0
cinemaAnnuncio ciò su aw perchè è stato proprio il cinema asiatico che mi ha ispirato. E precisamente la new wave giapponese anni '60- '70 e il cinema di Matsui (Pig Chicken Suicide, ma soprattutto Noisy Requiem...entrambi subbati me, come se la pubblicità non fosse abbastanza
).La mia nuova creazione si chiama "Incest De Citron" (non c'entra con la trama...il fatto è che stavo ascoltando Serge Gainsbourg e questa frase continuava a impazzare nella mia testa. Ho dovuto sceglierla).
TRAMA: Giappone, 1974. Ci sono due fazioni di studenti universitari con velleità politiche e in lotta tra loro: gli yuki e i kenji. Naomi, una bella ragazza, membro degli yuki, non riesce a capire il mondo che la circonda: è fidanzata con Katsuya, il leader degli Yuki e condivide un enorme appartamento con gli altri otto del gruppo. Naomi è ossessionata dall'idea del suicidio e dal suo vuoto interiore e ritrova sé stessa solo vagando per boschi e danzando tra gli alberi morenti. Durante uno di guesti viaggi "metafisici", la ragazza incontra un timido poeta, Shuji, membro dei Kenji e costruisce con lui un rapporto complesso quanto morboso. Nel frattempo, uno yuki (Matsui) finito in carcere, sta per tornare in libertà e Katsuya coglie l'occasione per scatenare una vera e propria guerra contro la fazione rivale, una volta scoperta la relazione segreta di Naomi...
E da qui il mio racconto impazzisce.
Speriamo che ne esca un ottimo libro, errori di battitura esclusi
.Qui l'incipit:
"Il mio corpo inerme.
Sentivo la vertigine del mondo intorno alle mie nude membra.
Do, re, mi, fa sol, la si, do.
Il canto della morte penetra nelle mie vene vuote come il mio cuore.
Sono morta. Il buio mi attanagliava come non l’avesse mai fatto.
Il buio mi era così aggressivo, così perverso, che penetrava anche nella mia mente svuotandola completamente.
Il mio cuore non suonava più quella bellissima melodia che tanto odiavo in vita e che ora cercavo: tum, tutum, tum, tutum. Ritmi carambolati sopra l’anima difficili da ricordare, ma palpabili.
Di cosa ero morta? Continuavo a chiedermelo alla fine dell’oscurità, persa nella mia carne morta. Nuda. Completamente nuda in quella buca ancora aperta. Sola.
Faceva freddo, tantissimo freddo, ma non riuscivo più a ricordare che cosa fosse il freddo. Avevo dimenticato tutto in un attimo. Buio pesto.
Dei passi rimbombarono, d’improvviso nelle mie orecchie. Dei passi scricchiolavano tra la terra morente. Nel mio stomaco si apriva una voragine di marcio, pronta a divorarmi completamente ogni briciolo di vita rimasto in me. Aveva ancora senso parlare di vita per quel corpo bianco e morente in una buca? La pornografia del dolore. Ero un pezzo di carne, un film porno che muore davanti al mio assassino, che d’improvviso profanò il mio sonno spirituale, toccandomi delicatamente la fredda guancia.
Mi aprì le labbra, mi controllò i denti e ci infilò una rosa rossa. Poi mi richiuse la cavità orale. Le spine mi si conficcavano nel labbro superiore, ma non sentivo dolore. Usciva qualche goccia di sangue pellegrino senza importanza.
Ultimo grido di vita.
Una lacrima scese silenziosa dall’occhio sinistro semichiuso. L’ultimo sospiro, soffocato dalla terra che cadeva silenziosa sul mio viso distrutto.
“Tutte le cose belle devono morire” mi sussurrò la morte, cullandomi in una morte silenziosa e persa in una landa chissà dove. Nel limbo."
cinema
Grande battle! 
cinema
