Interpreti: Tanaka Kinuyo (madre), Kagawa Kyoko (figlia maggiore)
Fotografia: Suzuki Hiroshi
Montaggio: Kasama Hidetoshi
Sceneggiatura: Mizuki Yoko
Produttore: Nagashima Ikiro
Regia: Naruse Mikio
Nella Tokyo del dopoguerra una famiglia deve affrontare numerose difficoltà: il figlio maggiore è gravemente malato e stanno tentando di aprire una nuova lavanderia, che comporterà numerosi sforzi fisici ed economici. Il padre, gran lavoratore, morirà dopo poco il figlio maggiore, privando la famiglia di una presenza maschile. Figura centrale, perno sostenitore della famiglia è la mamma, interpretata nientemeno che da Tanaka Kinuyo, che si trova ad affrontare situazioni difficili, ma non perde mai il controllo di sè nè la voglia di continuare a vivere e lottare per il bene dei suoi figli.
Naruse, in uno dei suoi film più conosciuti, si concentra ancora una volta sulla vita quotidiana, sui shomin geki ed in particolare sulla vita familiare, che viene analizzata con simpatia ed umorismo nonostante la storia sia decisamente drammatica. Naruse si diverte ad inserire elementi che si distaccano dalla successione drammatica degli eventi: i due bambini che giocano/litigano, il bimbo che fa la pipì sul futon etc.
Nonostante sia considerato un capolavoro dalla cririca, sia io che Dan riteniamo che Naruse abbia fatto sicuramente di meglio: "Uno dei minori che ho visto, ma è sicuramente bello! Oltretutto, in questo film, il lato comico di Naruse fuoriesce moltissimo! Non ho trovato superiore la prima parte o la seconda, l'ho trovato disconitnuo, ecco." (Dan) Personalmente invece ritengo che la prima parte - più carica di eventi drammatici - sia più riuscita della seconda, che a tratti poco convincente.
Memorabile il dialogo tra la mamma e il papà morente sui "sogni di gioventù", per dirla alla Ozu.
Per quanti avessero poca dimestichezza con il regista: Naruse Mikio (1905-1969) è considerato, alla stregua di Ozu e Mizoguchi, uno dei tre grandi capisaldi del cinema nipponico, anche se la tipologia dei suoi film è sicuramente più vicina alle tematiche ozuiane che a quelle di Mizoguchi: si occupano della gente comune ed in particolare dei microcosmi familiari. Se Ozu è il regista più amto dai giapponesi, Naruse è quello che viene maggiormente apprezzato in Asia: Edward Yang e HHH lo considerano il loro maestro.
La sua cinepresa aderisce ad ogni istante del presente, da cui non può staccarsi [...] e ancor meno correggere o ricomporre.[...] La vita in Naruse è un'esperienza ai limiti della sopravvivenza, e non meramente fisica (sebbene...) quanto piuttosto psicologica e morale, o ancora - per utilizzare il criterio giapponese dominante, estetica."
"Fin dalla giovane età, ho sempre pensato che il mondo in cui viviamo ci tradisce, questo pensiero è tutt'ora con me"
Messaggio modificato da fabiojappo il 03 December 2017 - 08:19 PM