Nell'ultima settimana ho avuto la possibilità di guardare questo dorama che mi incuriosiva da parecchio - troppo carina la presentazione di Gippy nella rece

La storia di un novello Candido nello spietato mondo della politica nipponica. Spietato quanto può esserlo un mondo ricreato dalla fiction, in cui anche i più inveterati caproni sanno commuoversi e cambiare idea al suono delle parole adatte; perfino il mefistofelico Kanbayashi, le cui trame raffinate allungano ombre sull'intera sceneggiatura (e qualche volta pure qualche buco

).
Non posso negare che l'aspetto propriamente politico sia quello in cui ho fatto più resistenza, come spettatrice; e soprattutto, come spettatrice
italiana. Cioè, ogni volta che il nostro giovane Primo Ministro faceva ragionamenti tanto assennati ai suoi interlocutori oppositori, io lo immaginavo alle prese con i vari capi-gruppo parlamentari nostrani e scuotevo la testa rassegnata (era un po' il mio modo per verificare quanto fossero effettivamente convincenti i suoi discorsi).
Del resto devo dare atto al dorama di saper alternare delle ingenuità immense a delle costruzioni molto più verosimili sui meccanismi parlamentari e politici.
Per usare una frase di cui abuso - ma non posso farne a meno - la parte del leone la fa il cast.
Kimura Takuya è un attore con cui ho un rapporto difficile e contraddittorio. Ogni volta che inizio un dorama interpretato da lui puntualmente alzo gli occhi al cielo esasperata per la sua maniera univoca di interpretare ogni personaggio - rendendoli tutti uguali - a base di smorfiette, sorrisi improvvisi, sorrisi improvvisamente smorzati, parole smozzicate tra sé e sé da rendere necessario un cornetto acustico per udirle, ecc. E puntualmente ogni volta che finisco un dorama interpretato da lui mi rendo conto che con un altro attore la stessa storia non avrebbe funzionato così bene.
Fukatsu Eri invece la trovo splendida. Splendida per la delicatezza della sua bellezza, splendida come attrice, nei ruoli drammatici come in quelli brillanti (ammetto però di preferirla più quando non è impegnata a farsi sedurre da qualche psicopatico). In
"Slow dance" la trovai semplicemente adorabile, e anche qui riesce ad essere incisiva nel suo personaggio, sebbene decisamente in secondo piano rispetto al protagonista, e nonostante un finale che ha inferto un duro colpo al cuore femminista di Asaka.
Di Abe Hiroshi è quasi inutile parlare, anche perché dopo averlo visto in
"Trick" lo perdonerei persino se recitasse nei cinepanettoni italiani, e a maggior ragione dunque non posso che apprezzarlo nelle vesti di questo mastino delle campagne elettorali in cerca di fissa dimora causa divorzio coniugale (!).
E infine menzione d'onore per Akira Terao, interprete sopraffino del cattivone di turno - e anche qui, impietoso fu il confronto virtuale con i politici nostrani, i quali non hanno bisogno di tanta raffinatezza per perseguire i propri scopi non propriamente umanitari.
Visione davvero piacevole, quella di "CHANGE"; anche se in taluni momenti non si sorride nemmeno per le ingenuità della trattazione politica, quando ci si rende conto che quelle cosiddette "ingenuità" dovrebbero essere la norma, e invece la norma è diventata il cinismo, il considerare indispensabile delle vittime per poter raggiungere gli obiettivi predisposti.
Un ultimo rigo di ringraziamento a Gippy per i sub e per la rece (anche se arrivo con secoli di ritardo

)
Messaggio modificato da Asaka il 17 July 2012 - 02:55 PM