

[NEWS] Intervista a Johnnie To
Iniziato da François Truffaut, Apr 18 2008 01:13 PM
3 risposte a questa discussione
#1
Inviato 18 April 2008 - 01:13 PM
Il grande cineasta di Hong Kong spiega i delicati equilibri con la madrepatria
Johnny To: ping pong con la censura cinese
In ventotto anni di carriera ha diretto una cinquantina di film e ne ha prodotti altrettanti. Si è destreggiato abilmente tra lungometraggi di tutti i generi, dai successi commerciali indigeribili per gli stomaci occidentali agli esperimenti d' autore applauditi dai critici. Johnnie To oggi è il re di un' industria cinematografica che vent' anni fa era la più fiorente del mondo e oggi naviga a vista. Un tempo i suoi film, in Europa, arrivavano solo al «Far East» di Udine. Oggi se li contendono Venezia, Cannes e Berlino. Il 25 aprile il regista torna nella città friulana dove, nel 2004, ha girato «Yesterday Once More». È un momento delicato nei rapporti tra i cineasti di Hong Kong e la Repubblica Popolare Cinese: i nuovi accordi di partnership produttiva sono bloccati; e per motivi di censura, sono pochi i titoli girati nell' ex colonia che hanno libera circolazione oltre la penisola di Kowloon. «Le coproduzioni con la Cina consentono di realizzare film più costosi e spettacolari, ma ci sono sempre meno opere sulla nostra cultura - esordisce diplomaticamente il regista -. Nel cinema di Hong Kong mi preoccupa la mancanza di nuovi talenti. Quello che voglio fare con la mia casa di produzione, la Milkyway Image, è coltivarne di nuovi».
In che modo la censura di Pechino influenza il cinema di Hong Kong?
«Perché un film funzioni in un dato mercato, bisogna imparare a rispettarne le regole e la cultura. Il pubblico cinese ha sempre amato i film di Hong Kong. Ma l' energia e la crudezza che li rende così speciali non sempre ottiene l' approvazione dei censori locali. A volte è possibile trovare un punto d' incontro, ma è molto difficile se un film parla di religione e di soprannaturale, oppure di politica e di sesso (vedi il caso recente di «Lussuria» di Ang Lee, tagliato in Cina di 7 minuti, n.d.r)».
A proposito di temi delicati, i due «Election», che lei ha dedicato alle Triadi, sono stati tagliati nella versione circolata in Cina.
«L' hanno fatto i distributori locali e non so cosa abbiano cambiato. Tutti sanno che le Triadi hanno avuto un ruolo importante nel modellare l' economia, la cultura e la politica di Hong Kong. Dato che si tratta di un' organizzazione illegale, sotto il regime coloniale inglese si preferiva fare finta di niente. Io ho voluto mostrare che cosa sono le Triadi nella vita reale, specialmente dopo il 1997 (anno dell' annessione alla Cina, n.d.r.). E ho deciso di smorzare il tono eroico di certi film di Hong Kong del passato».
Come riesce a realizzare film molto diversi?
«Ho cominciato a dirigere film per la televisione e così ho imparato a essere flessibile e ad apprezzare di tutto: arti marziali, commedie, polizieschi...».
Il suo «Exiled», in concorso a Venezia nel 2006, era anche un omaggio a Sergio Leone?
«Qualcosa di italiano c' è: le strade tranquille all' inizio del film. Sono quelle di Macao, ma mi ricordano quelle di una cittadina come Udine dopo pranzo. Più che a Leone, però, ho pensato all' epoca in cui da ragazzo andavo a vedere film di tutti i tipi: western, arti marziali, samurai giapponesi. Uno dei miei registi preferiti è Akira Kurosawa, che considero un grande narratore e filosofo, anche se non pretendo di capire tutte le sue opere».
Mr. To, lei si sente un Autore, come scrivono i critici?
«Lavorando nell' ambito della cinematografia commerciale ho impiegato molti anni a capire che la cosa più importante, quando si fa un film, è l' espressione dei propri sentimenti. È ciò che cerco nelle mie opere più personali, come "PTU" o "Sparrow", ed è quello che oggi mi preme di più. Spero che i giovani lo capiscano». (Alberto Pezzotta)
Sottotitoli per AsianWorld: The Most Distant Course (di Lin Jing-jie, 2007) - The Time to Live and the Time to Die (di Hou Hsiao-hsien, 1985) - The Valiant Ones (di King Hu, 1975) - The Mourning Forest (di Naomi Kawase, 2007) - Loving You (di Johnnie To, 1995) - Tokyo Sonata (di Kiyoshi Kurosawa, 2008) - Nanayo (di Naomi Kawase, 2008)
#2
Inviato 18 April 2008 - 01:32 PM
...Giovannino galleggia a vista. Non affoga perché si affida alla corrente, ma senza tralasciare di metterci del suo. Un vero cinese.
...apprezzo sempre che, visto che il FEFF si avvicina (e probabilmente l'intervista è fatta proprio in vista di quello) lui ci infila Udine, PTU e Sparrow, guarda caso...
...un uomo, una garanzia. Chissà quando gli daranno in mano 40 milioni di dollari per rifare Le Cercle Rouge, cosa sarà capace di combinare? Mi sembra impossibile possa fare la fine di John Woo...
...comunque sia, Giovannino non è uno che fa volentieri il nome di un altro regista o parla delle ispirazioni cinematografiche dei suoi film molto volentieri. Il fatto che il nome più ricorrente, quelle poche volte che succede che si sbottoni, è Akira Kurosawa la dice tutta...
...apprezzo sempre che, visto che il FEFF si avvicina (e probabilmente l'intervista è fatta proprio in vista di quello) lui ci infila Udine, PTU e Sparrow, guarda caso...
...un uomo, una garanzia. Chissà quando gli daranno in mano 40 milioni di dollari per rifare Le Cercle Rouge, cosa sarà capace di combinare? Mi sembra impossibile possa fare la fine di John Woo...
...comunque sia, Giovannino non è uno che fa volentieri il nome di un altro regista o parla delle ispirazioni cinematografiche dei suoi film molto volentieri. Il fatto che il nome più ricorrente, quelle poche volte che succede che si sbottoni, è Akira Kurosawa la dice tutta...

