The Magic Blade
Le Sabre Infernal
Traduzione di Kasumi
Recensione
L'ingresso in scena di Fu Hung-hsueh, in penombra, con parole sussurrate all'oscurità, è di quelli che restano impressi: avvolto in un poncho trasandato, i lunghi capelli scarmigliati legati alla nuca e la letale spada rotante in pugno, è il fiero anello di congiunzione tra il ronin burbero dei chanbara e lo sgherro ridente degli spaghetti western. Sta da tempo inseguendo Yen Nan-fei, spadaccino aristocratico e dai modi alteri, per concludere un duello iniziato l'anno precedente (il motivo è inessenziale, tanto che nessuno dei due lo ricorda). Il vorticare delle loro armi distrugge oggetti e vegetazione limitrofi, ma sul più bello vengono interrotti dall'attacco improvviso di assassini professionisti. Inizia una precaria alleanza per scoprire i motivi dell'agguato, con Fu deciso a proteggere Yen; solo lui ha il diritto di ucciderlo, nessun altro! Come in ogni racconto di Ku Lung che si rispetti (dal quale il film è ispirato), un intricato panegirico di eventi coinvolgerà tutto il mondo delle arti marziali, alla ricerca della Coda del Pavone, infernale fiore arabescato esplosivo. Se cadesse nelle mani sbagliate - nella fattispecie in quelle dello sfuggente Yu, giocatore segreto dell'infinita partita a scacchi che si sta dipanando dietro le quinte - sarebbe la rovina per ogni cavaliere errante onesto e leale.
Lo stile iperbolico e oltranzista di Chor Yuen ha modo di esplodere nell'usuale messe di raggiri, doppi giochi, voltafaccia e duelli esuberanti (come ricorda il cattivo di turno «Un buon giocatore deve sempre prevedere la mossa successiva del suo avversario»). Scenografie da cartoon, personaggi eccentrici oltre ogni dire e l'inconfondibile stile tra l'imbonitore circense e lo scaltro affabulare del cantastorie permettono di tenere assieme una trama sull'orlo della schizofrenia. Tutto strano (esplosioni, dardi, veleni a effetto istantaneo, maschere), dunque tutto normale: il mondo di ombre e spade delle arti marziali è rivoltato come un guanto in tutti i suoi lati dubbi, dalla brama di potere all'occultamento dei sentimenti, in una corsa (a eliminazione) verso una vetta che il più delle volte si rivela essere un baratro di solitudine. Un ritmo scalpitante che accelera sul finale, con una girandola di colpi di scena a mescolare le carte: a perdersi è però quella genialità senza frontiere che sorreggeva prove ben più equilibrate, da Killer Clans fino a Death Duel e Swordsman and Enchantress. (STEFANO LOCATI da www.hkx.it)
Nota del traduttore
Kasumi: Tre elementi mi hanno colpito di questo film: il ritmo, l’atmosfera che si respira e l’aspetto “cartoonesco”. Gli attori sono a mio avviso buoni, le scene di combattimento ben congeniate e fantasiose (tenendo sempre presente che gli effetti speciali sono quelli di un film del 1976); la trama si dipana senza soste e dà un buon ritmo al film, privo quasi totalmente di pause.
Lo consiglio in particolare gli amanti del Wuxiapian/Fantasy, per una serata spensierata.
Essendo il mio primo film, è gradito qualsiasi commento o suggerimento; sono lieto da parte mia di poter dare un piccolo contributo all’immenso lavoro svolto da questa bellissima comunità di appassionati di cinema orientale.
Desidero rivolgere un ringraziamento particolare a Creep, per la consulenza, la revisione del lavoro svolto e la correzione di alcuni errori
Saluti a tutti!!!
Info
Titolo Originale: Tien ya, ming yueh tao
Nazione: Hong Kong
Anno: 1976
Regia: Chor Yuen
Soggetto / Sceneggiatura: Ni Kuang, Szeto On
Cast: Ti Lung (Fu Hung-hsueh), Lo Lieh (Yen Nan-fei), Guk Fung (Hsiao Chen), Cheng Miu (Chiu), Cheng Lee (Chiu Yu-cheng), Lily Li (Yu Chin), Tim Lei (Ming Yueh-hsin), Tang Ching, Fan Mei Sheng
Genere: Wuxiapian
Durata: 86'
Buona Visione
Messaggio modificato da fabiojappo il 27 December 2014 - 01:32 PM