Novembre 11th, 2007

Giovedì scorso sono andato ad un party italiano organizzato in un locale chiamato “Mao". Il locale, con inizio party alle 10.00 era, come a casuccia, pieno alle 12.00. Sicuramente di richiamo la promessa di B-movie trash (vedi Cummenda Zampetti in locandina), spaghettata a mezzanotte e free drink/entrance dietro presentazione dell’email di invito.
Dopo aver passato una piacevole serata e conversato con qualche avventore del locale o amici italiani di miei amici, mi sono scoperto pensoso al mio ritorno a casa. In pratica ho unito i seguenti elementi: il fatto che ho girato l’email di vivishanghai.com ai miei amici (traducendola) e scrivendo tra le avvertenze “Once in a while it’s good to know what the hell my countrymates are doing in this city“. La conversazione con Fabio, un amico di Winter Week giunto da poco qui: “non conosco molti italiani a Shanghai, tendo a prenderli a piccole dosi". Lui che mi guarda e dice: “sai cos’è? Sei il terzo che me lo dice stasera… Cioè, non ci possiamo proprio vedere!“.
Ho così cominciato a (ri)pensare agli italiani che incontrato da quando sono in Cina e in effetti, a meno che non lavorassero con compatrioti trasformatisi di tanto in tanto in compagni di serate, non è che si ammazzassero a cercare connazionali. Sia a Pechino che a Shanghai la comunità italiana è estremamente frammentata, o meglio, al di là di eventi camerali-ambasciata ogni morte del papa, o feste/ritrovi tipo quella di giovedì gira molto a ognuno per sè.
Non siamo i soli comunque: altre nazionalità ci assomigliano (spesso i tedeschi), altre sono l’opposto (francesi, coreani a americani possono vivere in minicomunità chiuse come se fossero a casa.). Quali le ragioni di questo? Io ne metto qui sotto una lista basata su conversazioni con italiani all’estero. Liberi di integrarla o disintegrarla a piacimento:
Dinamiche culturali
- Se devo viaggiare per 7000 km e stare con la stessa gente che trovo a casa, che senso ha?
- Ma perchè devo ritrovarmi ancora con i truzzi e gli arroganti che trovo a casa?
Versione politicamente corretta: sono nell’ombelico del mondo e sarebbe limitante, voglio essere una spugna culturale e capire persone da nazioni diverse dalla mia.
Dinamiche di coppia paritarie
- Le donne italiane sono stressanti (versione originale censurata), le -qualsiasi altra nazione non occidentale- sono gentili, ti trattano con rispetto e non rompono i &/(&/(.
- Gli uomini italiani sono spesso stronzi o arroganti, gli - qualsiasi altra nazione del globo- hanno quel qualcosa di diverso.
Versione politicamente corretta: avere a che fare con persone così diverse stimola curiosità al primo approccio, e una relazione interculturale ti fa affrontare le piccole difficoltà quotidiane con più tolleranza.
Conseguenze profittatrici dello stereotipo dell’italiano/a
- (Uomo) Sai, c’è sempre questo stereotipo degli italiani (uomini, non pasta a mandolino). Voglio dire, per una volta che posso approfittarne, ma perchè no?
- (Donna) Per quel che mi dicono (gli uomini) le italiane sono sempre viste hot, stylish e funny. E per una volta che son cose positive, lasciamoglielo credere!
Sindrome identificativa persona-nazione
- Quando usciamo io sono (nome), ma sono anche “Italia". Mi piace e non voglio condividere l’emozione/vantaggio o dare metri di paragone.
Sindrome di relatività persona-nazione e pari opportunità
- Ci sono così tante persone incredibili in giro che non vedo il semplice fatto di essere italiani come una spia dell’essere interessanti.
Sindrome di rigetto problemi (degli) italiani
- Quando siamo troppi italiani si va invariantemente a finire su: il sistema Italia in crisi; Berlusconi, Prodi e Beppe Grillo; l’Italia è indietro; l’Italiano crede di essere furbo e si fa fregare; l’italiano non sa fare sistema; (da navigati expats) l’italiano medio che arriva qui non ha idea di cosa sia la Cina, fallisce e torna indietro dicendo che “i cinesi non capiscono il bisniss“; in Italia si sta peggio; in Italia si vive meglio; ma la mozzarella, ma la Nutella, ma la mamma bella; …
Cinesinizzazione / Sindrome dell’emigrato permanente
La frase me la ricordo come se fosse ieri: “In Italia mi sono sempre sentito fuori posto, qui è diverso. In pratica sono passato permanentemente dall’essere alienato in patria ad alieno all’estero".
Sindrome asceto-patriottica
- Lavoro così duramente per cambiare la percezione dell’Italia e degli italiani nel mio ambiente, poi incontri personaggi impresentabili come Mr.X e devo ricominciare da capo.
…
Io mi riconosco in alcune di queste, altre no. Accetto il fatto che la prima parte dell’articolo sia una visione parziale scaturita dal mio punto di vista e sono sicuro che di gruppi affiatati di numerosi italiani
stefano bosello
questo e un pezzo di diario di un signor italiano in cina.
mi incuriosisce parecchio. hehe abbastanza ironico. e cosi lo coppiato anche qua.


Messaggio modificato da mark87 il 28 August 2008 - 08:28 PM