
Lust, Caution
di Ang Lee, 2007
Se visto nell'ottica delle altre opere dell'autore, è quasi geniale il modo in cui questa storia svuota di consistenza la ragione e il sentimento dei suoi protagonisti. Un pugno di esistenze trascinate nei gemiti di azioni irrisorie, aleatorie, come se niente (li) motivasse davvero. Come se una motivazione, un peso non ci fossero affatto, in niente. Che è forse l'impressione che si può trarre dal film in sé ma in realtà è coerentissimo. Penso alla scena finale, emblematica, che indugia sulle pieghe del lenzuolo bianco lasciate da Tony Leung. Insomma, un film di chirurgica negazione per Ang Lee. Solo per questo da apprezzare. Però concordo con chi fondamentalmente dice che se l'è menata un po' troppo, per farla breve

Voto: 6 e mezzo/7