Hope
so-won
소원
Mentre si sta recando a scuola, la piccola So Won (che si traduce Speranza) (Lee Re) viene rapita e brutalmente stuprata da un pedofilo alcolizzato. I danni subiti dal suo corpo sono talmente gravi che non riuscirà più a guarire completamente. Scioccati e devastati dal dolore, i genitori di So Won, Dong Hoon (Sol Kyung Gu) e Mi Hee (Uhm Ji Won), fanno del loro meglio per aiutare la figlia a ristabilirsi fisicamente e psicologicamente e cercano di ottenere giustizia nel processo contro lo stupratore.
Genere
Drammatico
Regia
Lee Joon-ik
Sceneggiatura
Jo Joong-hoon, Kim Ji-hye
Interpreti
Seol Kyeong-gu, Eom Ji-won,
Lee Re, Kim Hae-sook,
Kim Sang-ho, Ra Mi-ran
Corea del Sud, 2013
Vincitore nella categoria miglior film, migliore attrice non protagonista (Ra Mi-ran) e migliore sceneggiatura ai 34esimi Blue Dragon Awards, il dramma di Lee Joon-ik mostra i suoi lati positivi nella parte centrale, in cui viene descritto il commovente sforzo del padre di entrare in contatto con la figlia attraverso lo stratagemma del costume. Peccato che poi si dilunghi con la scena del processo, a mio modo di vedere superflua e esagerata.
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[CINEMA] Hope
Iniziato da creep, Mar 22 2014 09:59 PM
1 risposta a questa discussione
#1
Inviato 22 March 2014 - 09:59 PM
#2
Inviato 18 June 2015 - 05:58 PM
Se non ricordo male il film è ispirato ad una storia vera, un caso che mi capitò di studiare per motivi professionali (uno studio di diritto penale comparato), alcuni anni fa. Credo sia per questo che probabilmente il film passi molto del suo tempo a ricostruire anche la vicenda giudiziaria.
Onestamente sono d'accordo sul fatto che una fase processuale raccontata in un film, si trasformi in pesante zavorra.
Onestamente sono d'accordo sul fatto che una fase processuale raccontata in un film, si trasformi in pesante zavorra.
Subtitles for AsianWorld:
AsianCinema: Laura (Rolla, 1974), di Terayama Shuji; Day Dream (Hakujitsumu, 1964), di Takechi Tetsuji; Crossways (Jujiro, 1928), di Kinugasa Teinosuke; The Rebirth (Ai no yokan, 2007), di Kobayashi Masahiro; (/w trashit) Air Doll (Kuki ningyo, 2009), di Koreeda Hirokazu; Farewell to the Ark (Saraba hakobune, 1984), di Terayama Shuji; Violent Virgin (Shojo geba-geba, 1969), di Wakamatsu Koji; OneDay (You yii tian, 2010), di Hou Chi-Jan; Rain Dogs (Tay yang yue, 2006), di Ho Yuhang; Tokyo Olympiad (Tokyo Orimpikku, 1965), di Ichikawa Kon; Secrets Behind the Wall (Kabe no naka no himegoto, 1965) di Wakamatsu Koji; Black Snow (Kuroi yuki, 1965), di Takechi Tetsuji; A City of Sadness (Bēiqíng chéngshì, 1989), di Hou Hsiao-hsien; Silence Has no Wings (Tobenai chinmoku, 1966), di Kuroki Kazuo; Nanami: Inferno of First Love (Hatsukoi: Jigoku-hen, 1968) di Hani Susumu; The Man Who Left His Will on Film (Tokyo senso sengo hiwa, 1970), di Oshima Nagisa.
AltroCinema: Polytechnique (2009), di Denis Villeneuve ; Mishima, a Life in Four Chapters (1985), di Paul Schrader; Silent Souls (Ovsyanky, 2010), di Aleksei Fedorchenko; La petite vendeuse de soleil (1999), di Djibril Diop Mambéty; Touki Bouki (1973), di Djibril Diop Mambéty.
Focus: Art Theatre Guild of Japan
Recensioni per AsianWorld: Bakushu di Ozu Yasujiro (1951); Bashun di Ozu Yasujiro (1949); Narayama bushiko di Imamura Shohei (1983).
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