E' stato uno dei primi casi editoriali di successo provenienti dal Giappone.
Ricordo ancora quando acquistai il suo primo libro, Kitchen, pubblicato da Feltrinelli nel 1991. Lo comprai quello stesso anno, o l'anno dopo, non ricordo.
Cmq avevo poco più di vent'anni e il libro mi piacque. Ma ancora di più mi piacque Tsugumi (io ho una pessima memoria e le storie della maggior parte dei libri che leggo le dimentico. Ma la sensazione che mi ha lasciato Tsugumi è che sia stato il libro di _Banana che ho preferito, fino ad oggi).
Ne ho letti poi altri nel corso degli anni (NP, che non mi piacque, Sly, L'ultima amante di Hachiko, forse Sonno profondo - non mi ricordo!), ma nessuno ha lasciato una traccia indelebile... anzi.
Negli ultimi tempi nopn ho letto molto (in generale). Ho da poco iniziato Amrita, che molti hanno detto essere il suo miglior libro... e mi sono preoccupato! La storia mi coinvolge molto, ma mi sono reso conto che è proprio il suo stile a rompermi dopo un po'.
Sarà che io amo lo stile "fenomenologico" tipico della letteratura statunitense (parlo di gente come Hemingway o Faulkner, o John Fante, ad esempio - che hanno stili diversissimi, eppure non scavano mai nella psicologia del personaggio ma si limitano a descrivere azioni e situazioni lasciando al lettore il compito di penetrare al loro interno). E' proprio il continuo COMMENTARE (spesso banalmente, devo dire) del personaggio narrante che mi urta. Spesso infatti non sopporto i libri scritti in prima persona proprio per questo motivo, il commentare ogni cosa che si vede, che si sente, che accade.
E mi chiedevo quindi: forse rileggendo anche quelli che mi erano piaciuti incorrerò nello stesso problema? Forse è proprio il suo stile a non piacermi?
Non so se lo scoprirò mai, perché ora come ora non mi andrebbe proprio di rileggerli!

Poi sarà che in questo periodo mi è venuta voglia di libri di fantascienza (Dick, Ballard, Lem)...
A voi la palla!

Messaggio modificato da polpa il 04 August 2005 - 07:24 AM