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[RECE] Plastic City

Traduzione di paolone_fr

29 risposte a questa discussione

#19 Yoshikawa

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Inviato 15 February 2010 - 07:59 PM

Visualizza Messaggiosobek, il 15 February 2010 - 03:44 PM, ha scritto:

Joe Odagiri, ci mette molto del suo
a mio parere imbarazzante da quanto era fuori parte :em41:

Messaggio modificato da Yoshikawa il 15 February 2010 - 08:00 PM

Blind Mountain Cannot Live without You

Immagine inserita

He remembers those vanished years, as though looking through a dusty window pane.
The past is something he could see, but not touch; And everything he sees is blurred and indistinct.


#20 BadGuy

    Cameraman

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Inviato 15 February 2010 - 09:09 PM

Lo difendi con ardore, si vede che ti è proprio piaciuto. Ma la tua ottima accorata indicazione di sostanza e spina dorsale non mi diminuisce il senso generale di pastiche non riuscito ed è questa la cosa che mi ha rotto di più. Perché mescolare, e farlo bene ovviamente, non è da tutti.

Ps_ Non ho mai avuto alcun dubbio sull'immaterialità del contesto della scena del pilone, ma alla luce di quanto hai detto sopra ora lo so. Non pilone. Colonna! E Kirin è lo Stilita del deserto che combatte contro la miseria del mondo. Forse una velata citazione bunueliana... va beh, scherzo.


#21 paolone_fr

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Inviato 16 February 2010 - 01:23 AM

Visualizza MessaggioYoshikawa, il 15 February 2010 - 07:59 PM, ha scritto:

a mio parere imbarazzante da quanto era fuori parte :em41:
su questo sono perfettamente d'accordo. odagiri è il punto debole del film.

Visualizza MessaggioBadGuy, il 15 February 2010 - 09:09 PM, ha scritto:

Lo difendi con ardore, si vede che ti è proprio piaciuto. Ma la tua ottima accorata indicazione di sostanza e spina dorsale non mi diminuisce il senso generale di pastiche non riuscito ed è questa la cosa che mi ha rotto di più. Perché mescolare, e farlo bene ovviamente, non è da tutti.

Ps_ Non ho mai avuto alcun dubbio sull'immaterialità del contesto della scena del pilone, ma alla luce di quanto hai detto sopra ora lo so. Non pilone. Colonna! E Kirin è lo Stilita del deserto che combatte contro la miseria del mondo. Forse una velata citazione bunueliana... va beh, scherzo.

se il senso generale di pastiche non riuscito deriva da un fraintendimento o da una lettura superficiale del racconto, purtroppo non posso ritenere valida una critica. ed è questo che mi delude, che non abbiate colto nel segno, non certo che il film non vi sia piaciuto. anzi, francamente mi aspetto che arrivino voti ben più bassi di quelli visti sinora, che mi sono dispiaciuti anche perché timidi.

p.s.: scherzo come pulcinella anche io e ti dico: non credo. vedi, la contrapposizione lì è tra nord e sud del mondo, tra chi delinque per vivere (i ragazzi di strada) e chi dilinque per arricchirsi, o per professione (i gringos). kirin sceglie dove schierarsi, ma è una lotta che esiste da prima che lui ci entri. pilone, colonna... si tratta semplicmente un non-luogo. bunuel proprio no. lynch, forse.

#22 sobek

    雪狐

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Inviato 16 February 2010 - 03:13 PM

Visualizza Messaggiopaolone_fr, il 16 February 2010 - 01:23 AM, ha scritto:

su questo sono perfettamente d'accordo. odagiri è il punto debole del film.



Non sono d'accordo su questo, non che la tematica sia così pregnante per la valutazione del film: trovo che quell'aura di inadeguatezza che esprime l'attore si fonda bene con il personaggio; sarà che la figura barbina in Dream fu talmente colossale da rendere apprezzabile questa. :em05:

#23 ziadada

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Inviato 16 February 2010 - 03:53 PM

C'è una sfera in cui poco è vero davvero, e quel poco che c'è si sfilaccia: il padre è debole, il fare perde valore, si fa quello che c'è da fare orientandosi tra gesti velleitari e simboli di terza mano.
Altrove, c'è un grumo ancestrale e selvaggio che chiede riti di sangue, padri colossali e bambini feroci votati alla morte. Chi è espulso o si sottrae al mondo di plastica va ad inverarsi pagando il suo tributo nella selva.



Qui il fascino del film; la sua fatica non sta nel molto che c'è di risonante e di significativo, ma in quello che non arriva ad esserlo: i personaggi collaterali fondamentalmente, tranne forse Ocho, ma più per intensità propria dell'interprete che per spessore della storia che le è data da raccontare.
"So you believe in ghosts, do you sergeant?"
"I believe in God the Father, God the Son and the sidhe ridin' the wind."

