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Nonostante la promessa del primo ministro Shinzo Abe di rendere le donne una parte più integrante nella società nipponica, sembra che il suo intento sia minato dal suo stesso partito, l'LDP.
La promessa era quella di portare al 30% le quote rosa per quanto concerne le posizioni di rilievo in tutti gli aspetti della società entro il 2020. Intanto, l'LDP ha solo l'11% di donne, cioè 9 su 79 candidati alle prossime elezioni di Camera Alta.
Sotto la guida di Abe, il Giappone è passato dalla 124a alla 113a posizione nella classifica mondiale di donne presenti nei parlamenti nazionali. Dato che rischia di scendere ulteriormente per via della mentalità dei tradizionalisti, che porta sempre a dire che le donne appartengono alla casa, che devono prendersi cura del marito e dei figli.
Il punto di vista del politico sembra però non risultare coerente, dal momento che ha nominato solo 2 donne su 18 membri del gabinetto.
Yoko Kamikawa, parlamentare ed ex ministro delle pari opportunità dice che è molto difficile per una donna essere assunta, e lo è ancor di più candidarsi al parlamento sotto il governo LDP.
Il partito d'opposizione, invece, conta 11 donne su 57, circa l'8% in più.
Non è solo in politica che le donne sono ampiamente sotto rappresentate. Le statistiche dimostrano che solo il 15% dei responsabili di reparto di tutti i settori lavorativi è di sesso femminile.
Mentre gli stipendi delle donne sono solo il 70% di quelli maschili.
Attualmente la quota di donne lavoratrici è al 60%.
Fonte: The Japan Daily Press