Breathless, di Yang Ik-June
(Breathless); Regia, sceneggiatura e fotografia : Yang Ik-June ; montaggio : Lee Yuen-Jung ; interpreti : Yang Ik-June, Kim Kkobbi ; origine : Sud Corea, 2008 ; durata : 130’
L’esordio alla regia dell’attore coreano Yang Ik-June colpisce per come risolve tensioni emotive che non cessano di bruciare in un trasparente equilibrio pittorico – un po’ alla Pialat, per certi versi. Dannazione e redenzione della paternità come malattia non sessualmente trasmessa
Apparente gangster movie koreano come ce ne sono molti, con lo scorrere dei minuti Breathless si trasforma e diventa un dramma personale saturo di violenza. Il protagonista Song-Hoon (ben impersonato dallo stesso regista-sceneggiatore-produttore Yang Ik-June) si guadagna la vita riscuotendo debiti per uno strozzino ; segnato da un`infanzia violenta e da un padre che massacrava di botte la moglie, Song-Hoon picchia. Picchia qualsiasi cosa o persona gli si pari davanti. Si accanisce con una violenza matta e esasperata e si placa solo quando il malcapitato di turno e’ esangue a terra.
Quando non picchia Song-Hoon insulta impreca e bestemmia. Un bel tipo insomma.
Le cose cominciano a cambiare quando conosce una ragazzina, o meglio una donna di circa 16 anni con un padre pazzo che le da` della puttana in continuazione e un fratello che le parla piu’ o meno come Harvey Keytel in Alice non abita piu’ qui di M. Scorsese. Questo incontro fra reietti segna l`inzio della redenzione.
La rischiosa e abusata equazione infanzia violenta = criminale assicurato in Breathless lascia lo spazio per la descrizione di uno stato di violenza perpetua reso norma quotidiana e unico comportamento possibile. Il soppruso e l`unico linguaggio che i due protagonisti sono in grado di usare.
E` l`aggressione come lessico famigliare che ci viene descritto nel film. Gli incontri di Song-Hoon con la sua platonica fidanzata liceale sono puntellati da dialoghi stracolmi di improperi, eppure di una dolcezza commuovente.
Il film e` narrato con un`abilita’ notevole per un`opera prima. A parte qualche scivolone in cui cerca di convincerci che anche uno strozzino spietato ha un cuore generoso e tenero, Breathless e’ un film di genere intelligente e attento nella costruzione dei suoi personaggi e del loro mondo. Non ci sono virtuosismi o inquadrature di particolare bellezza ma si resta soddisfatti di aver assistito a 130 minuti di cinema ben confezionato. (Rebecca De Pas)