È un paese piccolo e isolato diplomaticamente, e senza risorse naturali, ma è diventato in poco tempo uno dei leader mondiali delle tecnologie dell’informatica.
Visitiamo la Silicon valley di Taiwan, il parco scientifico di Hsinchu, dove nasce il miracolo di questa tigre asiatica. Fondato negli anni '80, il polo tecnologico di Hsinchu ospita oltre 400 società, università, e spin-off, specializzate nella produzione di circuiti elettronici per computer e nelle nanotecnologie. Taiwan domina il mercato dei semiconduttori. Si calcola che le società taiwanesi contribuiscano alla produzione dell’80% dei computer portatili a livello mondiale.
Per Frank Chen, il direttore generale dell’istituto nazionale di ricerca industriale, lo stretto rapporto tra università e industria è la chiave del successo: “Nonostante sia un piccolo paese, a Taiwan abbiamo molti poli industriali. Possiamo andare in uno di questi centri e avere subito un prototipo”.
Nel 2012 Taiwan è stato il 23° partner commerciale per l’Unione europea, l’Europa importa essenzialmente parti elettroniche ed esporta macchinari e prodotti chimici. Ma ora Taiwan preme perché l’Unione europea stringa un accordo di libero scambio con Taipei, come quello che l’Europa ha siglato con la Corea del Sud, grande concorrente di Taiwan.
L’Unione europea è oggi il principale investitore estero a Taiwan. La società belga Imec, una società leader nelle nanotecnologie, ha deciso di aprire una filiale a Taipei per rafforzare i legami con l’industria e la comunità scientifica locale. Spiega Luc Van den Hove, presidente di Imec: “Poiché aumentano i rischi legati agli alti costi nello sviluppo delle tecnologie del futuro, diventa molto importante per le società informatiche poter contare su partner esterni e condividere i rischi”.
Ma non solo prodotti informatici a Taiwan, andiamo a visitare una distilleria di whisky, che in un test alla cieca organizzato quasi per gioco da alcuni esperti in Scozia ha battuto persino alcuni dei più blasonati whisky scozzesi.
A un’ora dalla capitale, immersa nel verde, ecco spuntare la distilleria Kavalan, che sfrutta il clima tropicale per far invecchiare il suo whisky a tempo di record. Il malto viene dalla Germania, la tecnologia viene dalla Scozia, ma i taiwanesi hanno imparato in fretta e in soli 5 anni hanno conquistato 60 premi internazionali e ora vendono in tutta l’Europa occidentale.
Ian Chang, direttore della divisione internazionale di Kavalan: “Non abbiamo avuto particolare problemi nel fare affari con l’Europa ma, naturalmente, se l’Unione europea potesse abbassare le tasse doganali, i nostri prodotti diventerebbero più competitivi nel mercato europeo”.
La Commissione europea temporeggia, afferma di non temere le pressioni di Pechino ma di portare avanti il dialogo. I recenti accordi commerciali tra la Cina e Tawain potrebbero aprire ora nuove scenari e permettere agli europei di rafforzare la loro presenza nella regione senza imbarazzanti tensioni diplomatiche.
[Fonte: it.euronews.com]