KANASHIMI NO BELLADONNA
(Belladonna della Tristezza)
Regia: Yamamoto Eiichi
Soggetto: liberamente tratto da ‘La Strega’ di J. Michelet
Sceneggiatura: Fukada Yoshiyuki, Yamamoto Eichi
Fotografia: Yamazaki Shigeru
Musica: Nubuhiko Satu
Art Director: Kuni Fukai
Anno: 1973
Durata: 89’
Trama
In un medioevo immaginifico Junnu e Jun si amano teneramente e vogliono sposarsi. Il feudatario locale, vedendo che Jun non è in grado di pagare la dote , non solo rifiuta loro il permesso ma, con una perversa forma di 'jus primae noctis', violenta e fa violentare dai suoi accoliti la promessa sposa. Nella sua disperazione Junnu entra in contatto col diavolo che le promette il potere in cambio dell’anima. Junnu usa questo potere per portare il benessere nel suo villaggio ma l’invidia della signora del castello e delle altre donne la condannano all'esilio. Assetata di vendetta, trova soccorso di nuovo presso il diavolo e, col suo aiuto, torna al villaggio invaso dalla peste per guarire i corpi e corrompere le anime.
Il feudatario, facendo leva sul suo vecchio amore per Jun, cerca di carpire a Junnu il segreto del suo potere di guarigione...
Commento:
Sono molto felice di contribuire a riesumare dall'oblio questo vero e proprio 'cult' del cinema di animazione.
Kanashimi no Belladonna è un capolavoro dal punto di vista visivo, paragonabile a 'Yellow submarine' per l'invenzione grafica e la fantasmagoria delle immagini. La colonna sonora, una sorta di 'progressive' folk giapponese, ha il fascino retrò di certi 33 giri di musica pop inglese anni '70. Le immagini statiche si fondono magistralmente ad esplosioni di animazione all'avanguardia per i tempi (nessuna grafica computerizzata era ancora stata inventata). I disegni di Kuni Fukai sgorgano da un immaginario che sposa l'Art Nouveau di Klimt e Mucha ai fumetti di Guy Peellaert.
Belladonna è un'opera unica. Causa la mancanza di un target definito (troppo erotico per il pubblico infantile, troppo cerebrale per i cultori dell'eros) fu un fiasco dal punto di vista commerciale. Non ci furono seguiti, 'figli' o filoni.
Erano anni in cui era ancora possibile investire sulla novità, sulla fantasia, sul talento. Godetevi dunque questa 'reliquia' ancora così sorprendente e fatevi catturare dalle tristi vicende di Junnu.
Buon viaggio.
Note sui sottotitoli
Lo stato dei sottotitoli utilizzati per la traduzione era pessimo. Sia l'italiano, che l'inglese e il francese erano ottenuti probabilmente da un traduttore automatico dal giapponese. Il senso del dialogo era praticamente assente. Con pazienza e fantasia li ho ricostruiti privilegiando una lettura libera a una fedeltà in ogni caso dubbia. Non me ne voglia chi mastica il giapponese se troverà delle incongruenze. Se vorrà correggerli sarà sempre il benvenuto. D'altro canto tradurre e tradire fanno parte della stessa famiglia.
Altre note e link:
Il libro di J. Michelet ‘La strega’ è interessantissimo e ve lo consiglio caldamente ma non c’entra quasi niente con questo film (ne’ con Giovanna d’Arco come invece scrivono nei link sottostanti). L’idea principale che Eichi ha mutuato da Michelet è che la donna sia diventata ‘strega’ per sottrarsi al giogo pesantissimo che l’uomo imponeva alla donna nel medioevo.
Link che parlano di questo film:
http://www.midnighte...nd-up_022.shtml
http://www.pelleas.net/reviews/#2
Quasi dimenticavo: il film è preceduto dal trailer e dal finale alternativo senza sottotitoli. Vi suggerisco di saltarli a piè pari.
Messaggio modificato da fabiojappo il 31 January 2015 - 02:19 PM