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[BOOK] In uscita Cina. Viaggio nell'Impero del Futuro

di Rob Gifford

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#1 François Truffaut

    Wonghiano

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Inviato 09 April 2008 - 10:21 PM

Il futuro del «continente giallo» secondo Gifford

Prigioniero di Confucio
Un popolo in fuga dalla Casa di Ferro


Oggi che la Cina è nel pieno di una grave crisi politica, è davvero importante decifrare i suoi ondeggiamenti e le sue ambiguità. Ripararsi dietro agli schemi mentali che catalogano un Paese attraverso i luoghi comuni positivi (il gigantismo economico) o negativi (la dittatura dell' intolleranza) non aiuta ad accompagnare la transizione di questo «continente» e a comprenderla. È possibile andare oltre le interpretazioni superficiali? E quali sorprese ci riserva il viaggio dentro «l' altrove Cina»? Lu Xun, il più grande scrittore cinese del XX secolo, usò una metafora famosa per descrivere il torpore culturale del suo Paese all' inizio del Novecento. Nel racconto Na Han, Chiamata alle Armi immaginò «una casa di ferro senza finestre, indistruttibile, in cui dormono molte persone, condannate a morire per asfissia». «Tu sai - aggiungeva nell' introduzione - che la morte le coglierà nel sonno e non sarà dolorosa». Poi chiedeva e concludeva: «Se lanci un grido abbastanza forte da svegliare qualcuno di quelli che hanno il sonno più leggero, credi di rendere loro un buon servizio condannandoli a soffrire le pene di una morte senza scampo? Ma se qualcuno si sveglia, non puoi affermare che non ci sia una speranza di distruggere la casa di ferro». La casa di ferro era un sistema di pensiero, un sistema etico conservatore, il confucianesimo, dal quale lui, pessimista, si augurava che la Cina potesse uscire. La «Chiamata alle Armi» era l' appello di Lu Xun ai cinesi: svegliatevi che avrete la «speranza» di scappare dalla casa di ferro. Lu Xun avvertiva che «il richiamo del passato, della sua eredità e della sua ineludibile storia» pesavano ancora molto sulla Cina. Però il popolo aveva per la prima volta l' opportunità di tracciare il futuro e non delegarne lo svolgimento ai despoti e agli imperatori, agli oppressori della mente e della cultura. Quasi un secolo dopo, quelle parole hanno una straordinaria attualità. Sono un richiamo a non risolvere i dubbi con risposte scontate ma un invito a riflettere. È crollata «la casa di ferro»? Rob Gifford in Cina ha lavorato per oltre vent' anni, sei da corrispondente di «National Public Radio», avrebbe dunque tutte le carte in regola per dare risposte definitive sul «miracolo» e sui mutamenti della società cinese, per raccontarli e analizzarli. Invece, da vero intellettuale, oltre che giornalista, Rob Gifford ammette che sulla Cina in questo momento è impossibile regalare certezze e verità preconfezionate. E chi lo fa non ne conosce i tormenti. «Se il mondo occidentale non si scolla da una visione del Paese datata e rigida, sprecando superlativi sul suo sviluppo e sulla sua crescita senza precedenti oppure tirando in ballo vecchi stereotipi da guerra fredda, arrivando fino a sbandierare la minaccia del pericolo giallo», ebbene, lui, l' autore, che aveva cominciato «a costruirsi degli schemi mentali su quando la Cina sarebbe diventata una compiuta economia di mercato e quanto tempo avrebbe impegnato a trasformarsi in una democrazia» alla fine, dopo vent' anni, non se la sente più di formulare altro giudizio che questo: «È impossibile essere neutrali nei confronti della Cina (...) Mi chiedo se altri Paesi hanno il potere di dividere in modo così drastico le emozioni dei visitatori... Se vi sembro un po' confuso riguardo alla Cina è perché effettivamente lo sono». Un osservatore attento non può che essere travolto dallo stordimento e segnato dalla confusione di questi anni cinesi. Rob Gifford ha scritto un libro bellissimo, essenziale per chi vuole entrare nel cuore e nella mente del Dragone. E lo ha fatto con una idea semplice ma suggestiva: proprio perché non riusciva più ad avere un quadro d' insieme sicuro della Cina, ha deciso di percorrere il «continente» con l' auto, il taxi, il camion lungo la «Strada Madre», la 312 che parte da Shanghai a est e arriva al confine con il Kazakistan a ovest. Transitando, per oltre quattromila chilometri, dalle bellezze agli orrori, dalla ricchezza alla povertà e alle ingiustizie. La Cina è imprevedibile ma non misteriosa. Rob Gifford l' ha esplorata, svelata e descritta. Non è un nuovo miracolo e nemmeno un nuovo pericolo per l' umanità. La Cina è la terra di «un popolo con un cuore grande» che ha ripreso a camminare, forse per uscire dalla «casa di ferro». E questo moto non determina certezze, ma speranza. Niente più che speranza - in chi lo compie e in chi lo guarda. Quella speranza che Lu Xun invocava così: «Non si può dire che la speranza non esiste, né si può dire che esiste. Proprio come le strade che solcano la terra. Perché in realtà la terra all' inizio non ha nessuna strada... finché molti non la tracciano, passando, e allora la strada è fatta». (Fabio Cavalera)

L'autore Rob Gifford ha scoperto la Cina nel 1987, a 22 anni, quando era studente di lingue. Da allora vi ha trascorso la maggior parte del tempo studiando e lavorando come reporter. Dal 1999 al 2005 è stato corrispondente da Pechino per la «National Public Radio»

Immagine inserita

Cina. Viaggio nell'Impero del Futuro, di Rob Gifford, NERI POZZA, PP. 377, 20 Euro.
Sottotitoli per AsianWorld: The Most Distant Course (di Lin Jing-jie, 2007) - The Time to Live and the Time to Die (di Hou Hsiao-hsien, 1985) - The Valiant Ones (di King Hu, 1975) - The Mourning Forest (di Naomi Kawase, 2007) - Loving You (di Johnnie To, 1995) - Tokyo Sonata (di Kiyoshi Kurosawa, 2008) - Nanayo (di Naomi Kawase, 2008)

#2 suiseki

    Cameraman

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Inviato 09 April 2008 - 11:19 PM

ùh, lo sto leggendo...da poco...

Suntoryzzata ufficialmente in data 27/01/2007 Aisssshipal!!!!

"In viaggio il primo giorno ci si chiede perchè si è partiti, chi ce l'ha fatto fare. I giorni successivi ci si domanda come si farà a tornare indietro."

Sub AW: b420; Sub Altro Cinema: Obaba





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