
Silence Has No Wings
Giappone, 1966. Di Kazuo Kuroki. Con Mariko Kaga, Hôsei Komatsu, Toshie Kumura, Takeshi Kusaka, Hiroyuki Nagato, Minoru Nakahira, Shoichi Ozawa, Yukoo Shirukaya, Kunie Tanaka, Fumio Watanabe. Genere: Drammatico. Durata: 100'
Hokkaido, nord del Giappone. Un bambino riesce a catturare una farfalla che nasce in grado di sopravvivere solo nella zona di Nagasaki, nel sud del Giappone, ma viene beffeggiato dal suo insegnante, che lo accusa di non aver catturato la fafalla, ma di averla comprata in un negozio di animali. Nel frattempo, la larva di quella stessa farfalla compie, tra una peripezia e l'altra, un impossibile viaggio da sud a nord.
E con il passaggio della larva, relazioni amorose finiscono e incominciano, situazioni politiche mai risolte, ricordi nostalgici...
Straordinario affresco in bianco e nero, girato alla perfezione e con immagini dal magnifico potenziale (su tutte il terribile, meraviglioso finale, da annoverare tra le scene più belle dell'intera settima arte), è una riflessione su vita e morte e sull'effimera incertezza dei rapporti umani, fotografando semplicemente attimi e rapporti destinati a finire e a ricominciare.
Di una bellezza travolgente Mariko Kaga, top model giapponese degli anni '60, che qui -in un poco conciliante, ma affascinante silenzio- interpreta una donna metafora della farfala, simbolo ricorrente nell'intero film.
"Silence Has No Wings" è un film elegantissimo e dal fascino ipnotico, diretto da Kazuo Kuroki, uno dei cineasti giapponesi più interessanti della nouvelle vague e ingiustamente bistrattato in occidente, assolutamente da recuperare, complesso (in linea con molti film della nouvelle vague nipponica) e decisamente non per tutti (troppo complesso e criptico nello sviluppo), ma da vedere assolutamente per chi dal cinema si aspetta emozioni difficili da cancellare.
E, visto che dopo quasi 45 anni dalla sua uscita, finalmente sono disponibili dei sottotitoli inglesi, mi sembra che non ci siano più scuse.