pubblicità quando per l'eroe sembrava la fine.
Basta portare questa ricetta in un film in costume, all'alba della rivoluzione industriale, tocciato in un divertentissimo brodo di arti marziali e viene fuori Tai chi 0.
La trama parla di un ragazzo nato con una protuberanza in testa che, se colpita forte, lo fa diventare una macchina da guerra indiavolata. L'abuso di questo potere, però, lo sta piano piano facendo morire, così il suo Maestro gli dice di recarsi in un fantomatico villaggio per sostituire quella forza cieca e tossica con l'arte del Thai chi.
Il film gira attorno al concetto di amore/odio che contraddistingue, in oriente, la relazione con l'occidente. Due esempi:
- lo scontro/incontro tra arti della lotta orientale e le macchine a vapore occidentali,
- l'amore per una donna occidentale che porta conseguenze belle e tragiche
Il regista fa di tutto per non fare annoiare lo spettatore, fa largo uso di grafica computerizzata, picture in picture, parallassi iperboliche, scritte in sovrimpressione che vengono demolite durante i combattimenti e inserti hi-tech sugli arti inferiori a dare l'impressione di potenza delle mosse speciali.
Tra angurie volanti che ricordano fruit ninja e fumo allucinogeno, la battaglia finale è originale e serrata.
Il Maestro Chen, poi, spacca.
Peccato solo che finisca a metà della storia e la seconda parte esca ad ottobre.
Rimane comunque consigliato
Messaggio modificato da lordevol il 05 September 2012 - 01:10 AM
#51
Inviato 06 September 2012 - 07:21 AM
Gosu tamen, wo cheng baihe qu le
Di Li Ruijun
Il fascino della Cina rurale non basta a tenere a galla un film che ripete ciclicamente sempre gli stessi tre concetti per due ore.
E' un'opera prima girata tra amici e parenti del regista.
Scena cult quando il nonno convince il nipotino di otto anni a seppellirlo vivo pur di evitare di essere cremato una volta morto. Il top del top quando una volta seppellito gli chiede se aveva fatto un buon lavoro e il nonno risponde da sotto terra
Divertente che il nonno non pensi minimamente alle conseguenze psicologiche sul nipotino.
Inquadrature fisse senza colonna sonora, lentezza e massima liberta' di espressione agli attori (che in effetti se ne stanno li davanti a fare i cazzi loro).
Sconsigliato
Di Li Ruijun
Il fascino della Cina rurale non basta a tenere a galla un film che ripete ciclicamente sempre gli stessi tre concetti per due ore.
E' un'opera prima girata tra amici e parenti del regista.
Scena cult quando il nonno convince il nipotino di otto anni a seppellirlo vivo pur di evitare di essere cremato una volta morto. Il top del top quando una volta seppellito gli chiede se aveva fatto un buon lavoro e il nonno risponde da sotto terra

