


21 risposte a questa discussione
#19
Inviato 11 March 2009 - 02:05 PM

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Subs per asianworld.itShimokita Glory Days - EP.01,02,03,04, 2006 .::. Aoi Kuruma, A blue automobile - Okuhara Hiroshi, 2004
Aruitemo aruitemo, Even if you walk and walk - Koreeda Hirokazu, 2008 .::. Kamome Shokudo, Kamome Diner - Ogigami Naoko, 2006
Kurai tokoro de machiawase, Waiting in the dark, Daisuke Tengan, 2006 .::. Zenzen Daijobu, Fine totally fine - Fujita Yosuke, 2008
Vacation, Kyuka - Kadoi Hajime, 2008 .::. Portrait of the wind, TagaTameni, Hyugaji Taro, 2005
In work
Happily ever after, Jigyaku no uta - Tsutsumi Yukihito /(30%)
Ai suru Nichiyoubi, Love on sunday, Hiroki Ryuichi
Subs per asianworld.itShimokita Glory Days - EP.01,02,03,04, 2006 .::. Aoi Kuruma, A blue automobile - Okuhara Hiroshi, 2004
Aruitemo aruitemo, Even if you walk and walk - Koreeda Hirokazu, 2008 .::. Kamome Shokudo, Kamome Diner - Ogigami Naoko, 2006
Kurai tokoro de machiawase, Waiting in the dark, Daisuke Tengan, 2006 .::. Zenzen Daijobu, Fine totally fine - Fujita Yosuke, 2008
Vacation, Kyuka - Kadoi Hajime, 2008 .::. Portrait of the wind, TagaTameni, Hyugaji Taro, 2005
In work
Happily ever after, Jigyaku no uta - Tsutsumi Yukihito /(30%)
Ai suru Nichiyoubi, Love on sunday, Hiroki Ryuichi
#20
Inviato 23 August 2013 - 08:59 AM
Davvero un ottimo film. Grazie mille per la traduzione
#21
Inviato 30 January 2017 - 11:46 PM
Aggiunti in archivio i sottotitoli di Distance compatibili con la versione video singola.
Operazione di resync effettuata da JulesJT.
Buona visione e votate il film nella relativa scheda!
Operazione di resync effettuata da JulesJT.
Buona visione e votate il film nella relativa scheda!

