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[NEWS] Cronache dalla 71. Mostra d'Arte Cinematografica di Venezia


38 risposte a questa discussione

#1 lordevol

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Inviato 16 August 2014 - 04:18 PM

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A James Franco

il premio Jaeger-LeCoultre Glory to the Filmmaker 2014

della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia /

Fuori Concorso il suo nuovo film The Sound and the Fury

tratto da William Faulkner


La Biennale di Venezia e Jaeger-LeCoultre annunciano che è stato attribuito al poliedrico cineasta statunitense James Franco il premio Jaeger-LeCoultre Glory to the Filmmaker 2014 della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, dedicato a una personalità che abbia segnato in modo particolarmente originale il cinema contemporaneo.

A proposito di questo riconoscimento, il Direttore della Mostra Alberto Barbera ha dichiarato: “James Franco è uno degli autori più versatili e poliedrici della nuova scena americana: attore cinematografico e teatrale, regista, sceneggiatore, produttore, star di soap opera, videoartista e molto altro ancora. Una ‘fabbrica’ d’immaginario culturale che non conosce soste. L’adattamento di romanzi classici della grande letteratura americana, come nel nuovo film da Faulkner presentato a Venezia, è il filo rosso di un lavoro creativo caratterizzato da arditezza, limpidità, coraggio e sicurezza. Valori capaci di trasformare la sue verve onnivora in un’ipotesi di performance art totale, alla cui base ci sono grande curiosità e intelligenza”.

Daniel Riedo, CEO of Jaeger-LeCoultre, ha dichiarato: “Jaeger-LeCoultre è lieta di riconoscere l’originalità creativa di James Franco conferendogli il Premio Glory to the Filmmaker. Dal 1833, Jaeger-LeCoultre è rimasta fedele alle tradizioni dell’orologeria mantenendo al contempo la sua capacità di invenzione nella creazione di autentiche leggende dell’orologeria d’eccellenza. Da quasi una decade, la Maison rende omaggio all’arte e agli artisti legando il suo nome alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia. Jaeger Le-Coultre è quindi impegnata nella salvaguardia e nella valorizzazione della “settima arte”, una disciplina strettamente affine al mestiere dell’orologeria per la sua creatività e la sua maestria artistica e tecnica”.

La consegna del premio a James Franco avrà luogo il 5 settembre 2014 alle ore 14.30 nella Sala Grande (Palazzo del Cinema) durante la 71. Mostra del Cinema (Lido di Venezia, 27 agosto - 6 settembre 2014), diretta da Alberto Barbera e organizzata dalla Biennale presieduta da Paolo Baratta.

A seguire la consegna del premio, la 71. Mostra presenterà in prima mondiale, Fuori Concorso, il nuovo film scritto, diretto e interpretato da James Franco, The Sound and the Fury, in cui Franco interpreta uno dei personaggi principali, Benjii Compson. The Sound and the Fury è interpretato da Scott Haze, Tim Blake Nelson, Joey King, Ahna O'Reilly, Seth Rogen e Jon Hamm.

James Franco ha partecipato per la prima volta come regista e sceneggiatore alla Mostra di Venezia nel 2011 per Sal (Orizzonti), omaggio biografico all’attore Sal Mineo. Alla Biennale Arte dello stesso anno ha presentato l’installazione di arti visive Rebel (evento collaterale), omaggio al film di Nicholas Ray Rebel Without a Cause. Nel 2012 era presente al Lido come interprete e produttore di Spring Breakers di Harmony Korine (in Concorso). Nel 2013 era alla Mostra come regista e sceneggiatore di Child of God (in Concorso), adattamento dall’omonimo romanzo di Cormac McCarthy, e come interprete di Palo Alto di Gia Coppola (Orizzonti), tratto da una raccolta di racconti dello stesso James Franco.