Divertente che il nonno non pensi minimamente alle conseguenze psicologiche sul nipotino.
Inquadrature fisse senza colonna sonora, lentezza e massima liberta' di espressione agli attori (che in effetti se ne stanno li davanti a fare i cazzi loro).
Sconsigliato
#52
Inviato 07 September 2012 - 06:05 PM
Three sisters di Wang bing
Quando da piccolo mi cantavano 'nella bella fattoria', l'immagine che mi veniva in mente era un bel po' diversa da quella descritta in questo documentario.
Due ore e mezza di nebbia, freddo, scarpe fradice, coperte umide, bambini sempre al lavoro ed animali da allevare con tutti i riti quotidiani che ne seguono.
Si dorme su materassi di paglia, dentro catapecchie di legno con pavimenti in terra, si passano le serate a spulciarsi a vicenda, ogni giorno sempre lo stesso cibo, la fermata per lo scuolabus distante una collina ed un guado di ruscello.
Somiglia alla profonda campagna dell'Italia nel dopoguerra.
La Cina rurale non romanzata è davvero molto meno poetica di quanto di solito non ne si evinca dai film.
Documento importante ma palpebre pesanti sempre in agguato.
Mi è piaciuto e la tecnica del regista è sopraffina ma non me la sento di prendermi la responsabilità di consigliarlo
Lotus di Shu Liu
L'ho visto ieri ed oggi me lo ricordo appena. Mi ricordo una ragazza dai principi rivoluzionari, che credeva fortemente in una Cina dove la libertà di espressione fosse possibile, mi ricordo un licenziamento, e dopo un altro ancora fino a ridurla per strada, violentata da polizia e da uomini soli, ricchi e grassi.
Mi ricordo un finale imbarazzante in cui nemmeno il regista mezzasega sa decidersi, e dá allo spettatore due possibilità, che si prenda pure quella che preferisce.
Acqua fresca che scivola via dalle dita, sconsigliato.
Come enunciato a voce possente e baritonale, in piedi, nel lungo silenzio tra l'ultima immagine ed i titoli di coda dal paolone:
Ecco, vedi, questo film non ci insegna niente!
(infatti noi tutti speravamo che la morale fosse quella che se sei una donna puoi ridurti come cazzo vuoi che alla fine un grassone unto coi soldi te lo puoi sempre scopare e vivere di rendita. Ci siam rimasti male)
Quando da piccolo mi cantavano 'nella bella fattoria', l'immagine che mi veniva in mente era un bel po' diversa da quella descritta in questo documentario.
Due ore e mezza di nebbia, freddo, scarpe fradice, coperte umide, bambini sempre al lavoro ed animali da allevare con tutti i riti quotidiani che ne seguono.
Si dorme su materassi di paglia, dentro catapecchie di legno con pavimenti in terra, si passano le serate a spulciarsi a vicenda, ogni giorno sempre lo stesso cibo, la fermata per lo scuolabus distante una collina ed un guado di ruscello.
Somiglia alla profonda campagna dell'Italia nel dopoguerra.
La Cina rurale non romanzata è davvero molto meno poetica di quanto di solito non ne si evinca dai film.
Documento importante ma palpebre pesanti sempre in agguato.
Mi è piaciuto e la tecnica del regista è sopraffina ma non me la sento di prendermi la responsabilità di consigliarlo
Lotus di Shu Liu
L'attrice principale dall'aria furba e la regista davvero brutta
L'ho visto ieri ed oggi me lo ricordo appena. Mi ricordo una ragazza dai principi rivoluzionari, che credeva fortemente in una Cina dove la libertà di espressione fosse possibile, mi ricordo un licenziamento, e dopo un altro ancora fino a ridurla per strada, violentata da polizia e da uomini soli, ricchi e grassi.
Mi ricordo un finale imbarazzante in cui nemmeno il regista mezzasega sa decidersi, e dá allo spettatore due possibilità, che si prenda pure quella che preferisce.
Acqua fresca che scivola via dalle dita, sconsigliato.
Come enunciato a voce possente e baritonale, in piedi, nel lungo silenzio tra l'ultima immagine ed i titoli di coda dal paolone:
Ecco, vedi, questo film non ci insegna niente!

(infatti noi tutti speravamo che la morale fosse quella che se sei una donna puoi ridurti come cazzo vuoi che alla fine un grassone unto coi soldi te lo puoi sempre scopare e vivere di rendita. Ci siam rimasti male)
Messaggio modificato da lordevol il 07 September 2012 - 09:38 PM
#53
Inviato 07 September 2012 - 10:23 PM
Himala di I. Bernal

Un classico restaurato che ha fatto la storia del cinema filippino. Gira voce sia il più rinomato di sempre (con kimmy dora in giro non capisco proprio come sia possibile
).
E la storia di una cittadina sperduta e semi deserta che cambia faccia appena una ragazza dice di aver cisto la Madonna ed inizia a miracolare i malati.
Una sorta di Medjugorje filippina.
La situazione crolla dopo che la ragazza viene violentata e la città colpita da una pestilenza.
Quando la barca affonda tutti pronti ad abbandonarla come nel più classico segno dell'ipocrisia umana.
Consigliato!
Thy Womb (Sinapupunan) di Brillante Mendoza

Il cielo grigio, il mare trasparente, la pioggia. La barca gialla sulle capanne marroni.
Grande eleganza, grande gusto estetico.
Dolcezza si, ma anche gusto per il torbido, tra la scena del parto e la macellazione del bue non lascia nulla all'immaginazione, raccapriccianti entrambe. Il parto è di certo un errore della natura, cribbio.
Il problema di film molto belli esteticamente ma poveri di trama è che son difficili da reggere per oltre un'ora. Fortuna che l'amico di film ogni tanto mi ha allietato con le sue osservazioni ciniche sugli anziani e sui calzini del protagonista.
Il cinema non è un bell'album fotografico, devo sconsigliarlo
Oggi sono un po' agitato, ma dopo dieci giorni in cui ho tirato avanti solo a caffè ed alcolici c'era da aspettarselo, probabilmente essere ancora vivo è già un traguardo

Un classico restaurato che ha fatto la storia del cinema filippino. Gira voce sia il più rinomato di sempre (con kimmy dora in giro non capisco proprio come sia possibile

