Inviato 09 August 2010 - 07:22 PM
metto tutto qua. anche se in asian cinema...
tornato abbastanza soddisfatto, per aver visto un capolavoro di jia zhangke su grande schermo (anche se senza subs in lingua potabile), un buon zombie movie, un discreto film per ragazzi tanto anni ottanta, un grandissimo film come womb, il bel "pietro" di daniele gaglianone e -dulcis in fundo - un delirio straordinario come rubber di quentin dupieux.
più precisamente:
PLATFORM di Jia Zhangke
il capolavoro di Jia, insieme a Still Life. un ritratto di un decennio (quello degli 80) fondamentale per la transizione cinese, tra rivoluzione culturale e politica di apertura.
I WISH I KNEW di Jia Zhangke
shanghai per come è diventata quello che è, a partire dall'apertura al commercio occidentale nel XIX secolo e passando per gli anni d'oro a cavallo tra i 20 e i 30, la guerra, la rivoluzione e giù giù fino all'expo del 2010.
il tutto, raccontato con lo stile sopraffino del documentario di Jia (che ormai è un vero e proprio maestro del genere) e con una pluralità di voci. pluralità forse esagerata, stavolta, e che rende altalenante il ritmo e l'interesse. sono comunque perle gli omaggi al cinema e ai cineasti del passato e del presente (fei mu, hou hsiao hsien, lou ye
RAMMBOCK di Marvin Kren
michael arriva a berlino in cerca dell'ex, ma quel che ritrova è una mandria di zombie pronta a dare l'assalto a tutto ciò che si muove. insieme a un ragazzo incontrato per caso, dovrà riuscire a cavarsela e a ritrovare la sua ex. zombie movie tedesco a basso budget ma dalle buone idee. non stroppia mai, grazie alle interpretazioni emaptiche dei protagonisti e alla vena ironica che non lascia mai da parte.
NORBERTO APENAS TARDE di Daniel Hendler
storia di norberto, un tipo timido appena licenziato, che si fa trascinare dalla vita e dalla sfiga. un giorno decide per caso di studiare teatro. per lui potrebbe essere l'occasione per capire di più quale può essere il suo posto nel mondo?
ritratto delicato e ironico di un perdente per (non) scelta.
MORGEN di Marian Crisan
romania, al confine con l'ungheria, un uomo dall'esistenza sempre uguale trova un immigrato turco diretto in germania, e si offre di aiutarlo. i due non hanno modo di comunicare se non con gli occhi e le mani, eppure sembra nascere qualcosa come un'amicizia. film sulla fragilità del concetto di frontiera, nell'europa di oggi (non a caso, le scene più belle sono quelle ambientate alla dogana tra i due stati).si sorride e si pensa. giovane cinema romeno cresce.
HOMME AU BAIN Cristophe Honorè
pellicola pesa su amore e gelosia omosessuale tra la periferia di parigi e new york. featuring: la periferia multirazziale, un pornodivo (francois sagat, a locarno con due film...) e il suo culo di marmo, chiara mastroianni (?), la camera a mano. provocatorio? ci potete scommettere. buon cinema? bah...
WOMB di Benedek Fliegauf
il più bel film in concorso visto fino a domenica è questa storia di un amore adolescenziale infranto da un incidente. rebecca e tommy si ritrovano dopo 12 anni, ma tommy dopo pochi giorni rimane ucciso da un auto. in una clinica misteriosa su un isola altrettanto misteriosa, la donna decide di mettere al mondo il clone del suo amato morto. il bimbo nasce e cresce, e il rapporto con la madre (amante) diventa sempre più tormentato...
una storia d'amore con il coraggio di osare in territori al limite della fantascienza, una riflessione sulla vita in provetta e le relazioni tra le persone, un canto di gioia e di dolore circondato dalla spiaggia e dal mare del piovoso nord. grande grande.
RARE EXPORTS: A CHRISTMAS TALE di Jalmari Helander
film horror per ragazzi che porta in terra di finlandia le atmosfere del cienma anni 80 dei dante, dei carpenter, degli spielberg. nel folclore finlandese santa claus non è il buon vecchietto della pubblicità della coca cola, e quando un gruppo di americano scavano un monte, liberando ciò che era imprigionato all'interno, i bambini della zona (e mica solo loro) se ne accorgeranno. tra motoslitte, foreste innevate, moti misteriosi, renne e uomini duri della frontiera del grande nord, un'avventura per ragazzi che sa di già visto in alcuni pezzi, ma che più spesso ha la travolgente vivacità che ci ricorda dei film di quando eravamo piccoli. e un finale stupendo.