Jaeger-LeCoultre è per il decimo anno sponsor della Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica, e per l’ottavo del premio Glory to the Filmmaker. Il premio è stato assegnato negli anni precedenti a Takeshi Kitano (2007), Abbas Kiarostami (2008), Agnès Varda (2008), Sylvester Stallone (2009), Mani Ratnam (2010), Al Pacino (2011), Spike Lee (2012), Ettore Scola (2013).

James Franco è un attore, regista, sceneggiatore, produttore, insegnante universitario e autore. Inizia la sua carriera con Freaks and Geeks (1999-2000); grazie al film biografico James Dean (2001) riceve un Golden Globe per la sua interpretazione. Ha recitato in film quali Il grande e potente Oz (2013), Spring Breakers (2012), la trilogia di Spider-man (nel ruolo di Harry Osborn), Milk (2008), This is the End (2013), Pineapple Express (2008), per la cui performance riceve una nomination come miglior attore ai Golden Globe, 127 Hours (2010), che gli vale la candidatura come migliore attore agli Oscar, ai Golden Globe e ai SAG. Ha diretto numerosi lungometraggi tra cui Child of God (2013), As I Lay Dying (2013), Sal (2011), Saturday Night (2010), The Broken Tower (2011). Ha scritto numerosi articoli ed è autore di una serie di libri, tiene inoltre corsi universitari presso UCLA, USC e CAL ARTS, nonché corsi di recitazione presso Studio 4. Ha esordito questa primavera come attore a Broadway con lo spettacolo Of Mice & Men, che ha ricevuto critiche entusiastiche, ha diretto lo spettacolo off-broadway The Long Shrift.

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#2 lordevol

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Inviato 17 August 2014 - 07:48 PM

la Biennale di Venezia

71. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica /

All’attrice statunitense Frances McDormand

il Persol Tribute to Visionary Talent Award 2014

della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia


La Biennale di Venezia e Persol annunciano che è stato attribuito all’attrice statunitense Frances McDormand il Persol Tribute to Visionary Talent Award 2014 della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica.

Il Direttore della Mostra, Alberto Barbera, a proposito di questo riconoscimento ha dichiarato: “L’originalità e la grandezza del talento di Frances McDormand sono ben rappresentate da Olive Kitteridge, un progetto che lei stessa ha iniziato, opzionando i diritti del romanzo di Elizabeth Strout, e di cui è anche produttore esecutivo. Un’altra grande incarnazione della sua visione, alla quale rendiamo omaggio con questo premio. Dalla lunga esperienza in teatro, al cinema e alla televisione, condotta sempre all’insegna della ricerca della verità, la carriera di Frances McDormand non è solo il percorso di una straordinaria attrice, ma riflette una visione coerente dell’arte e del mondo, spesso in un felice e consapevole contrasto con il sistema di valori oggi dominante”.

Fabio d’Angelantonio, President Sunglass Hut e Chief Marketing Officer Luxottica Group, ha dichiarato: “Siamo orgogliosi di continuare la nostra collaborazione con la Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica della Biennale di Venezia, giunta quest'anno alla decima edizione consecutiva. PERSOL TRIBUTE TO VISIONARY TALENT AWARD celebrerà quest'anno un'artista unica nel suo genere. È un onore per noi premiare Frances McDormand, un talento che rispecchia perfettamente le caratteristiche che rendono Persol un riferimento intramontabile negli accessori di prestigio: arte, autenticità, passione e unicità”.

La consegna del Persol Tribute to Visionary Talent Award 2014 a Frances McDormand avrà luogo alla 71. Mostra di Venezia lunedì 1 settembre, alle 16.30 in Sala Grande (Palazzo del Cinema). A seguire, sarà presentato fuori concorso, Olive Kitteridge diretto da Lisa Cholodenko (Usa) con Frances McDormand, Richard Jenkins, Bill Murray, John Gallagher Jr., Zoe Kazan, una serie in quattro puntateche nasce dall’adattamento dell’omonimo romanzo di Elizabeth Strout, vincitore del Premio Pulitzer. I produttori esecutivi di Olive Kitteridge sono Gary Goetzman, Tom Hanks, Frances McDormand e Jane Anderson; la miniserie, scritta da Jane Anderson e prodotta da Playtone / As Is, debutterà sulla HBO negli Stati Uniti il prossimo novembre.

