Nijushi no hitomi (Twenty-four Eyes) - Kinoshita Keisuke - 1954

Premessa: nella prestigiosa classifica annuale di Kinema Junpo (1954) questo film è arrivato primo.
Ha battuto "I sette samurai", "L'intendente Sansho" e "Gli amanti crocifissi".
Il film racconta la storia di una maestra di scuola dal 1928 al 1946, anno successivo alla fine della guerra. La maestra, magistralmente interpretata da Takamine Hideko (musa di Naruse), lavora su un'isola sperduta del Giappone e si reca a scuola in bicicletta perché deve percorrere 9 miglia, suscitando lo scalpore e l'indignazione degli abitanti locali, chiusi mentalmente e contrari ad ogni tipo di progresso. Ma con la sua dolcezza e la sua bontà d'animo riuscirà a conquistare il cuore dei suoi 12 bambini, che la guardano con 24 occhi dolcissimi (da qui il titolo del film). I bambini crescono e le cose cambiano...
Il film si conclude nel 1946, dopo la guerra.
Tratto da un racconto di Tsuboi Sakae (rimaneggiato e migliorato dallo stesso Kinoshita) è un film di raro valore estetico e senz'altro il film giapponese che meglio ha rappresentato gli sforzi di sopravvivenza della donna nel Giappone novecentesco (meglio di Mizoguchi e Ozu tanto per intenderci!).
Non dico che sia il film giapponese più bello che abbia mai visto (anche se se la gioca con altri 2, 3 al massimo), ma è senz'altro il più commovente
Riguardo a Kinoshita è stato detto: "E' l'unico genio nel cinema giapponese del dopoguerra." Curioso che la frase sia del regista Kobayashi Masaki, autore del capolavoro Ningen no Joken. Concludo dicendo che il film è anche una feroce critica al militarismo, ma viene portata avanti senza far vedere nemmeno un soldato e senza parlare quasi mai di guerra.

Messaggio modificato da feder84 il 15 April 2008 - 09:04 PM