E la storia di una cittadina sperduta e semi deserta che cambia faccia appena una ragazza dice di aver cisto la Madonna ed inizia a miracolare i malati.
Una sorta di Medjugorje filippina.
La situazione crolla dopo che la ragazza viene violentata e la città colpita da una pestilenza.
Quando la barca affonda tutti pronti ad abbandonarla come nel più classico segno dell'ipocrisia umana.
Consigliato!
Thy Womb (Sinapupunan) di Brillante Mendoza

Il cielo grigio, il mare trasparente, la pioggia. La barca gialla sulle capanne marroni.
Grande eleganza, grande gusto estetico.
Dolcezza si, ma anche gusto per il torbido, tra la scena del parto e la macellazione del bue non lascia nulla all'immaginazione, raccapriccianti entrambe. Il parto è di certo un errore della natura, cribbio.
Il problema di film molto belli esteticamente ma poveri di trama è che son difficili da reggere per oltre un'ora. Fortuna che l'amico di film ogni tanto mi ha allietato con le sue osservazioni ciniche sugli anziani e sui calzini del protagonista.
Il cinema non è un bell'album fotografico, devo sconsigliarlo
Oggi sono un po' agitato, ma dopo dieci giorni in cui ho tirato avanti solo a caffè ed alcolici c'era da aspettarselo, probabilmente essere ancora vivo è già un traguardo