Persol è per il decimo anno sponsor della Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica.

Frances McDormand ha ricevuto quattro nomination agli Academy Awards, con Mississippi Burning – Le radici dell’odio (1988), Quasi famosi (2000), North Country – Storia di Josey (2005) e Fargo (1996), per il quale ha vinto l’Oscar grazie alla sua interpretazione di Marge Gunderson.

Tra gli altri suoi film ricordiamo Promised Land, Moonrise Kingdom, This Must Be The Place, Madagascar 3: Ricercati in Europa, Burn After Reading – A prova di spia, Un giorno di Gloria per Miss Pettigrew, Friends With Money, Laurel Canyon – Dritto in fondo al cuore, Tutto può succedere – Something’s Gotta Give, Wonder Boys, Colpevole d’omicidio, Madeline – Il diavoletto della scuola, Schegge di paura, Stella solitaria, Palookaville, Chattahoochee, Darkman, L’agenda nascosta, America oggi, Oltre Rangoon, Paradise Road, L’uomo che non c’era, Arizona Junior e Blood Simple – Sangue facile.

Oltre a Olive Kitteridge, ha prodotto il film che uscirà prossimamente Every Secret Thing, nel quale recitano Diane Lane, Elizabeth Banks e Dakota Fanning.

Frances McDormand ha studiato alla Facoltà di Teatro di Yale. Per il suo lavoro a Broadway ha ricevuto il Tony Award, il Drama Desk Award e l’Outer Critics Circle Award per la sua interpretazione in Good People, scritto da David Lindsay-Abaire e diretto da Daniel Sullivan. Tra le sue apparizioni sul palcoscenico, ricordiamo quelle negli spettacoli The Country Girl diretto da Mike Nichols a Broadway, Far Away di Caryl Churchill, diretto da Stephen Daldry al New York Theatre Workshop, Un tram che si chiama Desiderio, per la cui performance nel ruolo di Stella ha ricevuto una nomination ai Tony, The Sisters Rosenzweig diretto da Daniel Sullivan al Lincoln Center Theatre, The Swan al Public Theatre, Un tram che si chiama Desiderio (questa volta nei panni di Blanche) al Gate Theater di Dublino, ed Edipo di Dare Clubb, insieme all’attore Billy Crudup, alla Blue Light Theater Company. Insieme alla compagnia The Wooster Group si è esibita in To You, The Birdie! and North Atlantic.

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#3 lordevol

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Inviato 26 August 2014 - 09:51 AM

FIRES ON THE PLAIN in concorso a Venezia 71

FIRES ON THE PLAIN di Shinya Tsukamoto verrà proiettato in anteprima mondiale in competizione alla 71st Mostra Internazionale d'Arte di Venezia il 2 settembre. Il film è anche stato nominato per il Golden Lion. E' il secondo film di Tsukamoto ad entrare in concorso al festival di venezia, il primo fu TETSUO, THE BULLET MAN nel 2009. Il suo KOTOKO fu premiato nella sezione Orrizzonti nel 2011. Nel 1997, Tsukamoto fu il secondo giapponese ad entrare nella giuria a Venezia.

FIRES ON THE PLAIN si basa sul famoso romanzo giapponese omonimo, scritto da Shohei Ooka che fu già portato sul grande schermo nel 1959 da Kon Ichikawa. Tsukamoto ha lavorato su questo progetto per 20 anni.

La trama: Sul finire della seconda guerra mondiale, le forze armate giapponesi sulle isole filippine stanno rapidamente perdendo terreno per via della resistenza locale e l'offensiva americana. Gli ultimi sopravvissuti giapponesi rimangono a vagare in una terra senza amici, nemici nè Dio.


