
È una storia di infanzia dura, che non ricerca il patetico o la lacrima tramite scene ad effetto, ma punta sull'asciuttezza e sul realismo, allontanando sempre più l'attenzione da un mondo adulto incapace di assumersi le proprie responsabilità, e concentrandola sugli sguardi di queste due (bravissime) bambine costrette a crescere da sole.
Nel finale si smette di boccheggiare e si respira.
Una perplessità: forse insistere meno sui primi piani sarebbe stato ancora più efficace. È una tecnica usata davvero tanto nell'intera pellicola.