#24 ziadada

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Inviato 16 February 2010 - 04:19 PM

p.s.: non credo di essere d'accordo con la recensione di paolone, che nel frattempo ho riletto, su questo punto: non credo che Kirin sfidi il padre, ma anzi che rimanga figlio devoto ed obbediente fino alla fine.
[spoiler] il padre deve morire per sua mano [fine spoiler] semplicemente perché è necessario, come nel nostro sistema di riferimento simbolico si brucia "la vecchia" perché possa nascere l'anno nuovo...
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#25 paolone_fr

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Inviato 16 February 2010 - 04:41 PM

Visualizza Messaggiosobek, il 16 February 2010 - 03:13 PM, ha scritto:

Non sono d'accordo su questo, non che la tematica sia così pregnante per la valutazione del film: trovo che quell'aura di inadeguatezza che esprime l'attore si fonda bene con il personaggio; sarà che la figura barbina in Dream fu talmente colossale da rendere apprezzabile questa. :em05:
il kirin di odagiri mi sembra che funzioni dove fa lo sconfitto, l'inadeguato, l'indeciso, ma non dove tira fuori gli artigli e compie azioni decise (compreso l'omicidio). lo yuda di a. wong invece mi sembra molto più completo e convincente sia quando attacca e aggredisce che quando si acquatta e si quieta. ricordo bene che già durante la visione mi chiedevo: ma perché odagiri e non shawn yue? ecco, shawn yue mi pare avrebbe potuto esprimere meglio il dualismo e le contraddizioni del personaggio di kirin in situazioni di tenore diverso.
ma è una mia opinione, naturalmente...

Visualizza Messaggioziadada, il 16 February 2010 - 04:19 PM, ha scritto:

p.s.: non credo di essere d'accordo con la recensione di paolone, che nel frattempo ho riletto, su questo punto: non credo che Kirin sfidi il padre, ma anzi che rimanga figlio devoto ed obbediente fino alla fine.
[spoiler] il padre deve morire per sua mano [fine spoiler] semplicemente perché è necessario, come nel nostro sistema di riferimento simbolico si brucia "la vecchia" perché possa nascere l'anno nuovo...
mi riattacco a quanto detto sopra per cercare di speigare cosa intendessi con "sfida al padre". non si tratta di una sfida aperta o di una ribellione (cosa che avrebbe abbassato al rango di già-visto-un-milione-di-volte il rapporto tra kirin e yuda), ma di un sentimento ambivalente e contraddittorio che alterna venerazione e gratitudine a disprezzo e voglia di fuggire, da parte di kirin nei confronti di yuda. la sfida si sostanzia dunque in atteggiamenti sottotraccia (chiamiamola sindrome, nel caso): la voglia di mollare i metodi del padre, il suo vecchio mondo, l'attrazione per ocho e la proposta di fuggire, e tutto quello che di ciò che kirin pensa su yuda compare all'esterno quando kirin parla coi suoi amici, yuda assente (il tatuaggio, rita, ...). non sapendo come confrontarsi con questa situazione, kirin dice più volte di voler morire. in un certo senso, è come se il destino imponesse a kirin il dovere di contrastare e ribellarsi al padre, ma che lui cerchi sino all'ultimo di ribellarsi al destino, finché il padre stesso capisce [spolier]che il destino di kirin passa per la sua morte.
yuda alla fine è un padre talmente ingombrante che non lascia nemmeno al figlio la scelta di compiere da sè il suo destino, ma ci mette lui lo zampino. o forse yuda è tanto saggio da capire che kirin di indole (innata) non avrebbe mai compiuto "il gesto". del resto, per quel che sapeva kirin, yuda era già morto, e quella notizia non lo aveva aiutato a crescere. anzi, l'aveva sprofondato nel baratro della vita da straccione.
alla fine plastic city è una storia che racconta come fare attrito al fluire del destino (kirin che combatte con se stesso nell'amore/odio per il padre) poti solo dolore e frustrazione. se kirin non fosse stato tormentato, la storia da raccontare sarebbe durata 15 minuti. come a dire che l'artista racconta le vite meno riuscite, eprché quelle "perfette" e compiute sono poco affascinanti. oppure parlano già da loro.

#26 Shimamura

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Inviato 17 February 2010 - 12:45 PM

Plastic City



Immagine inserita


Thriller, dramma familiare, diario di un viaggio, sogno. Plastic city è tutto questo.

Il film del direttore della fotografia di alcuni dei capolavori di Jia Zhangke (Still Life e 24 City) costituisce un'opera in cui ogni fotogramma è screziato da colori saturi e dalla luce dei neon.

Yu Lik-wai costruisce soprattutto un film che non dev'essere solo visto, ma respirato, gustato, odorato, perché da esso traspira la vita e gli umori dei quartieri (asiatici) brasiliani. L'odore ed il gusto del curry. L'odore della pioggia.

Forse è questo a rendere il film particolarmente difficile da vedere...