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Messaggio modificato da lordevol il 26 August 2014 - 09:51 AM

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#4 lordevol

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Inviato 26 August 2014 - 10:58 PM

Dopo le oltre seimila visualizzazioni delle Cronache® dello scorso anno, eccomi qui al Lido Di Venezia il giorno prima dell'apertura ufficiale della 71ma Mostra Internazionale D'Arte Cinematografica, con la borsetta rossa sotto il braccio, Tesserino Carcerario, scarpe lucide con tacco 12 ed occhiaie preventive: pronto alla scorpacciata.


GIORNO UNO



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Lavori in corso fino all'ultimo come da tradizione





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Una sala darsena ristrutturata (prima era una colata d'asfalto dentro un galeone)




Tutto non è pronto ma si parte lo stesso con:



One on One di Kim Ki-duk

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Un film noiosetto che poteva essere girato da chiunque.
"Evviva, finalmente un film di Kim ki-duk non alla Kim ki-duk!", salterà subito alle mente degli snob.
Per poi chiedere: "Praticamente è il Suo Match Point?"
No.
Cambiava poco ma, va sottolineato, non è l'inutile lunga tortura trascinata avanti a schizzi di sangue e scantinati umidi che tutti i Nerd Grassi Sudaticci di Internet® speravano (anche se la fotografia è esattamente quella, anche se i messaggi pubblicitari erano quelli e anche se i nerd non lo ammetterebbero mai), la violenza esplicita (ma pure quella implicita) è ai minimi termini, scialba, lontana dal mirino.
Abbraccia un genere che è stato già abbondantemente portato sullo schermo, anche ultimamente: rapire e torturare per estorcere una confessione. Ne ricordo un paio di sovrapponibili nelle ultime due edizioni del Far East Film Festival di Udine. E poco importa se al posto dei servizi segreti qui i torturatori son un gruppo di poveracci che cerca di farsi giustizia da sé (la storia è un pretesto banale: un padre che si vuole vendicare della figlia uccisa).
Ma il film non vuole essere nemmeno qui. Mira ad altro. E fa cilecca.
Mira al grande cambiamento spirituale del capo dei torturatori che nella sua vendetta (e nella mente ormai irrigidita del regista) passerebbe da feroce a saggio. Ma di una saggezza talmente ingenua ed infantile che sembra uscita dalla mente in un fanciullino.
La Sua Grande Scoperta infatti sarà che nel mondo i cattivi servono a dare un senso alla vita dei buoni, e perciò non si devono combattere ma accettare :em66:
Me Cojoni, che novità!

Se qualcosa ci si aspetta da un film di questo regista (che ormai vive solo per deludere i propri vecchi fan) è l'originalità (magari senza arrivare a Moebius, eh, la commedia demenziale dello scorso anno con la quale ci siamo scompisciati dal ridere) e un pizzico di follia.
In questa discreta e robusta pellicola manca la vita, manca la firma e manca l'interesse dopo dieci minuti dall'uscita dalla sala.

Bisogna ammettere però una cosa, ,n verità il regista si nasconde in un personaggio, il primo ad essere torturato, quello che poi spia segretamente tutte le altre torture, mutando egli stesso da Furioso a Saggio®, questa volta meno ingenuamente. Quegli occhi e quel finale portano la firma inconfondibile del regista tanto amato.
Ma basta un personaggio secondario trasversale ed un finale alla Kim ki duk per salvare il film?
No.


Molto più vivo, cinematograficamente parlando, il successivo The Goob di Guy Myhill, pur ugualmente poco interessante. Ma un film di 80 minuti va premiato a prescindere, non me lo sarei perso per niente al mondo.