TILVA ROS di Nikola Lezaic
nella cittadina di Bor, inserbia, l'ultima estate insieme di due amici con la passione dello skate e degli stunt in stile "jackass", appena finite le superiori, verrà movimentata dall'arrivo dalal francia di una ragazza che piace a entrambi e dalle manifestazioni che si oppongono alla chiusura della fonderia di rame. ritratto generazionale che da Jules e Jim arriva a The Dreamers, passando per Paranoid Park, ma con la forza di essere profondamente radicato ai temi locali e che mostra (ancora una volta in un film balcanico) la violenza come unico mezzo di comunicazione possibile. bella regia, tra l'altro.
BEYOND THE STEPPES di Vanja D'Alcantara
ispirato alla storia della nonna della regista, il film racconta di Nina, polacca deportata in siberia dopo l'invasione sovietica della polonia orientale (vicino ai fatti che avevano ispirato Katyn di A. Wajda). separata da ogni cosa e con un figlio appena nato, la donna vive insieme dolore dell'esilio e del lavoro forzato, la separazione dai suoi cari e la speranza che ci sia qualcosa oltre quella guerra. il tutto, nell'immensità delle steppe che rendono tutto più piccolo. un film di donne e di guerra, senza risposte da dare me con tanto da raccontare. e a volte, questo non è un male. straordinaria l'interpretazione della protagonista, Agnieszka Grochowska.
PIETRO di Daniele Gaglianone
pietro è il titolo e pietro è il protagonista. pietro è anche la materia di cui è fatto il film di gaglianone, che vive tutto sulle difficoltà espressive messe in faccia al suo protagonista, un uomo con molti problemi, primo tra tutti quello di essere inadatto a girare nel mondo per come gira adesso. in una torino degradata, il film segue pietro, il fratello tossico e i suoi amici spacciatori, mentre cercano uan via per trovarsi più a loro agio con quello che li circonda.
durissimo e molto ben girato, pietro è la storia di un individuo, di un altro che la società di oggi non fa nulla per accettare. fa male.
MEMORY LANE di Michael Kers
rieunione tra amici nella provincia francese tra problemi vari e storie di gioventù e provincia. nostalgico, ma sembra un film già girato da tanti altri.
SVET AKE di Aktan Arim Kubat
svet ake fa l'elettricista, nel senso che porta la luce nelle case della gente di un villaggio nel kyrzighistan. peccato che la corrente la rubi alle linee dell'azienda elettrica. svet ake ha anche un sogno: quello di alimentare la vallata dove vive con sole turbine eoliche. il giorno che la polizia ha da ridire con i suoi maneggi elettrici, il nostro conosce un pezzo grosso della politica locale e vede uno spiraglio per realizzare i suoi sogni. lontano dal folklore gratuito, kumat scrive, dirige e recita da protagonista un film che è un atto d'amore verso il suo paese e le sue persone. parte col sorriso, si ammoscia un po' nel mezzo, ma alla fine ti lascia col groppo in gola.
RUBBER di Quentin Dupieux
capolavoro.
deserto della california: uno peneumatico si anima improvvisamente e incomincia a rotolare tra rocce e cespugli, come attirato da una forza misteriosa. il nostro protagonista, che per semplificare chiameremo "rubber", è dotato non solo di facoltà di movimento, ma anche di poteri psicocinetici che gli permettono di far esplodere le cose a distanza. quando rubber incrocia una ragazza e la sua auto in viaggio sotto il sole cocente, comincia a seguirla, eliminando tutti gli ostacoli (cose, animali, uomini) che gli si presentano davanti.
nel frattempo, un gruppo di spettatori ingaggiati da un personaggio oscuro per assistere alle avventure di rubber, se ne stanno coi loro binocoli a guardarlo viaggiare (rotolare).
perché tutto ciò? NO REASON. perché nel cinema, come nella vita (lo scriveva pure pirandello), le cose più impensabili accadono senza una ragione particolare. così. NO REASON.
delirante, surreale, violento, metacinematografico, comico, teso. in una parola sola: geniale.
non molla mai il colpo, sorretto anche da una regia di belle idee e soluzioni e sfavilla in un finale incredibile.
la frontiera del non-sense, fatta cinema.
giù il cappello.