Moris
Il regista Joong-rae deve scrivere il suo nuovo film, ma è in crisi di idee. Decide così di andare a rilassarsi e a scrivere per un paio di giorni a Shinduri, una bella cittadina costiera e invita a seguirlo il suo direttore di produzione e la fidanzata di lui, Moon-sook. Ma una volta lì, anziché mettersi a scrivere, Joong-rae manifetsa malumori improvvisi e in più corteggia Moon-sook, che ricambia le sue attenzioni. La mattina seguente dopo il trio si divide, ma due giorni dopo Joong-rae torna a Shinduri, alla ricerca di Moon-sook; incontra invece un'altra donna, che conosce e stima il suo lavoro. Il giorno dopo anche Moon-sook torna alla spiaggia.
Woman on the Beach
(Haebyonui yoin)
regia e sceneggiatura: Hong Sang-soo
fotografia: Kim Hyung-ku.
montaggio: Ham Sung-won.
musica: Jeong Yong-jin.
produzione: B.O.M. Corea del Sud, 2006, col, 127'
cast: Go Hyung-jun (Kim Mun-suk), Ko Hyeon-gang (Moon-sook),
Kim Tae-woo (Chang-wook), Kim Seung-woo (Jung-rae), Song Seon-mi (Sun-hee)
Come districare i sentimenti e le emozioni in un mondo che sempre più vive di immagini?
Come smettere di essere ossessionati dalle immagini per vivere le cose reali in libertà e senza condizionamenti?
Attraverso l'ennesimo personaggio (intellettualmente) autobiografico del regista, Hong Sang-soo continua ad esplorare i sottili confini fra il cinema e la vita, offrendo un ulteriore, squallido, stitico e asfittico panorama sentimentale della Corea contemporanea.
Da una parte, le cattive immagini, quelle stereotipate e false, che ci sono state impiantate dal cinema mercificato, dalla tv e dalla pubblicità, e condizionano in modo impercettibile, pesante il nostro stile di vita; dall'altro, la vita vera, quella cui il regista – ma anche l'uomo - dovrebbe aspirare.
E' tutto qui, nella scena del regista che disegna il triangolo e ragiona sui meccanismi della formazione di immagini ossessive, la filosofia semplice ma profonda sottesa al cinema di Hong.
Ed è quanto mai ironico, in questo suo settimo film. Ironico e impietoso – ma anche sdrammatizzante – con i suoi personaggi. Che sono i soliti personaggi maschili alla Hong: frustrati, insicuri, arroganti, egoisti. D'altronde, questo è "l'uomo coreano", come viene detto nel corso del film. Ma anche le donne non ci fanno una figura migliore. Egoiste, meschine, bugiarde, senza principi se non perseguire i propri scopi e andare appresso a uomini che, alla fin fine, meritano.
"Donna sulla spiaggia", sembra il titolo di un quadro. Ed è proprio così, infatti: Hong continua a spennellare i suoi quadri in movimento, i suoi paesaggi che sono sempre, in primo luogo, paesaggi interiori, scavo in personaggi che forse non hanno nulla da dire, e se lo hanno, lo dicono male. Eppure proprio per questo sono veri. Perché nella vita reale non siamo attori che parlano con le battute pronte, come vorrebbero farci credere certe fiction italiane, sempre più orride, che circolano in tv. Siamo tutti impreparati, e spesso inadeguati, nella vita reale. Così come nei film di Hong Sang-soo. Capire questo, vuol dire capire (e apprezzare) il suo cinema.
QUI trovate una recensione in italiano del film.
[VERSIONI: MORiS, WAF 3 CD & 1CD]
Messaggio modificato da Kiny0 il 09 March 2013 - 09:07 AM