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Un inizio dal ritmo incredibile, dissacrante e divertente, ne sarebbe venuto un corto di 15 minuti da storia del cinema.
Poi i titoli d testa e, vabbè, bisogna alzarsi le maniche della camicia: campagna bifolca, un capofamiglia arcigno, violento e traditore (che poi come si fa a fidarsi di quelli col mento sfuggente io non lo so), un figlio diciottenne appena tornato in casa, il motorino nelle vie sterrate di campagna.
Il film è tutto qui, tra umanità misera e miserie intellettuali in cui una mente vergine non può trovare vita. Questa invece (ovviamente) arriva assieme ad una ragazza e ben presto il film si trasforma nel toto "il padre violenterà o no la ragazza del figlio?" E, se la violenterà, "il ragazzo lo ucciderà o chinerà il capo da smidollato che è?"
Un film che mi ha ricordato, in meglio (molto meglio) Tom At The Farm dello scorso anno, sempre qui a Venezia. Per questo e per il padre omofobo e violento (cioè omosessuale represso), metterei anche The Goob nella categoria omosessuale, pur con un solo personaggio gay che viene pure umiliato dal padre (se non brutalizzato, non si capisce).
Un film che nessuno rimpiangerà di non aver visto.
O di aver visto.


Torno a casa e rifletto che tra operai che giravano viti e giovinette al banco che tenevano gli occhi bassi mentre consegnando incartamenti, mancavano due figure che mi son sempre state antipatiche: senza guardie abbronzate con la terza media davanti agli ingressi non sono scoppiate bombe in nessuna sala e senza maschere a far luce sulle scale uscendo nessuno è inciampato.
Anzi, si respirava quasi un'adorabile aria sessantottina.



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Passano gli anni ma 'sto cesso non me lo voglioni aggiustare!


Messaggio modificato da lordevol il 26 August 2014 - 11:15 PM

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#5 lordevol

    Turbo Pucci Love Suntory revolution®

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Inviato 28 August 2014 - 06:15 PM

È incredibile che, da una zona di scavi il giorno prima, la cittadella del cinema si trasformi in una festa con l'arrivo del sole. La magia del Lido.

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Il naso rotto non è incluso nel biglietto di ingresso, ho solo pensato che, avere un look da pugile suonato, aumentasse le mie possibilità con le sedicenni russe scosciate. Al momento invece ho solo un successone con le persone sperse che chiedono informazioni: probabilmente avere la faccia spappolata incute fiducia.



GIORNO 2




The President di Moshen Makhmalnaf

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Cito la trama che mi ha fatto tremare: "The President è la storia del dittatore di un immaginario paese caucasico che, obbligato a scappare dopo un colpo di stato, intraprende un viaggio alla scoperta del proprio Paese con il nipote di cinque anni. I due viaggiano attraverso le terre che il Presidente governava. Ora, travestito da musicista di strada per non farsi riconoscere, l’ex dittatore entra in contatto con il suo popolo,conoscendolo da una nuova prospettiva".
E' palese che, a leggerla, ho pensato che al confronto bere un bicchiere di purga fosse una punizione fisica meno severa. In più c'è la presenza del ragazzino: arma solitamente usata per tenerosità e lacrime facili. Roba per mestruate..
Invece da subito se ne intuisce il timbro allegro ed auto-ironicco, pur facendo passare a video violenze su donne, torture, miseria, cadaveri galleggianti e ferite purulente. Insomma tutto l'armamentario della tragedia iperrealistica messo in scena nell'unico modo in cui si possa farlo oggi con intelligenza: divertendosi divertendo, volendosi un po' bene e non prendendosi mai troppo sul serio.
Storica la frase "ognuno dovrebbe pensare al proprio sedere". Pronunciata dal presidente sosia involontario di Gandalf.
Buona, forse ottima, la mano del regista, che avrebbe potuto confezionare un gran film, che viene invece affossato nel calderone della mediocrità dalla lunghezza smodata e dalle scene col ragazzino, macchietta comico-tragica degna di una fiction di odeon cinquestelle negli anni novanta.
Consigliato con riserva, e un grande rammarico per gli errori commessi per paura di non piacere.




