"
Gubra" di Yasmin Ahmad, Malesia 2006
Sono passati sei anni dalle vicende di "Sepet", e ritroviamo Orked sposata con un uomo d'affari, molto più grande di lei, questa volta appartenente al suo stesso gruppo etnico. Una mattina, accorsa all'ospedale, al capezzale del padre colpito da un collasso improvviso, incontra Alan, fratello maggiore del suo primo amore Jason. Le memorie del passato cominciano a riallacciarsi al presente, proprio mentre il suo matrimonio vacilla. In parallelo si svolge un altro nucleo narrativo: protagonisti un muezzin, la moglie ed il figlio, ed una coppia di prostitute, una delle quali ha a sua volta un bimbo, compagno di studi del figlio del religioso.
Il film inizia "nel nome di Allah misericordioso e compassionevole", e capacità di provare e meritare compassione, riconciliazione, consolazione e fede sono temi che sottendono la narrazione. Il tratto di vicenda umana dei protagonisti che ci viene mostrato inizia e finisce con il muezzin che richiama alla preghiera dell'alba; nell'ultima scena, vediamo i genitori di Jason che bruciano incenso davanti ad una altare, Alan e la sua bambina che pregano in chiesa, la moglie del muezzin ed una delle due prostitute nella moschea.
Il tocco della regista mantiene la sua levità, le scene di vita familiare scaldano il cuore, colpisce l'empatia non giudicante con cui la famiglia religiosa sa condividere le vicende delle due disgraziate vicine. Tutto ciò però senza negare che il male, comunque atroce ed irredento, accada. E noi siamo lasciati ad interrogarci sul fatto che l'evento più tragico del film sia diretta conseguenza di un atto di religiosa pietà ed umana compassione.
Messaggio modificato da ziadada il 06 October 2008 - 06:58 AM