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Lo sceneggiatore, scrittore e attore francese Jean Gruault, pilastro del movimento della Nouvelle vague, è morto ieri a Parigi all'età di 90 anni. Formatosi come autore nell'ambito del teatro d'avanguardia, la sua figura di sceneggiatore ha dato un forte impulso stilistico alle opere di registi come François Truffaut, con film come Jules e Jim (1962), Adele H., una storia d'amore (1975) e La camera verde (1978), e come Alain Resnais, per il quale ha scritto tra l'altro Mon oncle d'Amérique (1980), vincitore nel 1981 del David di Donatello per la migliore sceneggiatura straniera e candidato all'Oscar per la migliore sceneggiatura originale.
Dopo l'esordio nel cinema nel 1961, quando scrisse insieme al regista Jacques Rivette Paris nous appartient, Gruault partecipò con un gruppo di sceneggiatori (tra cui Diego Fabbri e Franco Solinas) alla riduzione per il grande schermo dell'opera di Stendhal "Vanina Vanini" che Roberto Rossellini realizzò nel 1961. Il primo romanzo che Gruault adattò per Truffaut fu l'allora poco conosciuta parabola d'amore adolescenziale "Jules et Jim" di H.P. Roché. Dopo la collaborazione con Jean-Luc Godard, Gruault tornò a lavorare con Rivette per Susanna Simonin, la religiosa (1966). Con Rossellini collaborò per La presa del potere da parte di Luigi XIV (1966), accurata ricostruzione storica realizzata per la televisione. Dopo la serie televisiva D'Artagnan (1969) diretta da Claude Barma, Gruault tornò a scrivere con Truffaut, sceneggiando Il ragazzo selvaggio, Le due inglesi, Adèle H., una storia d'amore e La camera verde. Dopo aver scritto con Pascal Bonitzer e il regista André Téchiné Le sorelle Bronte (1979), Gruault si dedicò all'opera che più rispecchia la ferrea esasperazione logica della sua scrittura, anche nei momenti più lievi: Mon oncle d'Amérique, dedicato al biologo Henry Laborit. Per Resnais firmò poi La vita è un romanzo (1983) e L'amour à mort (1984).
(fonte www.repubblica.it)
Un'altra pietra miliare del cinema che se ne va.