The Look of Silence di Joshua Oppenheimer

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Un documentario crudo, mica bruscolini. In concorso. Raccoglie informazioni e ricorda un massacro indonesiano anticomunista avvenuto nel 1965. Un milione di morti legati ed assassinati come in una orribile catena di montaggio a colpi di macete.
Il fratello di una delle vittime intervista i comandanti dei plotoni della morte ancora in vita e quasi ottantenni, gente che si bulla tutt'oggi di aver bevuto il sangue delle proprie vittime, gente ancora al potere, gente che non prova vergogna e che non teme di scendere in dettagli macabri sulle tecniche con cui sgozzavano, sventravano ed eviravano i presunti "comunisti". Gente che descrive con minuzia la soddisfazione di aver "fatto del bene" vedendo galleggiare migliaia di corpi senza testa gettati nel fiume.
Il pretesto propagandistico della lotta al comunismo usato per l'ennesima volta per pilotare gli ignoranti con lo scopo di mantenere il controllo ed il potere è sempre vivace e il documentario colpisce duro e non annoia.
Quando questi vecchi assassini minacciavano e chiedevano informazioni private sul loro intervistatore mi ha fatto paura.
Consigliato





Qin'ai de (Dearest) di Peter Ho-Sun Chan

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Il peggior film visto fin'ora, anche sotto il bruttino One on one di Kim ki duk. Due puntate da un'ora di una telenovela pomeridiana giustificate alla mostra solo grazie ad una grandissima regia.
Tra il trash ed il patetico, all'ennesimo piagnisteo mi son chiesto perchè restare ancora li seduti in sala. Il film tratto da una storia verra più irrealistico che abbia mai visto. Più superficiali e di pancia è difficile vederne. Ci mancava Maria de Filippi in lacrime.
La prima parte è stucchevole, incentrata su rapimenti di bambini ed associazione di familiari invasati. La seconda puntata riguarda la confusione legale tra legami d'affetto e vincoli familiari.
Se questo film vuole dire qualcosa, lo fa orribilmente, anche se patinatamente.
Sconsigliato




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La nuova sala Darsena, bello l'effetto onda sulle pareti.
Menzione speciale alle teste di cazzo che si siedono sul primo posto della fila, quello sul corridoio, bloccando di fatto l'ingresso a tutti, quelle che poi si scocciano quando gli chiedi di alzarsi per passare.
Brucerete all'inferno

Messaggio modificato da lordevol il 31 August 2014 - 09:30 AM

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#6 AsianPat

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Inviato 28 August 2014 - 07:21 PM

A quanto pare il bilancio di queste due giornate non ti ha molto soddisfatto... Ma sbaglio o c'è una concentrazione di temi lacrimosi, scabrosi e minkiaQuantoSonoFortunatoAdEssereNatoInOccidente ?
Inclinazione Orientale -> HK:50%; JP:45%; KR:5%
Vantaggi ad essere smemorati: ti rivedi un bel film e te lo gusti (quasi) come la prima volta :)
AW subs: Tsubaki Sanjuro, My Young Auntie, Invincible Shaolin (\w Tiz)
AW rece: Martial Club, The Lady Hermit, The Five Venoms, Shaolin Mantis, The Avenging Eagle, Yes Madam, A Chinese Odyssey, Force of The Dragon, In the Line of Duty 4, On The Run
AW DVD: Il Buono, il matto, il cattivo, A Hero Never Dies, The Beast Stalker, The Longest Nite, Detective Dee, La congiura della pietra nera, One Nite in Mongkok, Fire of Conscience, Bullets Over Summer, Castaway On The Moon, The Man From Nowhere

Maestro dello stile multiplo del TORNEO di KUNG FU di AsianWorld

Tutti sono fan di Jackie Chan, solo che alcuni ancora non lo sanno...
intellettualità e cazzeggio, in complementarietà e non in opposizione, sono il pane delle community. (cit. Magse)

#7 lordevol

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Inviato 29 August 2014 - 12:37 PM

Dei primi due giorni mi è piaciuto il documentario indonesiano, pur non avendomi dato alcun frizzicore indimenticabile. Il meglio (e credo proprio insuperabile) è arrivato ieri sera con Seidl. Uno di quei capolavori che non dimenticherò mai.