È sicuramente un film ambizioso, ma questo si capiva già dalla location (il Brasile, appunto) e dal cast (Wong ed un non sempre all'altezza delle proprie possibilità Odagiri). Il film è anche, a mio modo di vedere, molto interessante sia da un punto di vista visivo che registico. Non so se questo è o meno il primo film da regista di Yu Lik-wai, ma il risultato è encomiabile. Encomiabile, ma non perfetto.

Yu Lik-wai inserisce molte sottotrame, un non so che di mistico e pone troppa attenzione ad una ricerca estetizzante che poi ripiega su sé stessa. Il risultato è che i conti non tornano. L'attenzione dello spettatore meno attento viene meno, e spuntano i primi sbadigli ed un senso di vuoto.

È un errore. Non lasciatevi fuorviare da alcune crepe (e ci sono, fidatevi...) nella sceneggiatura. Non lasciatevi distrarre dall'inesperienza del regista e da certe scene simil-video-clip (c'è chi vi ha visto echi lynchiani, chi ha fatto riferimento a Bunuel, chi scomoda Tsukamoto! No, non sono d'accordo. Al massimo ci può essere un certo richiamo all'ultimo Wong Kar-wai, ma secondo me si tratta solo di inutili elucubrazioni. Perchè un regista deve per forza essere qualcun altro?). Il film è un film bellissimo. È un opera visiva\visionaria che colpisce. Lascia il segno. Tragedia familiare ed umana allo stesso tempo. Storia del rapporto di alcuni uomini con sé stessi, con il presente e con il passato, con la propria famiglia e con gli altri, con la natura e con il mondo che li circonda, il film scorre lento, nebbioso come la foschia che sale nei vicoli, abbagliante come le luci dei neon nelle strade e nei locali.

È un film che dice molto ed in silenzio. Abbiate pazienza, riguardatelo con calma e provate ad ascoltare quello che ha da dirvi.

P.S.
Ma ho capito bene? Esistono due versioni del film? E perché? Ho perso molto vedendo solo questa? :em12:

Ah! Grazie per i sub! :em12:

Messaggio modificato da Shimamura81 il 17 February 2010 - 03:09 PM

Hear Me Talkin' to Ya




Subtitles for AsianWorld:
AsianCinema: Laura (Rolla, 1974), di Terayama Shuji; Day Dream (Hakujitsumu, 1964), di Takechi Tetsuji; Crossways (Jujiro, 1928), di Kinugasa Teinosuke; The Rebirth (Ai no yokan, 2007), di Kobayashi Masahiro; (/w trashit) Air Doll (Kuki ningyo, 2009), di Koreeda Hirokazu; Farewell to the Ark (Saraba hakobune, 1984), di Terayama Shuji; Violent Virgin (Shojo geba-geba, 1969), di Wakamatsu Koji; OneDay (You yii tian, 2010), di Hou Chi-Jan; Rain Dogs (Tay yang yue, 2006), di Ho Yuhang; Tokyo Olympiad (Tokyo Orimpikku, 1965), di Ichikawa Kon; Secrets Behind the Wall (Kabe no naka no himegoto, 1965) di Wakamatsu Koji; Black Snow (Kuroi yuki, 1965), di Takechi Tetsuji; A City of Sadness (Bēiqíng chéngshì, 1989), di Hou Hsiao-hsien; Silence Has no Wings (Tobenai chinmoku, 1966), di Kuroki Kazuo; Nanami: Inferno of First Love (Hatsukoi: Jigoku-hen, 1968) di Hani Susumu; The Man Who Left His Will on Film (Tokyo senso sengo hiwa, 1970), di Oshima Nagisa.
AltroCinema: Polytechnique (2009), di Denis Villeneuve ; Mishima, a Life in Four Chapters (1985), di Paul Schrader; Silent Souls (Ovsyanky, 2010), di Aleksei Fedorchenko; La petite vendeuse de soleil (1999), di Djibril Diop Mambéty; Touki Bouki (1973), di Djibril Diop Mambéty.
Focus: Art Theatre Guild of Japan
Recensioni per AsianWorld: Bakushu di Ozu Yasujiro (1951); Bashun di Ozu Yasujiro (1949); Narayama bushiko di Imamura Shohei (1983).

#27 paolone_fr

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Inviato 18 February 2010 - 04:52 PM

Visualizza MessaggioShimamura81, il 17 February 2010 - 12:45 PM, ha scritto:

P.S.
Ma ho capito bene? Esistono due versioni del film? E perché? Ho perso molto vedendo solo questa? :em41:
no, questa è l'unica versione "ufficilae" del film. in realtà, quando fu presentato a venezia e a toronto nel 2008, durava circa una ventina di minuti in più (alcune differenze che ricordo le ho scritte a pagina 2 del thread, in risposta a franuà). dopo l'insuccesso festivaliero, fu deciso di rimontarlo drasticamente prima di farlo uscire al cinema, e la versione rimontata è quella che poi è arrivata in DVD.
:em83:





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