Il parassitismo di un essere umano cancellato dagli eventi, ultimo appiglio contro un destino buio ed arrogante. In Vibrator (che è precisamente la porzione centrale del percorso compiuto da Hiroki in questo film) era la protagonista il personaggio orchidea, qui è l'intero microcosmo in cui si muove Yuko ad insinuarsi in qualcuno o qualcosa per lenire il dolore di una perdita, di una scelta sbagliata.
Finché quel qualcuno c'è, è possibile avvinghiarsi ad esso; significa avere qualcosa da cui nascondersi, qualcosa da inventare che susciti compassione, è il motivo per il quale si da una giustificazione all'esserci -che Diventa l'esserci- anche con/nell'azione più piccola. Ma se finire di arrampicarsi su questi specchi rotti vuol dire solitudine, per un parassita, questo è morire. E allora non avrà importanza mostrare le proprie ferite o piangere, che non significa rinascita ma sconfitta. Un'a-cosciente cannibalismo del sé ("Principessa!"), finale e impietoso.
Me lo avrete sentito dire più di quanto sia necessario ma è il caso di ribadire: un capolavoro, tra i più belli della mia vita.
Ringrazio tanto Fei che si è occupata della revisione dei sottotitoli!
I sottotitoli sono stati curati sia per la versione WRD che per la choc, e verranno allegati in giornata da un moderatore.
Buona visione!
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