#3
Inviato 18 April 2008 - 02:23 PM
paolone_fr, il Apr 18 2008, 02:32 PM, ha scritto:
(e probabilmente l'intervista è fatta proprio in vista di quello)
Esatto.

Sottotitoli per AsianWorld: The Most Distant Course (di Lin Jing-jie, 2007) - The Time to Live and the Time to Die (di Hou Hsiao-hsien, 1985) - The Valiant Ones (di King Hu, 1975) - The Mourning Forest (di Naomi Kawase, 2007) - Loving You (di Johnnie To, 1995) - Tokyo Sonata (di Kiyoshi Kurosawa, 2008) - Nanayo (di Naomi Kawase, 2008)
#4
Inviato 18 April 2008 - 02:56 PM
paolone_fr, il Apr 18 2008, 02:32 PM, ha scritto:
...un uomo, una garanzia. Chissà quando gli daranno in mano 40 milioni di dollari per rifare Le Cercle Rouge, cosa sarà capace di combinare? Mi sembra impossibile possa fare la fine di John Woo...

No, quello non me lo toccate, nemmeno se lo maneggia Giovannino

”I confini della mia lingua sono i confini del mio universo.” – Ludwig Wittgenstein.
n°0 fan of agitator - the best miike ever /Fondatore del Comitato per la promozione e il sostegno del capolavoro di Fruit Chan: MADE IN HONG KONG
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6ixtynin9 - Metade Fumaca rev. di paolone_fr - Sleepless Town - Down to Hell - A Time To Love - Aragami - Unlucky Monkey - Buenos Aires zero degree - Sound of colors- Where a Good Man Goes- Run Papa Run (& Paolone_fr) - Lost. Indulgence - Young Thugs: Innocente Blood
Altro Cinema
Duvar - Le mur - Dov'è la casa del mio amico? - Vidas Secas
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