Cinema Asiatico:
Welcome to the Space Show, Udaan (2010), Goyōkin, Fuse, Dragon Town Story, The River with No Bridge, ILO ILO, A Time in Quchi
Still the Water, Norte - the End of History, The Terrorizers, Yi Yi, Stray Dogs, Tag, Cemetery of Splendour, A Brighter Summer Day,
Labour of Love,Double Suicide, Japanese Girls at the Harbor, Nobi (Fires on the Plain), The Postmaster, Radiance, Liz and the Blue Bird
Modest Heroes, The Seen and Unseen, Killing, Dwelling in the Fuchun Mountains, The Woman Who Ran,
L'Altro Cinema:
Kriegerin, Chop Shop, Marilena de la P7, Kinderspiel, Kes, Abbas Kiarostami (special), Hanami, L'enfance nue, Short Term 12
Mamasunción, The Rocket, The Selfish Giant, Argentinian Lesson, Holubice, The Long Day Closes, Mon oncle Antoine, O som do Tempo
Mammu, es tevi mīlu, Skin, Une histoire sans importance, Couro de Gato, Los motivos de Berta, Ne bolit golova u dyatla, Valuri, Club Sandwich, Whiplash, The Strange Little Cat, Cousin Jules, La fugue, Susa, Corn Island, Beshkempir, The Better Angels, Paul et Virginie, Im Keller, Ich Seh Ich Seh, Harmony Lessons, Medeas, Jess + Moss, Foreign Land, Ratcatcher, La maison des bois, Bal, The Valley of the Bees, Los insólitos peces gato, Jack, Être et avoir, Egyedül, Évolution, Hide Your Smiling Faces, Clouds of Glass, Les démons, On the Way to the Sea, Interlude in the Marshland, Tikkun, Montanha, Respire, Blind Kind, Kelid, Sameblod, Lettre d'un cinéaste à sa fille, Warrendale, The Great White Silence, Manhã de Santo António, The Wounded Angel, Days of Gray, Voyage of Time: Life's Journey,Quatre nuits d'un rêveur, This Side of Paradise, La jeune fille sans mains, La petite fille qui aimait trop les allumettes, CoinCoin et les Z'inhumains, Brothers, Permanent Green Light, Ryuichi Sakamoto: Coda, Travel Songs, Reminiscences of a Journey to Lithuania, Retouch, Barn, Fauve, Fragment of an Empire, Ravens, The Trouble with Being Born, Without, Limbo (2020), The Girl and the Spider, Earwig,
Drama: Oshin, Going My Home
Focus: AW - Anime Project 2013, Sull'Onda di Taiwan, Art Theatre Guild of Japan, Allan King, Jonas Mekas,
#22
Inviato 02 February 2017 - 05:21 PM
Di recente l'ho rivisto e ho buttato giù un paio di considerazioni:
Un gruppetto di quattro persone (tre uomini e una donna) si danno appuntamento nella stazione ferroviaria di una piccola località. Da lì proseguono con un fuoristrada per un lungo sentiero montano, fino a giungere a una foresta e poi a un lago con un pontile. Durante il tragitto parlano del più e del meno, con una certa confidenza, anche se non si possono definire dei veri amici. Non lo sono, infatti: si vedono una volta l’anno per commemorare i loro parenti o congiunti, morti in quella località anni prima. Costoro facevano parte di una setta religiosa, colpevole di aver avvelenato le acque causando oltre un centinaio di vittime. Dopodiché si erano suicidati. Dopo aver reso omaggio ai defunti affacciandosi a turno sul pontile del lago, e dopo un picnic in una radura, il gruppetto si dirige verso la macchina per tornare a casa, ma l’auto non c’è più, probabilmente rubata. Incontrano un giovane (Asano Tadanobu) che li conduce a passare la notte proprio nella baita dov’era avvenuta la tragedia. Sembra la trama di un film horror, invece non potrebbe esserne più lontano. Quando era piccolo, Hirokazu Koreeda era molto preoccupato per le condizioni di suo nonno, colpito dal morbo di Alzheimer. Non è quindi casuale che gran parte della sua produzione cinematografica sia pervasa da due temi fondamentali tra loro collegati: la memoria e l’identità. Molto attivo come documentarista, Koreeda sviluppa poi questi temi anche nei suoi film di finzione, in particolare i primi tre (Maborosi, After Life e Distance – uno più bello dell’altro). Negli ultimi due, il cineasta utilizza tra l’altro le tecniche tipiche del documentario: macchina a mano, luci naturali, assenza di musica di accompagnamento e sonoro in presa diretta. Ed è con questo stile asciutto, distaccato o comunque non emotivo, che Koreeda racconta la storia di questi personaggi affacciati sul loro passato, su quelle persone ora morte che un tempo avevano amato (e che amano ancora), ad interrogarsi sull’identità non solo di quelle persone, ma anche sulla propria. E se è qualche sparuto dialogo che mette in moto la macchina del tempo dei ricordi (raccontati tramite alcuni flashback), è principalmente in un silenzio tutto nipponico che ferite e conflitti vengono rimasticati.
Un gruppetto di quattro persone (tre uomini e una donna) si danno appuntamento nella stazione ferroviaria di una piccola località. Da lì proseguono con un fuoristrada per un lungo sentiero montano, fino a giungere a una foresta e poi a un lago con un pontile. Durante il tragitto parlano del più e del meno, con una certa confidenza, anche se non si possono definire dei veri amici. Non lo sono, infatti: si vedono una volta l’anno per commemorare i loro parenti o congiunti, morti in quella località anni prima. Costoro facevano parte di una setta religiosa, colpevole di aver avvelenato le acque causando oltre un centinaio di vittime. Dopodiché si erano suicidati. Dopo aver reso omaggio ai defunti affacciandosi a turno sul pontile del lago, e dopo un picnic in una radura, il gruppetto si dirige verso la macchina per tornare a casa, ma l’auto non c’è più, probabilmente rubata. Incontrano un giovane (Asano Tadanobu) che li conduce a passare la notte proprio nella baita dov’era avvenuta la tragedia. Sembra la trama di un film horror, invece non potrebbe esserne più lontano. Quando era piccolo, Hirokazu Koreeda era molto preoccupato per le condizioni di suo nonno, colpito dal morbo di Alzheimer. Non è quindi casuale che gran parte della sua produzione cinematografica sia pervasa da due temi fondamentali tra loro collegati: la memoria e l’identità. Molto attivo come documentarista, Koreeda sviluppa poi questi temi anche nei suoi film di finzione, in particolare i primi tre (Maborosi, After Life e Distance – uno più bello dell’altro). Negli ultimi due, il cineasta utilizza tra l’altro le tecniche tipiche del documentario: macchina a mano, luci naturali, assenza di musica di accompagnamento e sonoro in presa diretta. Ed è con questo stile asciutto, distaccato o comunque non emotivo, che Koreeda racconta la storia di questi personaggi affacciati sul loro passato, su quelle persone ora morte che un tempo avevano amato (e che amano ancora), ad interrogarsi sull’identità non solo di quelle persone, ma anche sulla propria. E se è qualche sparuto dialogo che mette in moto la macchina del tempo dei ricordi (raccontati tramite alcuni flashback), è principalmente in un silenzio tutto nipponico che ferite e conflitti vengono rimasticati.
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