#54
Inviato 10 September 2012 - 04:58 PM
mini resoconto anche per i film asiatici non dotati di un loro proprio threead:
GAOSU TAMEN, WO CHENG BAIHE QU LE (FLY WITH THE CRANE) di LI Ruijun
noiosissimo e ripetitivo filmetto cinese su un vecchio che vuole essere seppellito e non cremato alla sua morte, che gira intorno ai due concetti chave di "gru bianca" e "filo di fumo". rnetra bene nel filone "anche con baratta ci sono i film cinesi a venezia, ma sono quelli brutti"
da questo film ho imparato che - l'eutanasia è cosa buona e giusta, soprattutto se il vecchio in questione è un rompicoglioni
SINAPUPUNAN (THY WOMB) di Brillante Mendoza
una storia di persone e volti nella remota provincia filippina fatta di isolette e tradizioni misto locali-islamiche. pornografia della povertà a tratti ridicola a tratti assurda. forse il film meno significativo di mendoza.
da questo film ho imparato che - se sei vecchio ti invitano ai banchetti di matrimonio solo per mangiare e non perchè sei saggio o cosa, e anche che se ti sparano dei guerriglieri per rpenderti 4 pesci dalla rete, incassi e porti a casa
XIAO HE (LOTUS) di Liu Shu
altro film della serie "anche con baratta ci sono i film cinesi a venezia, ma sono quelli brutti", questo prende una storia di una giovane ragazza cinese idealista e non la porta ad alcun esito. finale da randellate sul firone alla regista/sceneggiatrice. se le menti "libere" in cina sfornano queste idee, a volte sentirei la mancazna dell'intervento rpevntivo della censura cinese, su sta roba...
da questo film ho imparato che - niente, non mi ha insegnato niente
HIMALA (MIRACLE) (1982) di Ishmael Bernal
pilastro della cinematografia filippina, himala è una storia di gran personaggi e di riflessioni sulla fede e il lavoro del media e della società. critica grezza e a livello basso, ma efficiacissima e coinvolgente
da questo film ho imparato che - lo spirito santo agisce in modi misteriosi, ma se sei un regista puoi anche filmare uno stupro in diretta e non dire nulla, nessuno si scandalizza per questo.
SAN ZIMEI (THREE SISTERS) di Wang Bing
due durissime ore e mezza di inseguimento della vita di tre sorelle di 4, 6 e 10 anni che se la cavano da sole nei venti dei 3200 metri slm della campagna dello yunnan. un documentario purissimo e sinceramente emozionante che però non ha l'epica e il respiro storica dei oprecedenti film di wang bing, capaci di racocntare una storia particolare per parlare dell'universale destino del suo paese, del mondo. qui si resta nel particolare, attaccati a queste tre sorelline che arrancano ridendo, ignare del mondo fuori, che nemmeno la tv riesce ancora a portare dentro di loro, troppo piccole per capire.
da questo film ho imparato che - vivere in un villaggio dello yunnan non è un'esperienza poetica, alla faccia di gente tipo terzani e corona e terzomondisti vari.
TAI CHI 0 di Stephen Fung
divertente storiella di formazione nelle arti marziali, con belle sequenze d'azione, l'idea geniale di rappresentare perfettamente le geometrie del taichi e alcuni protagonisti di vecchio pelo memorabili (su tutti: tony leung ka fai e bruce leung siu lung), ma ammosciato dal poco carisma dei volti nuovi (incluso il protagonista) e dal to be continued finale...
da questo film ho imparato che - la nuova generazione di attori cinesi under 30 fa proprio pena
JINGANG JING (DIAMOND SUTRA) di Tsai Ming-liang
20 minuti a passo lento di un monaco in veste rossa che incorcia sulla sua strada un bollitore vivo e borbottante, per godere appieno di suoi e sensazioni e pennichelle necessarie. cogliere l'attimo è un must, ma la prossima volta se finisse su youtube invece che al festival a venezia credo non si scandalizzerebbe nessuno
da questo film ho imparato che - anche senza droghe o malattie si può soffrire di allucinazioni
GAOSU TAMEN, WO CHENG BAIHE QU LE (FLY WITH THE CRANE) di LI Ruijun
noiosissimo e ripetitivo filmetto cinese su un vecchio che vuole essere seppellito e non cremato alla sua morte, che gira intorno ai due concetti chave di "gru bianca" e "filo di fumo". rnetra bene nel filone "anche con baratta ci sono i film cinesi a venezia, ma sono quelli brutti"
da questo film ho imparato che - l'eutanasia è cosa buona e giusta, soprattutto se il vecchio in questione è un rompicoglioni
SINAPUPUNAN (THY WOMB) di Brillante Mendoza
una storia di persone e volti nella remota provincia filippina fatta di isolette e tradizioni misto locali-islamiche. pornografia della povertà a tratti ridicola a tratti assurda. forse il film meno significativo di mendoza.
da questo film ho imparato che - se sei vecchio ti invitano ai banchetti di matrimonio solo per mangiare e non perchè sei saggio o cosa, e anche che se ti sparano dei guerriglieri per rpenderti 4 pesci dalla rete, incassi e porti a casa
XIAO HE (LOTUS) di Liu Shu
altro film della serie "anche con baratta ci sono i film cinesi a venezia, ma sono quelli brutti", questo prende una storia di una giovane ragazza cinese idealista e non la porta ad alcun esito. finale da randellate sul firone alla regista/sceneggiatrice. se le menti "libere" in cina sfornano queste idee, a volte sentirei la mancazna dell'intervento rpevntivo della censura cinese, su sta roba...
da questo film ho imparato che - niente, non mi ha insegnato niente
HIMALA (MIRACLE) (1982) di Ishmael Bernal
pilastro della cinematografia filippina, himala è una storia di gran personaggi e di riflessioni sulla fede e il lavoro del media e della società. critica grezza e a livello basso, ma efficiacissima e coinvolgente
da questo film ho imparato che - lo spirito santo agisce in modi misteriosi, ma se sei un regista puoi anche filmare uno stupro in diretta e non dire nulla, nessuno si scandalizza per questo.
SAN ZIMEI (THREE SISTERS) di Wang Bing
due durissime ore e mezza di inseguimento della vita di tre sorelle di 4, 6 e 10 anni che se la cavano da sole nei venti dei 3200 metri slm della campagna dello yunnan. un documentario purissimo e sinceramente emozionante che però non ha l'epica e il respiro storica dei oprecedenti film di wang bing, capaci di racocntare una storia particolare per parlare dell'universale destino del suo paese, del mondo. qui si resta nel particolare, attaccati a queste tre sorelline che arrancano ridendo, ignare del mondo fuori, che nemmeno la tv riesce ancora a portare dentro di loro, troppo piccole per capire.
da questo film ho imparato che - vivere in un villaggio dello yunnan non è un'esperienza poetica, alla faccia di gente tipo terzani e corona e terzomondisti vari.
TAI CHI 0 di Stephen Fung
divertente storiella di formazione nelle arti marziali, con belle sequenze d'azione, l'idea geniale di rappresentare perfettamente le geometrie del taichi e alcuni protagonisti di vecchio pelo memorabili (su tutti: tony leung ka fai e bruce leung siu lung), ma ammosciato dal poco carisma dei volti nuovi (incluso il protagonista) e dal to be continued finale...
da questo film ho imparato che - la nuova generazione di attori cinesi under 30 fa proprio pena
JINGANG JING (DIAMOND SUTRA) di Tsai Ming-liang
20 minuti a passo lento di un monaco in veste rossa che incorcia sulla sua strada un bollitore vivo e borbottante, per godere appieno di suoi e sensazioni e pennichelle necessarie. cogliere l'attimo è un must, ma la prossima volta se finisse su youtube invece che al festival a venezia credo non si scandalizzerebbe nessuno
da questo film ho imparato che - anche senza droghe o malattie si può soffrire di allucinazioni
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