Intanto anche oggi si parte, un bel sole, le ascelle dei cinesi in vacanza premute contro la schiena in vaporetto, le grandi navi che rovinano la laguna. E' festa insomma


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E poi, almeno una foto al tappeto rosso, di cui mi disinteresso sistematicamente, ma penso vada citato almeno una volta, forse

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Messaggio modificato da lordevol il 29 August 2014 - 12:39 PM

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#8 lordevol

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Inviato 30 August 2014 - 01:15 PM

GIORNO 3

Le cronache, tra scrittura pornografica e commedia, continuano con un giorno di alti e bassi. Un deciso vaderetro alla mediocrità, per una volta.

Parlando di bassi, ho toccato decisamente il fondo con:


Ghesseha di R. Banietemad

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Il tipico reportage delle due di notte su Rai 3, quelli sugli operai di Marghera in cassa integrazione che, non si sa bene perché, sono sempre in canottiera bianca. Anche di inverno.
Docufiction pesantissimo, 80 minuti interminabili. Prolisso. Tanto valeva farne un foglietto informativo da distribuire al centro sociale.
Certo, insegna sull'Iran cose che ancora non sapevo, sulla droga e l'aids, ad esempio. E trovo più che lecito usare il cinema come leva della protesta verso poteri tentacolari nei quali sembra impossibile non rimanere imbrigliati.
Estremamente culturale, per nulla artistico: l'informazione che diventa formazione.
Rispetto e noia ai massimi livelli. La mostra di Venezia è una mostra d'Arte, che ci fa in concorso questo film?
Ho abbandonato la sala in anticipo, con gli operai a polemizzare e sudare dentro un furgone dai sedili scuciti


Birdman di A. Incarritu

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Filmone di apertura del festival. Quindi con tutte le cosette al suo posto. Un 90 60 90 cinematografico. Poco importa se poi ti fa spendere tutto in vestiti firmati e ti parla solo di gossip: l'erezione e l'eiaculazione sono garantite a tutti i presenti.
È il grande rilancio (così dicono) di M. Keaton che scherza sulla sua carriera, si spende al massimo e convince tra follie visuali ed iperrealismo.
Grande sforzo per creare un film originale e vagamente auto celebrativo di buon gusto.
La storia dell'attore in declino che si gioca il tutto per tutto con un ultimo progetto la si è vista in tutte le salse ma questa ha proprio un buon sapore. Non tanto da tornare in quel ristorante apposta, ma davvero buona.



Reality di Q. Dupieux

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Noioso no sense low budget con sogni dentro sogni dentro film che si collegano alla realtà. Tavoli che si materializzano nei boschi, lunghe telefonate con sé stessi. Travestitismo:
un sacco di ingredienti buoni messi nelle mani sbagliate che creano un piatto indigesto, superficiale ed auto-masturbatorio (magari fosse una masturbazione assistita per tutti, invece è proprio solo lui che se la fa da solo in un angolo :( ).
Non so se gli fossero piaciuti tanto Lynch e Tarantino da piccolo, ma di certo ora il regista sta vivendo la cosa come un trauma.
Come si dice? L'insieme degli elementi crea qualcosa che vale meno della somma dei singoli.
Peggio ancora di Wrong cops visto al Torino film festival lo scorso anno.
Togliamo la patente a questo Freak senza talento


Im Keller di Ulrich Seidl

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Il film che giustifica da solo l'organizzazione stessa della mostra del cinema di Venezia 2014.
L'evento di quest'anno.
Adoro questo regista ma non pensavo tirasse fuori dal cappello un tale capolavoro.
Estremo, disturbante, reale.
E, anche se ho avuto nausea nei momenti di eccesso visivo, non mi si venga a frignare che si tratta di pura provocazione o pornografia gratuita: questo film ha uno stile, un'impronta artistica inconfondibile, un modo di esibire e rappresentare il pensiero che hanno a che vedere solo ed esclusivamente con l'Arte.
Non basta un'immagine a sbalordirmi.
Mi inchino a te maestro.

Ora la mostra si spacca in due, da una parte Seidl che regna sovrano a chilometri di distanza e dall'altra tutto il resto, che appare ora come ora come un unico conglomerato infetto di magma totalmente prescindibile.


