Regia: Dag Johan Haugerud
Paese: Norvegia - Svezia
Anno: 2019
Genere: Drammatico
Durata: 157'
Lingua: Norvegese
Interpreti: Henriette Steenstrup (Liv), Jan Gunnar Røise (Anders),
Thorbjørn Harr (Per-Erik Lundemo)
Sinossi
La vita di una tranquilla cittadina norvegese viene sconvolta dalla morte improvvisa (e apparentemente inspiegabile) di uno studente di un noto istituto locale. Si tratta del giovane Jamie Lundemo, popolare tredicenne figlio di un politico conservatore. Colpevole del misfatto è la sua compagna di classe Lykke Natalie che ne ha causato accidentalmente il decesso.
Da lì in poi l'intera comunità scolastica dovrà fare i conti con l'elaborazione del lutto e le relative ripercussioni psicologiche sia a livello collettivo che individuale.
Commento di JulesJT
*CONTIENE SPOILER*
Notevole lungometraggio nordico che affronta tematiche delicate come la processazione della perdita causata da una morte improvvisa, l'educazione e le sempreverdi relazioni interpersonali.
Nonostante la durata considerevole (quasi due ore e quaranta minuti), il film in questione non appesantisce a mio avviso la visione dello spettatore, merito di una mise-en-scène pulita, mai banale, dal gusto - se vogliamo - minimale, accompagnata da brevi ma ben ponderati intromissioni sonore e, soprattutto, da una caratterizzazione dei personaggi eseguita coi fiocchi.
È infatti semplice immedesimarsi fin dalle prime battute in questo o quell'altro interprete, ognuno dei quali affronta in maniera individuale e soggettiva questa morte prematura di un ragazzo di 13 anni, Jaimie.
Paradossale come quest'ultimo (che potremmo definire co-protagonista del film) sia fortemente presente sebbene mai ripreso direttamente in primo piano e di cui si intravede soltanto una foto nel corso della pellicola.
Ciò vuol dire che il regista, Haugerud, ha saputo trasmettere egregiamente quella che è la prima sensazione che lascia in una collettività la morte di una persona: la presenza dell'assenza.
Chiaro che un evento così tragico sia sulla bocca di tutti e richiami l'attenzione di un'intera comunità ma pare proprio di imparare a conoscere Jamie man mano che il film va avanti coi minuti. E così è: lo conosciamo grazie ai commenti di Natalie, di Anders - suo ex insegnante di lingua norvegese - del padre Per-Erik, della preside Liv, di tutti quanti in sintesi. Ben riuscita quindi la costruzione di un personaggio in modo indiretto. Ottima narrazione in questo senso.
Un altro aspetto che ho apprezzato è l'immagine della Norvegia che traspare dal film in questione; vediamo un paese fondamentalmente moderno sotto tutti i punti di vista: sociale, istituzionale, ambientale, organizzativo.
Ciò che più mi ha colpito è vedere come i diversi servizi di un apparato sociale cittadino siano così ben interconnessi tra di loro; infatti esistono strutture che qui in Italia non esistono come "L'istituto per minori", ossia un luogo probabilmente a gestione diretta della pubblica amministrazione che fa da tramite tra scuola, servizi sociali, forze dell'ordine e magistratura in casi delicati come questo e nel quale operano diverse figura professionali esperte in campo psicologico. Oppure ancora il "Pronto Intervento", team che non si occupa esclusivamente di rispondere a un'emergenza sanitaria come in Italia, bensì comprende - oltre ai soccorritori - anche professionisti che intavolano una prima analisi e investigazione coi testimoni di un dato evento tragico, in questo caso la scuola in primis ma si occupano anche delle pratiche legate alla gestione delle informazioni col personale sanitario.
Doveroso inoltre soffermarsi sull'attenzione all'ambiente tipiche di un paese nordico in cui aree verdi e biciclette sono all'ordine del giorno. Non sono infatti riuscito a tenere il conto di tutti chilometri macinati a suon di pedalate da Anders e Liv. Tuttavia, nonostante tutti questi aspetti positivi, situazioni del genere possono occorrere dovunque, anche in un paese all'avanguardia come la Norvegia, un po' come se il regista volesse porre l'accento sull'ineluttabilità di determinati eventi che possono essere attribuiti alla negligenza,
distrazione e, in generale, alla natura umana. Ed è proprio quest'ultima, infine, a essere stata risaltata in maniera egregia grazie a un ottimo lavoro sul lato introspettivo dei protagonisti. Impossibile non empatizzare con loro proprio perché reagiscono in modo naturale, ora dicendo il falso, ora dicendo il vero, ora omettendo dettagli rilevanti per un'indagine. Ognuno di loro fornisce singoli frammenti delle proprie esperienze e sensazioni che soltanto nelle battute finali ci consentono di avere un quadro generale di ciò che sia realmente successo.
Opera solida ma mai noiosa, pellicola più lunga rispetto alla media ma sempre apprezzabile ed equilibrata che già dal titolo racconta molto: attenti ai ragazzi.
Visione caldamente consigliata.
Traduzione e recensione: JulesJT
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(Versione: Blu-ray)
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Messaggio modificato da JulesJT il 07 June 2020 - 03:50 PM