The White Silk Dress
Vincitore al Pusan International Film Festival - 2006
Titolo: The White Silk Dress
Titolo originale: Ao lua ha dong
Nazionalità: Viet Nam
Anno: 2006
Genere: Drammatico
Durata: 142'
Regia: Luu Huynh
Trama:
Nel 1954, a Ha Dong, in Vietnam, mentre l'occupazione francese è alle sue ultime battute, inizia la storia d'amore tra Gu, un uomo al servizio del governatore, e Dau, una ragazza molto giovane costretta a servire una terribile padrona. Durante una sommossa popolare, quando il governatore viene ucciso, Gu decide di cogliere l'occasione e, nel trambusto di quei giorni, fugge insieme a Dau. I due si rifugiano nel piccolo villaggio di Hoi An stabilendosi in una casetta in riva al mare dove formano la loro famiglia. Dodici anni dopo, però, la coppia ha due bambine ma non ha abbastanza soldi per mantenerle in maniera decorosa. Dau vorrebbe comprare alle sue figlie dei vestiti adatti per andare a scuola, sperando che non debbano mai essere deluse o rifiutate, perciò, senza dirlo a Gu, accetta da un anziano signore della zona un lavoro part-time come infermiera. Quando Gu scopre dove va ogni giorno sua moglie, scoppia una vera e propria crisi ma la nuova terribile guerra sta iniziando...
Cast:
Truong Ngoc Anh
Khanh Quoc Nguyen
Nhu Quynh Nguyen
Bach Thuy Tong
Recensione:
The White Silk Dress possiede tutte le caratteristiche per poter passare come un film istituzionale, soprattutto per quegli elementi che rivelano una produzione relativamente ricca. Una capacità di mezzi percepibile non solo nell'attendibile ricostruzione d'epoca, ma anche nell'allestimento di scene di massa di grande impatto.
Il progetto di Huynh Luu è infatti ambizioso: narrare il momento storico più importante della storia del Vietnam, dalla guerra d'indipendenza contro i francesi a quella di unificazione contro gli americani. Nel raccontare queste vicende che partono nel 1954 e finiscono nel 1975, il regista ha scelto di abbandonare il tono dell'epopea militare, e di sposare lo sguardo di un umile nucleo familiare che abita nei pressi di Da Nang.
In The White Silk Dress la Storia sembra infatti correre sottotraccia, i vietcong e gli americani restano figure sullo sfondo, raramente presenti nella loro fisicità, mentre i due schiavi Gu e Dau vengono liberati dal Vietminh e si spostano al Sud, sotto il regime di Diem, mettendo su famiglia in una catapecchia sul mare costantemente allagata (non a caso una delle figlie verrà chiamata "Inondazione"). La prospettiva adottata sembra dettata da una precisa volontà materialista: quella di raccontare le vicende politiche dal basso, da persone che subiscono le tragiche conseguenze dei fatti, piuttosto che esserne protagonisti attivi. Come se gli eventi fossero indipendenti dalla loro volontà, dai loro desideri e dai loro progetti.
Da questa visuale dei "vinti" le piccole conquiste sono la sopravvivenza, il commercio dei molluschi, le avversità delle alluvioni, il riscatto dalla povertà attraverso l'educazione scolastica delle loro quattro figlie. Nessuno dei due genitori fa nulla di tipicamente eroico, come partecipare alla guerriglia: in più, i loro tentativi di donare un futuro migliore alla loro prole – subendo ogni sorta di umiliazione fisica e morale, da parte dei vietnamiti "ricchi" - vengono continuamente frustrati nel momento in cui la Storia, nascosta ma sempre minacciosa (il rumore continuo di elicotteri che non si vedono), viene a riscuotere il suo ruolo da protagonista.
Per questo lungo racconto, Huynh Luu aveva bisogno di forti collanti drammatici, oggetti ricorrenti che tenessero insieme l'intera narrazione, basata per lo più su un'intensa storia d'amore: il vestito di seta bianco accorre in aiuto di questa necessità, passando come testimone (è l'unico oggetto di valore posseduto dalla famiglia) da padre a madre, come regalo di nozze (in realtà poi i due non si sposeranno mai), fino alle figlie, diventando alla fine il simbolo unico della strenua lotta del popolo vietnamita di fronte alle avversità e agli inevitabili lutti, un emblema non-eroico di dignità e di sacrificio.
The White Silk Dress rispecchia la sua stessa ambizione di film celebrativo, dovendo scontare a volte il prezzo di una costruzione drammatica necessariamente retorica: sembra diviso in momenti di sofferenza umile e silenziosa, e in altri in cui invece lo sdegno si fa collettivo, pescando a piene mani dall'iconografia dell'epoca (foto di persone in fuga, di esecuzioni di massa, di madri che piangono i loro bambini uccisi dai bombardamenti americani). Huynh Luu alterna momenti intimi ad altri che evidenziano la frattura sociale, la perpetua condizione di schiavi dell'uomo e della donna (in una forzatura contro-natura, Dau è costretta a porgere il seno, il proprio latte materno, ad un vecchio e ricco notabile, per poter sfamare le proprie figlie): dettagli che vengono esasperati in vista dell'esaltazione finale, della ricomposta e sofferta unità nazionale.
Questo è il mio primo lavoro qui, spero che il film vi piaccia, a me è piaciuto davvero molto.
E' anche un piccolo segno di riconoscenza per tutti i film che mi avete permesso di apprezzare
Messaggio modificato da fabiojappo il 17 October 2014 - 08:19 PM