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La coda per entrare in sala ad Adorare Ulrich Seidl

Messaggio modificato da lordevol il 30 August 2014 - 11:42 PM

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#9 lordevol

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Inviato 30 August 2014 - 05:31 PM

GIORNO 4

Binguan (The cofffin in the Mountain) di Xin Yukun

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Di gran lunga il miglior film asiatico visto fino ad ora, questo discreto Coffin in the Mountain, regala una visione piacevole ed interessante. Se c'è un fiilm che si vorrebbe veder sottotitolato qui su asianworld è questo.
Non lo riesco a promuovere a mani basse come hanno fatto altri amichetti di cinema perchè, da una via di mezzo tra il giallo ed il noir, mi aspetterei un po' di suspense, di formicolio al basso ventre, un dubbio almeno. Invece la storia gira intorno ad un cadavere del quale da subito se ne conosce il nome, il come ed il perchè sia dentro una bara. Poi per due ore il regista con salti avanti ed indietro nel tempo ci fa vedere la storia da varie angolazioni, tutte belle ed interessanti, piene di complicazioni da commedia degli equivoci e, in generale, un gran bell'armamentario cinemmatografico. Ma perchè lasciare il gusto della sorpresa ai personaggi del film piuttosto che allo spettatore pagante in sala?
Questo è il vero grande mistero della pellicola, non il sapere di chi sia il corpo bruciato.



Mita Tova (The Farewell Party) di S. Maymon e T. Granit

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Un film che nelle intenzioni vorrebbe fare ridere e piangere.
Ho riso? Un po'. Poco significa 'si', comunque.
Ho pianto? No.
Black Comedy israeliana patinata e geriatrica che azzecca qualche battuta sull'argomento "eutanasia".
E' uno dei pochi film in cui viene descritto con minuzia di particolari tutto il procedimento per farsela "fai fa te": con tanto di nomi di farmaci, tempi di somministrazione e dosaggi.
Ho appuntato tutto, non si sa mai.
Bello il gruppo di attori ultrasettantenni sciancati e gobbi (presenti in sala, e chissà, magari avranno pure passato la notte) ma con lo spirito di ott'enni: traina con il sorriso una pellicola che sulla carta poteva essere di una noia mortale. Amara scoperta è stato il capire, dalla coppia omosessuale di anziani, che la voglia di accoppiarsi non passa nemmeno a quell'età: ed io che speravo di essere li li per liberarmi di questo peso :(
Ad un certo punto, i moribondi sul letto di morte, in ospedale o nella loro solitudine, iniziano pure a cantare trasformando quel momento in un Musical a cui ho voluto tanto bene.

Da lodare un film israeliano che non sia per il sociale nè per la politica.
Scena da non perdere: il gruppo di anziani completamente nudi che, elegantemente seduti nella panchina, fumano canne.



The Humbling di quel vecchio trombone di Barry Levinson e di quella signora delle pulizie gobba in cui si è trasformato Al Pacino

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Al pacino è praticamente l'unica celebrità di cui si interessano i giornali quest'anno. Ha portato a Venezia ben due film in cui interpreta oramai l'unico ruolo che sa interpretare: il vecchio debole rincoglionito.
Nonostante il cliché, questo Humbling, complice la mia triste vita di anziano internato in casa di riposo, riesce però a toccare qualche punto cedevole e mi ha emozionato.
La storia è di un vecchio attore il cui cervello non funziona più e fatica a ricordare le battute. Dopo qualche tempo di riabilitazione incontra una lesbica di 40 anni meno di lui con cui inizia una relazione. Tra cose vere ed immaginate, tra sogni infranti e tenerezza geriatrica, proverà a tornare sulla scena.
Pacino è riuscito in quello che aveva provato a fare a Venezia due anni fa con Wilde Salome.
Adesso basta però Al, goditi la pensione

Messaggio modificato da lordevol il 30 August 2014 - 11:54 PM

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